3 Novembre 2008

Tra le Dolomiti e il passo San Pellegrino

di Andrea Bonfiglio (Blog Moena. Alla Scoperta della nostra Italia)

Trentino-Alto Adige: terra di valli e di monti. Poche parole sono sufficienti per riassumere l’essenza paesaggistica di una regione nota ed apprezzata in tutto il mondo per le incontaminate bellezze naturali.
Il piccolo comune di Moena, borgo montano in provincia di Trento popolato da poco più di duemila anime, non fa eccezione. L’invidiabile posizione geografica a ridosso delle Dolomiti, ad esempio, è solo uno dei tanti aspetti significativi di questa area del nord Italia.

La conca nella quale sorge la particolare cittadina è ubicata nella rinomata Val di Fassa, dove i fianchi sinuosi delle montagne – che s’ergono a schiere – si vengono incontro. Una distesa d’erba sottile e verdeggiante è il soffice tappeto su cui giacciono sparute case. I loro profili, tanto simili quanto affascinanti, spiccano nella luminosità della valle per i contrastanti colori dei tetti appuntiti. Sfumature varie di marrone dominano la scena, punteggiando di scuro le mura bianchissime delle abitazioni, macchiate soltanto dalle tinte vivaci dei fiori che sporgono curiosi dai balconi e dalle finestre rifinite in legno.

All’orizzonte le ombrose gobbe di altri monti si frappongono tra nugoli di gente estasiata ed un cielo azzurro sporcato da bianche nubi. Il silenzio è una gradita presenza che permette di godere appieno del panorama, udendo suoni che altrimenti passerebbero inascoltati. Il vento fresco dell’estate s’insinua tra gli acuminati aghi dei pini e degli abeti che si protendono, fitti, verso un sole mai così adirato. Una cadenzata cantilena si diffonde quindi dai boschi: un concerto di raro splendore.

Paesaggio sulla via del passo San Pellegrino

Paesaggio sulla via del passo San Pellegrino

Nelle zone di periferia spiccano tra il nulla circostante – fatto di prati ove la creatività del terreno genera differenti esemplari, multicolori, di flora – piccole baite lignee adibite a rimesse per attrezzi.

La strada statale 346 attraversa queste suggestive distese e conduce verso un luogo assai conosciuto: il passo San Pellegrino. Si tratta di uno dei valichi più alti della nazione, che con i suoi 1918 metri sul livello del mare attrae costantemente molteplici ciclisti in cerca d’avventura. La pendenza massima di questa via, difatti, si attesta attorno al 18% ed è normale che siano in molti a volersi poter vantare di aver compiuto una tale scalata.

A ben vedere, tuttavia, sono molto più numerosi i viandanti che si affidano alle quattro ruote – poi temporaneamente abbandonate negli slarghi dissestati che fiancheggiano la carreggiata – per raggiungere questa vetta, capace di regalare intense emozioni ed al contempo indimenticabili visioni. Una volta raggiunta la meta sono in pochi a lasciarsi sfuggire l’occasione di immortalare il momento con una classica foto ricordo. La più gettonata è indubbiamente quella legata al cartello che indica il rilievo altimetrico, dove gruppetti di amici sorridenti si lasciano accecare dai flash delle macchine fotografiche.

Fra tanta gioia un istante di velata tristezza si manifesta al momento di abbandonare il borgo. Viene da rammaricarsi al pensiero che l’estate sia prossima all’addio e che la neve, figlia della stagione fredda, possa venire silente a nascondere un tale spettacolo. Poco male, almeno per gli appassionati di sport invernali che riempiranno allegramente le vaste piste sciistiche di questo meraviglioso scorcio di Trentino-Alto Adige.

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