4 Luglio 2008

Assisi tra presente e passato

di Anna Di Maio (Blog Assisi. Racconti di Viaggio)

La mia avventura inizia quasi per caso, in una fredda mattina del Dicembre di due anni fa. Ricordo la sensazione di euforia mista ad entusiasmo quando salii sul treno che mi avrebbe portato ad Assisi. Dal finestrino scorrevano immagini suggestive di casette incantate, con tetti innevati, di bianchi giardini, di alberelli di Natale.

Giunta alla stazione di Assisi nel primo pomeriggio, decisi che per prima cosa avrei dovuto visitare la Basilica di San Francesco, avevo voglia di ritornare nel luogo dove anni prima ero stata in compagnia dei miei zii.
L’autobus, non tardò molto ad arrivare ed insieme alla mia valigia mi accompagnò davanti alla Porta S. Francesco, dove si snodava davanti ai miei occhi una ripida salita.
Non mi persi di coraggio ed iniziai la risalita. Le ruote della mia valigia stridevano sul manto acciottolato interrompendo quel silenzio meditabondo in cui era immersa la strada. Ai lati della salita, lungo l’antico ed erto viale, vi erano negozi con vetrine colme di souvenir ed immagini sacre.

Assisi - Basilica di San FrancescoMi ritrovai nell’antico porticato della Basilica del Quattrocento, con il fiato corto e con una serie di immagini che affollavano la mia mente, ripensando alla prima volta che avevo varcato quella soglia.
All’ingresso incontrai il custode, che si offrì di tenere il mio bagaglio. Fu con molto entusiasmo che accettai l’offerta.

Iniziai la mia visita, praticamente con la testa all’insù, ad ammirare i bellissimi affreschi della Chiesa inferiore. Appena sulla mia sinistra, nella cappella dell’Immacolata, fui colpita da alcune formelle in bronzo ritraenti episodi della vita della Vergine, dello scultore Tommaso Gismondi, e sei altorilievi in marmo dello scultore Silvio Amelio.
Proseguendo più avanti sull’altare di una cappella laterale, era adagiato un cestino contenente foto e bigliettini di ringraziamento dei pellegrini toccati dalla grazia divina.
La pace, il silenzio, man mano pervadevano la mia anima e iniziai, senza nemmeno accorgermene, a pregare ed a ringraziare il Signore per tutto quello che mi aveva donato.
Mi soffermai per un po’ ai lati dell’altare maggiore, davanti ad una cappella, mi inginocchiai ed i miei occhi si coprirono di lacrime. Ad un certo punto fece capolino, da un’apertura nascosta lateralmente, una suorina che con il suo grande rosario tra le mani si recava nella cappelletta vicina a pregare con le sue sorelle.

La chiesetta inferiore era bassa dalle grandi volte decorate, ma buia ed angusta, i dipinti dai colori intensi ma scuri.
Quando salii sulla basilica superiore dalle grandi volte gotiche, dai colori più nitidi e chiari, sentii un forte slancio verso l’Infinito, le immagini della vita di San Francesco si affacciavano dalle pareti, sembrava di poterlo vedere ancora lì, a pochi passi da me.

Ritornai nella basilica inferiore e nel riprendere il mio bagaglio mi sentivo più leggera.
Sentivo il vento freddo di Dicembre sferzarmi il viso, ma la calda sciarpa di lana mi faceva da riparo. Nel grande porticato intravidi un taxi, agitai la mano ed un attimo dopo era lì da me. Mi accompagnò all’albergo, erano le sei del pomeriggio e finalmente potevo riposarmi un pò.
La stanza era ampia, con tre letti ed un armadio verde chiaro a quattro ante, una consolle stile settecento con uno specchio dorato, un frigorifero ed un televisione. Mi lasciai cadere su di un letto a braccia aperte.
Il giorno dopo ripresi il mio cammino.

Poco distante dalla stazione, su di un’enorme spiazzo, si ergeva la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, costruita per custodire la Porziuncola, ovvero la cappella ristrutturata da San Francesco e punto focale dell’intera storia del Santo.
La luce del pomeriggio filtrava attraverso i lucernari e le finestre riccamente decorate, il pavimento dai disegni geometrici, le alte volte, facevano da sipario a quella piccola costruzione di mattoni, tanto semplice nella sua essenzialità. In quell’angusta chiesetta dalle pareti scrostate, con piccoli inginocchiatoi ai lati, si avvertiva la forte presenza del Santo di Assisi.
Poco più distante, sulla parete esterna della cappella del Transito, un dipinto illustrava l’abbandono dello spirito dal corpo di Francesco. Ed è lì che ogni anno, la sera del 3 Ottobre, si commemora la morte del piccolo frate di Assisi.

Annesso alla chiesa si trova il Museo, al quale si può accedere con una semplice offerta. Mi lasciai coinvolgere dal fascino e dal mistero che trasudavano da quei luoghi, feci la mia offerta ed entrai.
Mi trovai, così, davanti ad un grande plastico con la raffigurazione dei monasteri e delle chiese di Assisi al tempo di Francesco. Proseguii oltre e nella seconda sala, dalla bianca parete, pendeva un crocifisso, con un Cristo dal volto sofferente, finalmente un Gesù dal volto umano, stravolto dal forte dolore e, per me, con tratti più autentici rispetto a tante edulcorate iconografie.
Volgendo lo sguardo mi ritrovai al cospetto della Pala dipinta dal Maestro di San Francesco. Un’antica storia tra mito e leggenda narra che la tavola utilizzata dal pittore sia stata il letto di San Francesco, per cui emozionata mi ritrovai ancora una volta al cospetto del Santo.
Nell’ultima sala relativa all’iconografia mariana, accanto alle tante raffigurazioni della Madonna il mio sguardo veniva catturato da una statua dolcissima, la Madonna del Latte, dove amorevolmente Maria allatta il piccolo Gesù.

Con quest’immagine dolce e grondante d’amore, mi allontanavo dal museo verso la stazione: era ora di ritornare a casa!!

(Foto di  Fantasy in licenza GFDL)

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