La lieve foschia di novembre sembra aggirarsi in tutto il friulano come se cercasse fortuitamente di entrare in ogni vicolo e in ogni abitazione. L’umidità scende lentamente sulle poche auto parcheggiate lungo i marciapiedi, lasciando un minuscolo strato di brina. Anche se sono appena le tre del pomeriggio la nebbia è ben visibile e sembra non voler andar via, qui a Castions di Strada.
La lezione di danza della mia cuginetta più piccola ci ha portate qui: io e le mie due cugine. Non è la prima volta che vengo in questo paesino della provincia di Udine, ma oggi ho più tempo e voglio rilassarmi un po’ cercando di scoprire qualcosa di nuovo.
Giriamo a sinistra venendo da Talmassons, intorno alla colonna che secondo una leggenda fu condotta lì da Aquileia, al di sopra della quale è posta una statua dell’Immacolata Concezione, restaurata poi da un’associazione comunale, come recita la targhetta dorata in basso. La colonna non è molto alta, bianca, a forma quadrata, ma riesce a regalare un senso di prestigio all’incrocio in cui si trova.
In uno degli angoli del crocevia c’è un bar, non molto grande, dalla luce calda e con i tendoni gialli. Nell’attesa decidiamo di sorseggiare una cioccolata calda. I tavolini all’interno sono in legno e le sedie rivestite in pelle: un ambiente stile montagna, accogliente, con tendine bianche e un arredamento rustico. La cioccolata al latte è squisita, densa e con scaglie di cioccolata bianca accompagnate da un biscottino da inzuppare nella tazza. Tutto intorno è tranquillo, qualcuno sorseggia un bicchiere di vino bianco e qualcun altro chiacchiera davanti a un cappuccino. Dopodiché, usciamo dal locale e l’umidità di fuori sembra ghiacciarci le mani, mentre delle goccioline di acqua scivolano lungo le vetrate del bar.
Continuiamo a camminare passeggiando sul marciapiede del bar e più avanti, alla mia sinistra, spicca il municipio. Piccolo, in colori chiari e con la facciata color panna. Un ampio arco all’ingresso dà il benvenuto ai cittadini e luci fioche vengono fuori dalle finestre, riparate da persiane bianche e affiancate dalla bandiera europea e dal tricolore italiano. Sull’asfalto, proprio davanti all’ingresso, noto una grande scritta in bianco: Vogliamo l’ADSL. Difatti la pecca di questo paesino, immerso nella tranquillità, è che non c’è ancora la linea per il collegamento ad Internet.
Proseguo per il percorso, senza ascoltare i discorsi delle mie cugine, troppo presa a guardarmi intorno e a respirare l’aria pulita di qui, dove ancora si va in giro in bicicletta. Un edificio m’incuriosisce o meglio la scritta sul muro sembra strana: “Plaz dal Tor, antico toponimo”. “Probabilmente sarà uno dei primi nomi del borgo” mi dicono le cugine, ma nemmeno loro sembrano esserne poi tanto sicure.
Mi giro intorno per cercare un riferimento stradale, siamo in Piazza Libertà e al centro la magnifica Parrocchiale di San Giuseppe, con il suo alto campanile, saluta tutto il paese e i giardinetti di fianco. Tre archi sono sormontati da un timpano con un piccolo rosone, mentre verso il basso sono custodite, in cinque nicchie, statuette di santi.
Il campanile è costruito con mattoncini color grigio ed è decorato da un orologio a numeri romani e da una loggetta che racchiude la campana.
Sembra tutto un quadro, le casette sono colorate di tinte diverse, con tetti spioventi e dalle tegole color marrone. Ogni abitazione ha il proprio giardino e un muretto in mattoncini, mentre i cortili sono formati da ciottoli.
Il tempo è trascorso e la cuginetta ha finito la sua lezione di danza classica. E’ ora di andare. Scatto un’ultima foto prima che la luce vada via, mentre il chiarore degli antichi lampioncini già inizia ad illuminare le strade. Mi guardo intorno ancora una volta… è proprio bello stare qui e nonostante il tempo cupo, la pacatezza di Castions è riuscita a regalarmi un pomeriggio di quiete, conservando ancora il dolce sapore della cioccolata.
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.