5 Ottobre 2009

‘A città e Pullecenella

di Elena Cuomo (Blog Acerra. Racconti di Viaggio)

Veduta di Acerra

Veduta di Acerra

Di solito una volta al mese Valentina, Lidia ed io cerchiamo di organizzare una giornata diversa, all’insegna del divertimento per ricordare i bei momenti passati insieme all’Università. Come sempre, però, finiamo col puntare sulla solita scelta, così ovvia eppure così familiare: Acerra, a casa di Lidia.

Il treno che da Napoli ci porta in provincia è scomodo, a volte maleodorante e lento, ma almeno il viaggio in compagnia rende il tragitto più spassoso facendoci dimenticare ciò che le ferrovie poco offrono ai pendolari. La stazione di Acerra si trova proprio nel centro del paese dall’altra parte della stazione della circumvesuviana, più fuori mano ma sicuramente più pulita. Un giardinetto con delle panchine accoglie i visitatori proprio all’uscita della stazione mentre alcuni anziani chiacchierano tra loro talvolta rivangando vecchie storie di gioventù. La casa di Lidia è proprio lì di fronte e lei è già in macchina che ci aspetta per andare a fare un giro nel centro commerciale che si trova tra Acerra e Afragola: l’Ipercoop.

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Cattedrale di Santa Maria Assunta

E’ una tappa obbligatoria per la nostra giornata e credo che questa sia una delle tante costruzioni che si contrappone all’antichità delle strade e delle abitazioni che parlano ancora di storia. Un giro per le boutique, una sosta in profumeria e una visita all’ottico per provare gli ultimi modelli di occhiali da sole.
Verso ora di pranzo decidiamo di tornare a casa per mangiare un boccone, guardare un po’ di tv e chiacchierare sulle ultime news delle amiche. Ma come sempre di pomeriggio abbiamo delle commissioni da sbrigare e rieccoci in un attimo nuovamente in auto.

Le stradine del paese sono ancora formate da ciottoli e la zona antica è la più affascinante. Un percorso stretto, dove due macchine fanno fatica a passare e qualche isoletta riservata a giardini con annessa una fontanella cedono il passo al Corso Italia che, ricco di negozi e associazioni culturali, colora il paese con le insegne degli esercizi commerciali.
Percorriamo vari vicoli e io guardo tutto con molta attenzione, poi ci fermiamo in piazza del Duomo chiamata così per la presenza della Cattedrale di Santa Maria Assunta. La sua facciata, decorata con una serie di colonne, presenta un ampio portale chiuso da un cancelletto antistante e si affaccia maestosa sulla piazza che pare essere la zona “in” della città.

Pulcinella

Pulcinella

Lidia mi spiega poi che l’antico Castello baronale del paese, in Piazza Castello, probabilmente era la “vera” dimora di Pulcinella. E difatti Acerra è ricordata come la città natale di questo importante personaggio della commedia dell’arte, dal costume bianco e dalla maschera nera con un grosso naso e un’espressione triste che cerca tuttavia di affrontare ogni avversità della vita con ironia.
Il complesso sembra un rudere più che un castello, con un fossato tutt’intorno e una ringhiera che permette di affacciarsi. Qualche carta straccia e delle lattine rompono l’armonia del mito mentre l’erba sembra ormai aver ricoperto gran parte della costruzione.

Palazzi antichi, case non ancora ristrutturate, strade asfaltate e dissestate… questa è la piccola Acerra, dove la poesia dei tempi andati finisce col mescolarsi alla freschezza della modernità.

Le commissioni sono finite ma facciamo ancora un ultimo giro per inebriarci della vivacità del posto. Ecco la Clinica dei fiori; la Pretura, dove ogni sera si incontrano gruppi di giovani; e infine il Museo del folklore in Piazza Castello, con biblioteca annessa.
Ho trascorso davvero una bella giornata e stavolta ho osservato la città senza limitarmi a guardarla. Vado via in macchina e da lontano scorgo anche l’inceneritore nuovo di zecca inaugurato a marzo di quest’anno.

Insomma Acerra non è soltanto un piccolo paese di provincia, ma uno dei centri industriali ed economici di tutta la Campania che nasconde nel sottosuolo anni di storia e leggende, tra cui quella dei cunicoli in tufo che si dice avrebbero dato vita ad un percorso sotterraneo attraverso cui gli abitanti riuscirono a fuggire dall’ira di Annibale durante le guerre puniche.

(Foto 1 e Foto 2 di Balzacle e Immagine in Pubblico Dominio)

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