Lastra a Signa è uno dei molti comuni “sparsi” sulle colline adiacenti Firenze. La sua storia inizia nell’Alto Medioevo, quando diventa una stazione di sosta sulla via Pisana, e passa attraverso l’attività estrattiva mineraria e la creazione di splendidi cappelli famosi in tutto il mondo.
La prima funzione cittadina fu prettamente militare e ciò anche grazie alla vicinanza con la cittadella fortificata di Malmantile.
Essa entrò a far parte del complesso delle cosiddette “terre murate”, insediamenti voluti da Firenze a scopi rurali, economici e militari, protetti da imponenti fortificazioni contro eventuali attacchi, i cui resti sono visibili tutt’ora.
Si entra nel centro storico (percorribile anche in macchina, ma il centro è piccolo e perfettamente visitabile con una bella passeggiata) attraverso l’imponente “porta di Baccio”, e si arriva fino all’attuale piazza Garibaldi. Si tratta dello spiazzo cittadino più largo che, nel Medioevo, serviva come alloggio per i soldati e come piazza d’armi, oggi uno dei centri nevralgici del paese.
Nel raggiungere la piazza, si attraversa anche quella del Comune dove si può ammirare il Palazzo Pretorio: l’edificio che ha ospitato tutti i podestà di Lastra a Signa, gli stemmi dei quali adornano la facciata.
Al suo interno ancora resistono affreschi risalenti alla prima metà del Quattrocento ma, purtroppo, le loro condizioni non sono delle migliori.
Poco distante si trova l’antico “Spedale di Sant’Antonio“, costruito nel 1411 come alloggio per i poveri e che nel corso dei secoli ha ospitato un teatro, una chiesa, un cinema e civili abitazioni; attualmente i locali inferiori vengono utilizzati dai dirigenti comunali per ospitare diverse manifestazioni.
Anche in questo caso, le condizioni della facciata esterna non sono molto buone, solo l’arcata affrescata è perfettamente conservata.
Oltre alla funzione militare, Lastra a Signa si occupava nel passato anche di rifornire di pietra serena le città vicine. L’attività estrattiva locale, rimasta fiorente fino agli inizi del Novecento, poneva questa piccola cittadina in una posizione di estrema importanza e da qui anche la denominazione. Infatti
“Lastra” ha il significato di lastra di pietra, mentre “a Signa” deriva dalla vicinissima città di Signa.
Proprio con le pietre estratte da qui, le più importanti e conosciute città toscane hanno potuto pavimentare le proprie strade e costruire i propri palazzi.
Ma questa non è l’unica attività che ha permesso a Lastra a Signa di “farsi un nome” (e non solo in ambito toscano!). La lavorazione della paglia è un’altra vecchia attività locale, ma è con la lavorazione dei cappelli da uomo, le caratteristiche pagliette, che questo piccolo comune divenne famoso nel mondo.
Negli anni ‘20 dell’Ottocento questi tipici copricapo divennero richiestissimi in Inghilterra e da qui la moda si diffuse fino in America. Allo scopo di realizzare prodotti sempre di maggior pregio si selezionavano e coltivavano degli appositi tipi di paglia. Il successo del settore continuò fino alla crisi del ‘29, con il fiorire di molte aziende storiche lastrigiane, che poi sparirono del tutto alla fine degli anni ‘50, quando i cappelli passarono di moda. Oggi non rimane quasi niente di quest’antica attività, a parte i pochi cappelli realizzati per turisti inglesi o americani, ma senza più la paglia locale che era garanzia di qualità.
Per chi visita Lastra a Signa è bene non soffermarsi solo al centro della cittadina, ma spingersi anche nelle zone limitrofe. Sulle colline vicine, infatti, si trova Villa Caruso-Bellosguardo che ospita l’annuale rassegna Caruso Chamber Music. Venne costruita nel ‘500 dalla famiglia Pucci e venne acquistata nel 1906 dal tenore Caruso, dal quale prende il nome. Nel 1995 è stata nuovamente acquistata dal comune ed è possibile fare una lunga passeggiata nell’adiacente parco, adornato di meravigliose sculture, e visitare l’interessante museo interno dedicato alla civiltà contadina.
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