1 Settembre 2009

Casalesi, è il nome di un popolo

di Sara Dellabella (Blog Casal di Principe. Racconti di Viaggio)

I calesi ricordano il loro parroco

I calesi ricordano il loro parroco

Arriviamo a Casal di Principe che il sole è quasi tramontato. E’ la vigilia di una ricorrenza importante per questo piccolo paese, tristemente noto per la guerra dei clan della camorra. Erroneamente si pensa che “casalese” indichi il nome di un clan ed invece una parte di questa gente lo rivendica, come nome di un popolo, che sa dire “No” a ogni tipo di mafia. Entrando in questo piccolo paese, sulla targa di benvenuto, vi è anche la fotografia di Don Peppe Diana, sacerdote ucciso dalla camorra qualche minuto prima di celebrare messa. Quindici anni fa l’orribile assassinio che sconvolse il paese, ma che germogliò in un movimento antimafia che proprio qui porta il nome del parroco. Oggi è il 18 marzo, domani ci sarà una grande manifestazione per ricordare don Peppe.

Certo Casal di Principe, non è il posto dove passare le vacanze. I suoi edifici sono scarni, le tinte chiare e gli scheletri dei palazzi, anche in mezzo al paese, la dicono lunga sulla logiche del malaffare che dominano il territorio.

Eppure qualche segnale positivo c’è, nonostante questo. Alcuni dei beni confiscati alla camorra, sono diventati dei centri servizi destinati alla popolazione. Molte le organizzazioni che ricalcando gli insegnamenti di Don Peppe, destinano il loro tempo all’educazione dei giovani e degli immigrati, le prede più facili dell’affiliazione mafiosa.

E’ quasi sera, cercare la nostra destinazione tra le strettissime vie di Casal di Principe, è un’impresa ardua. Ancora più difficile cercare di non incastrarsi tra le mura e le macchine che si incrociano in una geometria millimetrica tra le vie, tra queste case basse dalle tinte sbiadite e molto spesso incompiute. Questa terra e questa gente sembra essere in un luogo lontano anni luce dalle regole e dall’architettura di Roma. Ed invece sono solo un paio d’ore di macchina.

Finalmente arriviamo, aiutati anche dal caso, alla nostra destinazione.

il fumetto dedicato a don peppe

Il fumetto dedicato a don Peppe

Siamo di fronte alla casa dei genitori di Don Peppe, siamo qui per presentargli in anteprima un libro dedicato al loro figlio. Sono anziani, gente semplice inconsapevoli protagonisti di una sciagura che mai si sarebbero immaginati. Negli anni, la loro casa è divenuto un punto di riferimento dell’antimafia, ma anche dei gruppi Scout di cui Don Peppe era responsabile. In tanti passano a salutare questi due anziani, che sul caminetto conservano una foto del figlio, mentre celebra messa all’aperto. Gente semplice che parla un dialetto stretto, difficile da capire per chi non è di queste parti. Solo le lacrime della mamma, quando vede il figlio disegnato nella copertina, lasciano capire benissimo che ci sono ferite che a loro modo continuano a sanguinare anche dopo anni.

Casal di Principe, in fondo, è una ferita aperta. Continua a sanguinare per colpa dei suoi clan, mentre inchioda i suoi profeti. E’ anche vero che durante la sua vita Don Peppe era spesso solo nella sua lotta alla camorra, ma che al suo funerale si riunirono circa ventimila persone, tra cui tanti giovani e tanti scout. Per quel giorno a Casal di Principe le donne stesero lenzuola bianche ai balconi, a dimostrazione che Casalesi è il nome di un popolo e non di un clan.

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