Storicamente parlando, dire Monte San Giusto vuol dire Niccolò Bonafede, col Palazzo omonimo e la Pala d’altare de “La Crocifissione” di Lorenzo Lotto del 1531 (sita nella Chiesa di Santa Maria della Pietà in Telusiano) e di cui lui è stato il committente in entrambi i casi.
Il Palazzo fortezza, da poco restaurato, fu costruito tra 1513 ed il 1524: la facciata in laterizio è rifinita con conci di pietra e presenta cinque finestre a croce e un portale; all’interno si trova un cortile porticato con due ordini che snelliscono l’insieme e danno luce agli ambienti; gli affreschi del pittore Johannes Hispanus impreziosiscono il tutto.
La Chiesa di Santa Maria della Pietà in Telusiano è normalmente aperta al pubblico a richiesta. Di origini trecentesche e di fattura romanica, fu fatta restaurare dal Vescovo di Chiusi Niccolò Bonafede nel 1529: al suo interno è custodista gelosamente la celeberrima Pala d’altare intitolata “La Crocifissione” (costata all’epoca ben 100 fiorini d’oro) capolavoro semisconosciuto del grande artista veneto Lorenzo Lotto, che molto operò nelle Marche e che morì umilmente e semidimenticato a Loreto, poco dopo la metà del Cinquecento a 75 anni circa.
Il tema della Crocifissione, obbligato dal Bonafede, era quello di una Pietà, perché a Santa Maria della Pietà era intitolata la chiesa che avrebbe alloggiato l’opera. L’artista preferì sviluppare il tema con molte figure in movimento dinamico ed interconnesse fra di loro. Intensissima la figura delle Madonna che viene meno alla vista del Figlio morto. Lo sfondo è popolato di lance, bandiere e croci. La tavolozza cromatica è molto ampia e sgargiante. I rossi, i gialli, gli azzurri, i neri spiccano come zone diversamente luminose e tuttavia si fondono. San Giovanni Evangelista, la Maddalena, i soldati ed i cavalieri, il Centurione, (San) Longino, gli Uomini Giusti, le Pie Donne popolano con sapienza la scena: anche Niccolò (lo sponsor) inginocchiato sulla sinistra osserva la scena con un Angelo che lo guida. Solo nel 1831 vennero riscoperte firma e data: 1531 appunto (anche se forse ora si propende per una datazione differente non essendo ben chiare la cifra finale). La Pala della Crocifissione presenta ancora la cornice originale pensata ed intagliata (probabilmente in loco) sotto la supervisione diretta dell’Artista!
A Monte San Giusto sono inoltre da segnalare, nel centro storico e nelle immediate vicinanze, altri edifici comunque degni di nota: la Chiesetta di San Giuseppe, la vecchia e la nuova Chiesa di San Filippo Neri; la Chiesa delle Grazie, la Chiesa di Santa Maria delle Panette, la Collegiata di Santo Stefano, la Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo, la Porta Damascena e la Chiesa della Purità.
Da non dimenticare due importanti raccolte pubbliche d’arte (antica, moderna e contemporanea) che impreziosiscono la già ricca collana di gemme del comune, entrambe esposte nel Palazzo sede del Cineteatro Durastante.
Di recente istituzione il “Fondo Carlo Cantalamessa” infatti è stato donato alla Città da Lino e Livia Brillarelli nel 1998 e raccoglie numerose opere d’arte figurativa e cimeli appartenuti all’Artista (medaglie, disegni, busti, etc.).
La “Collezione dei Disegni di Alessandro Maggiori” espone invece una raccolta di disegni di artisti italiani, dal Cinquecento al Settecento, del Conte Maggiori di Fermo (morto nel 1834). Erede della tradizione erudita settecentesca, fine collezionista, Maggiori pubblicò varie opere ed importanti sono i suoi puntuali contributi alla nascente Storia dell’Arte: nel settore della guide vediamo la sua opera più importante, incentivando il così detto “Grand Tour” e richiamando l’attenzione di giovani e valenti studiosi verso opere ritenute fino ad allora minori e primitive. La dispersione in Musei di mezzo mondo del corpus originario della sua Collezione è stato una grave perdita per il patrimonio cultuale italiano! Fra gli artisti collazionati ricordiamo il Sassoferrato, Domenichino, Guercino, Procaccini, Vasari, Cignali, Perin del Vaga ed altri ancora.
Di fatto una visita a Monte San Giusto non si scorda tanto facilmente e questo soprattutto grazie alla munifica e lungimirante devozione del Vescovo Bonafede!
(Foto di Donedoardo, in Pubblico Dominio)
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