La poetessa Roberta Bagnoli, autrice del libro “Abbandono confidenziale” (Ibiskos Editrice), intervistata su Bagno a Ripoli per Comuni-Italiani.it
Dalla originaria vocazione di maestra elementare ad una quotidianità fatta di tipici doveri impiegatizi. Come ha coltivato negli anni la sua verve artistica, senza lasciarsi sopraffare dalla routine?
Questa è una bella domanda! Ho iniziato a scrivere fin da ragazzina, mi sono lasciata catturare dalla poesia e dall’amore per la scrittura, ma purtroppo la vita mi ha portato altrove. Vicissitudini familiari e problemi personali di salute mi hanno impedito di approfondire la mia passione e così ho fatto e vinto un concorso al comune di Firenze. Ho trovato così un lavoro che mi ha dato una stabilità economica e che ho svolto sempre con responsabilità. Sono passati già trenta anni e, ironia della sorte, ho sempre fatto un lavoro che aveva a che fare con la scrittura, visto che mi sono occupata di protocollo, prima scrivevo a penna sui vecchi registri e adesso scrivo sul pc.
Quando poi ha deciso di pubblicare i suoi scritti e inseguire nuovamente i suoi sogni?
Sinceramente non ho mai smesso di inseguirli. Ho continuato, seppur a fasi alterne, a scrivere e soltanto tre anni fa ho deciso di mettermi in gioco. Ho pubblicato così il mio primo libro “Abbandono Confidenziale”, cui è seguito un secondo libro “Spighe di Luce”, edito da A.L.I. Penna d’Autore, la cui silloge (raccolta di poesie N.d.R.) è risultata al 2° posto nel concorso per gli inediti e che mi è valsa proprio la pubblicazione nell’anno 2007.
Da qui ho iniziato a partecipare a vari concorsi e ho ottenuto molti riconoscimenti, segnalazioni d’onore, piazzamenti fra i primi classificati e le mie poesie fanno parte di diverse antologie. Alla fine del 2007 è uscito il mio terzo libro “Parole senza Peso” edito da Montedit, risultato finalista al prestigioso Premio “Firenze” 2008. Questa è la mia storia, sono una donna qualsiasi, impiegata con la passione della poesia e scrivo per dare sostanza ad un sogno che ho sempre racchiuso in me. Per me scrivere poesie è naturale come respirare ed i miei versi sono semplici respiri di un’anima innamorata della vita.
Se in un suo libro dovesse presentare Bagno a Ripoli, cosa scriverebbe?
E’ un paese ridente, a ridosso di Firenze, immerso nel verde e caratterizzato da colline che hanno nei bei vigneti e nei numerosi olivi il loro vero splendore. E’ un luogo prettamente agricolo e lussureggiante che ha anche diversi monumenti artistici d’interesse storico e religioso, fra i tanti l’Ospedale del Bigallo, il Teatro dell’Antella e la pieve di San Donnino a Villamagna.
Cosa ha da offrire la città, in termini di opportunità culturali e artistiche, ai suoi abitanti e ai visitatori?
Ci sono molte opportunità da sfruttare. Fra gli eventi artistici, di grande spessore è la “Danza Primavera”, una rassegna di teatro, musica e danza che si tiene ogni anno, da aprile a giugno, al teatro dell’Antella e che ospita prestigiose compagnie di attori e danzatori, nazionali e internazionali.
Ricordo anche la fiera delle merci e del bestiame che si tiene annualmente il primo lunedì di ottobre e, infine, la Rievocazione Storica del Venerdì Santo nella frazione di Grassina dove, durante la Pasqua, il corteo raggiunge il Calvario e qui ottanta comparse rappresentano i momenti più importanti della Passione, seguendo i testi del Vangelo, accompagnati da musica.
Qual è il luogo della città che preferisce?
Non c’è un luogo in particolare, basta uscire un po’ dal centro abitato e passeggiare tranquillamente per le stradine lontano dalla confusione, godendo del paesaggio naturale e ritemprandosi non solo la mente, ma anche la vista. Spesso raggiungo i campi sportivi e lì in un bel parco porto a spasso il mio cane, lo lascio correre libero e io stessa respiro aria buona.
Quali sono, a suo dire, i simboli che meglio rappresentano l’essenza della città?
Partirei da uno dei più importanti monumenti storici, ossia il trecentesco Oratorio di Santa Caterina delle Ruote. Recentemente restaurato, conserva affreschi di rara bellezza di Spinello Aretino che narrano della vita della principessa martire Caterina d’Alessandria, detta delle Ruote per il martirio subito.
Un evento da ricordare, poi, è il Palio delle Contrade che si svolge ogni anno la seconda settimana di settembre. E’ una rievocazione rinascimentale fiorentina con sfilate in costume d’epoca, giochi e gare sportive e ha il suo culmine nell’emozionante Gioco della Stella, dove le quattro contrade si contendono appunto il Palio. I cavalieri delle contrade, in corsa, cercano di infilare con la spada la Stella appesa al Leone Rampante, simbolo del comune di Bagno.
Quali sono tre buoni motivi per visitare la città?
Direi la tranquillità, la posizione panoramica sulle colline e la bellezza del paesaggio.
Un forestiero le si avvicina per strada e le chiede un suggerimento per un itinerario turistico cittadino. Dove lo indirizza?
Naturalmente gli consiglierei di fare un giro nella via centrale, dove ha sede il Comune e lo inviterei ad andare a vedere gli scavi della via della Nave, ove sono stati rinvenuti resti di un edificio romano, per poi continuare verso la pieve di San Pietro a Ripoli per ammirare un affresco raffigurante il Cristo dipinto dal pittore Pietro Nelli. Gli consiglierei, inoltre, di proseguire sulle colline limitrofe fino a raggiungere la Fonte Santa, un luogo suggestivo, immerso nel bosco e piuttosto fresco nel periodo estivo, considerato una vera nicchia ecologica.
Qual è un motivo per cui andar fiera di vivere a Bagno a Ripoli e qual è, invece, uno per cui non esserlo?
Vivere a Bagno a Ripoli è piacevole e salutare, in quanto è un paese piccolo dove si sta sereni e tranquilli. Il borgo è anche vicino a Firenze, pertanto si può anche godere di arte.
Sinceramente non conosco alcun motivo che mi faccia non esserne fiera.
Qual è il suo ricordo personale più bello legato alla città?
E’ facile rispondere a questa domanda, mi sono sposata nel comune di Bagno a Ripoli, nella chiesa di San Pietro e quindi è un ricordo sentimentale e molto intimo che ho ancora impresso nel cuore, benché siano passati quasi venti anni.
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