La pittoresca cittadina di Potenza Picena, recentemente recensita pure da Vittorio Sgarbi, posta a 237 metri sul livello del mare, è uno dei tre comuni maceratesi che si affacciano sul Mare Adriatico: nel Medioevo si chiamava Monte Santo, ma con l’Unità d’Italia, per distinguersi da altre città omonime, aggiunse l’aggettivo Picena, dopo aver recuperato il nome della vicina città romana di Potentia. Ha il capoluogo in collina e la frazione principale sulla costa, denominata Porto Potenza Picena.
Le prime notizie che la riguardano sono di oltre mille anni fa, quando si cita la Pieve di Santo Stefano (ora demolita). Le libertà comunali sono del 1128: nello stemma civico troviamo una croce d’oro che campeggia su cinque monti. Pensate che nel 1562 ha rischiato di diventare Feudo dei Duchi d’Este di Ferrara e solo la fiera ribellione di tutta la popolazione scongiurò la minaccia della sottomissione feudale! Un tempo entro le mura vi erano ben ventisette chiese.
Nella Piazza Giacomo Matteotti si affacciano in pratica tutti gli edifici che costituiscono il vanto della cittadina: la Torre Civica, il Palazzo del Podestà, il Teatro Storico Comunale “B. Mugellini” ed il Palazzo Comunale (sede attuale del Municipio). Poco lontani, le Chiese di Sant’Agostino e di San Francesco, l’Archivio Storico Comunale, la ricca Pinacoteca Civica e la Biblioteca Comunale.
Fino a pochi anni fa le Monache della Città Alta tessevano ancora a mano (con l’ausilio di secolari telai meccanici) broccati e damaschi per uso liturgico.
Nell’incasato costiero troviamo la Torre di Sant’Anna, una volta baluardo contro le ricorrenti scorrerie dei pirati saraceni e segnaliamo, in quanto valida struttura sanitaria con oltre un secolo di vita alle sue spalle, la presenza dell’Istituto Riabilitativo “Santo Stefano”.
Ma il vero gioiello che meriterebbe anche da solo una visita a Potenza Picena, è la limitrofa Villa Bonaccorsi, col suo famoso Giardino all’italiana, sito unico e raro sia dal punto di vista squisitamente architettonico sia prettamente botanico.
A 109 metri di altitudine ed ad un paio di chilometri dal litorale si viene letteralmente catapultati in un ambiente settecentesco di 5 ettari, degno di ben figurare come location per impegnativi film in costume (ed in effetti sono molti che prenotano questo spazio per cerimonie di vario genere, sicuri di lasciare a bocca aperta gli invitati). Il cinquecentesco palazzo nobiliare di campagna fu riadattato, a metà del XVIII secolo, in Giardino delle Delizie: si allestirono cinque bellissime e scenografiche grandi terrazze, comunicanti fra loro grazie ad una grandiosa scalinata centrale, digradanti verso meridione lungo i fianchi della Valle dell’Asola e affiancate verso levante da un rigoglioso boschetto, tenuto “artificialmente” selvaggio e naturale. Il ripiano superiore comprende anche il così detto “Giardino Segreto” e la misteriosa “Grotta dei Frati” ed è tutt’oggi decorato con statue di figure mitologiche. Presenta meccanismi e giochi d’acqua zampillanti ancora in parte funzionanti.
Nel piano successivo il suggestivo e trionfale Viale degli Imperatori, così chiamato perchè presenta le effigi di svariati sovrani del passato. Nei rimanenti tre livelli aiuole, vialetti acciottolati, siepi, serre e innumerevoli statue in pietra con i soggetti più disparati (reali, mostruosi, grotteschi, irreali, fantastici, etc.), opere del celeberrimo scultore vicentino Orazio Marinali e dei suoi allievi.
Nella parte più in basso la Limonaia (riscaldabile nella stagione fredda con apposite stufe in ceramica) esposta a sud nella parte appunto più soleggiata ed ancora teatrini con complessi automi meccanici che attendono di essere recuperati per tornare al loro primitivo splendore funzionale e farci sorridere ma soprattutto meravigliare di come quasi 300 anni fa i nostri antenati fossero tanto raffinati e sofisticati nella difficile arte dell’otium in Villa!
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