Capo Carbonara, la punta a sud est dell’isola

Chi arriva nel sud della Sardegna in traghetto, prima di arrivare a Cagliari doppia Capo Carbonara, la punta estrema a sud est. Tutta la costa, compresa l‘isola dei Cavoli che si trova proprio davanti al capo, rientra nel territorio di Villasimius ed è tutelata dall’omonima area marina protetta.

la caletta e la scogliera di Punta Molentis

Il mare trasparente e le spiagge bianche sono oggi la risorsa più preziosa del centro diventato dagli anni ‘50 una delle più note località turistiche sarde. Prima la sua economia si basava soprattutto sull’agricoltura e sul commercio di carbone, tanto che era noto come il paese dei carbonari. Infatti, anche il nome del villaggio fin dal XII secolo fu Carbonara, per poi essere cambiato dal consiglio comunale nel 1862 in quello attuale: Villasimius.

Al viaggiatore senza fretta è da consigliare la strada panoramica che dal capoluogo arriva fino al centro del sud dell’isola: tortuosa e difficile, regala al contempo scorci e panorami unici sul mare color smeraldo, in contrasto con il verde cupo della macchia mediterranea.

Superato capo Carbonara, se si continua in direzione nord si può godere della vista di un’altra isola, più grande e allungata, quella di Serpentara.
Tra le più belle e note, separate da scogliere di granito, vi è la Spiaggia del Riso vicina al porto turistico, con la sabbia bianca e di grana grossa tanto che i granelli sembrano chicchi di riso (da cui il nome). Poi Cala Giunco, Campulongu e, sul lato del Tirreno, Punta Procceddus, una distesa di sassi tondeggianti, e Punta Molentis (degli asini), una piccola penisola che separa il mare aperto da una caletta piccola e riparata.

È anche possibile fare delle escursioni in barca o in gommone all’Isola dei Cavoli, su cui svetta un faro alto 40 metri; nelle sue acque vivono gorgonie giganti, cernie, murene e qualche tartaruga marina. Nei fondali dell’isola poi ci sono numerose testimonianze archeologiche: per esempio i resti di un nave aragonese che, secondo gli studiosi, era diretta dalla Spagna a Palermo che trasportava mattonelle smaltate d’azzurro, prodotte nella zona di Valencia (azulejos).

Eppure a Villasimius non c’è solo il mare! Di fronte alla spiaggia grande, quella di Porto Giunco, separato da una piccola striscia di sabbia, c’è lo stagno di Notteri, un’area umida non tutelata dove nidificano e vivono specie protette come i fenicotteri rosa. Si tratta di un sistema delicato che deve fare i conti con la cementificazione selvaggia, dovuta al moltiplicarsi delle case a ridosso della costa, e al turismo di massa dei mesi estivi.
Da Notteri spesso i fenicotteri rosa si spostano nello stagno delle Saline di Molentargius, tra Cagliari e Quartu Sant’Elena.

La spiaggia Proceddus vista dalla strada panoramica

Il sistema ambientale della piccola superficie salmastra, come anche quello delle altre spiagge, potrebbe essere a rischio se si continua a puntare sul turismo residenziale, ossia sulla costruzione di case e villette vuote per dieci mesi l’anno senza pensare alle conseguenze sulla natura circostante.

Villasimius non è solo belle spiagge quindi. Inoltre tutta l’area ha una storia antica. Il territorio era abitato già in epoca nuragica (XIX –VI secolo a.C.), forse proprio per la sua posizione strategica.
Ci sono poi resti archeologici di epoca fenicio, punica e romana, segno della popolarità dei luoghi, successivamente abbandonati per le frequenti incursioni barbariche.
Restano ancora oggi testimoni del periodo spagnolo le torri di avvistamento e una fortezza costiera nota come Fortezza Vecchia, che risale al XVI- XVII.

Insomma, un angolo di Sardegna che si può visitare tutto l’anno, non solo tra giugno e agosto!

(Foto di Simone Utzeri, per gentile concessione)