Maiori è ubicata lungo la Costiera Amalfitana, sulla costa meridionale della Penisola Sorrentina e, come Minori, è stata dichiarata, nel 1997, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
In origine il nome del paese era Reginna Major per differenziarla dalla vicina Reginna Minor e, durante il XVII secolo, Filippo IV nominò Maiori “Città Regia”. La storia del comune è ricca e interessante e io rimasi particolarmente colpita nel scoprirla in compagnia del mio fidanzato.
Per arrivare in paese passammo per diversi terrazzamenti di agrumi e quante curve! Tutte in mezzo alle montagne. Ma fu splendido. Da lontano si riusciva a intravedere il campanile bianco della chiesa, chiesa caratteristica con il suo tetto a punta, marrone. Ci avvicinammo sempre più, sino a raggiungere la bella Maiori e iniziammo ad ammirare il suo “ingresso”.
Entrammo in una stradina stretta, sul lato destro della via principale e percorremmo un pezzo di strada in macchina; in seguito riuscimmo a parcheggiare l’autovettura e facemmo una passeggiata per questa costretta via.
Era molto carina e singolare, le case giallognole che raccontavano un non so che di antico. All’isola pedonale si accedeva da questa stretta via, che era tanto caratteristica non solo per via delle sue dimensioni ma anche per come si presentava. Infatti, nella parte centrale della strada vi passava un torrentello che divideva in due il cammino, creando ai lati le due viette sopra descritte; ai margini di queste vi erano delle ringhiere, dalle quali partivano dei fili che collegavano una sponda all’altra creando così una tettoia sul torrente, nella quale vi era disposta dell’edera decorativa.
Per tutta l’isola pedonale e lungo il corso d’acqua, ammirammo diverse file di doppi lampioni che abbellivano la zona. Le case erano basse, di circa due o tre piani al massimo, il tempo le aveva un po’ scolorite ma davano un tocco retrò all’immagine che stavamo ammirando.
Ci facemmo un giro lungo il corso. Era pieno di gente, sembravano tutti felici, ma l’estate rende felici a priori: il sole, l’allegria della Campania, si è più liberi e spensierati nei mesi estivi e anche noi lo eravamo. Terminata la breve passeggiata, riprendemmo la macchina e ci dirigemmo verso il mare di Maiori.
Nel tornare indietro per proseguire il cammino, ci imbattemmo in un’altra bella chiesetta bianca. La facciata era un po’ nascosta dagli alberi, ma nonostante ciò gli arbusti non riuscivano a celare la sua bellezza che risaltava grazie al verde della montagna, situata dietro ad essa.
Ci fermammo ad apprezzarne il fascino, scattammo un po’ di foto e ritornammo sui nostri “passi” sino ad arrivare sul lungomare di Maiori. Questo è splendido!
Il comune possiede una lunghissima spiaggia e venimmo a sapere che la città salernitana vanta il patrimonio turistico alberghiero più importante della zona. Il bel lungomare è molto caratteristico grazie al pavé bianco e grigio che dà un tono ancor più ricercato al comune.
Entrando, potemmo apprezzare da subito l’imponenza della torre che si affaccia sul mare, un edificio grigio che sembra un castello.
Infatti, c’è da sottolineare che il comune è ricco di ruderi di castelli e di torri che vanno ad affermare e a ricordare la grandiosità del comune nel Medioevo, quando la cinta muraria circondava la cittadella per difenderla dagli attacchi dei nemici.
Ci apparve tutto meraviglioso. La storia, la città, la gente.
Ovviamente eravamo attrezzati di costume, ciabatte e telo da mare, da stendere sulla sabbia, e nessuno ci poté far desistere dal dirigerci in spiaggia e gradire ancor di più la nostra Maiori.
1 commento a “Un patrimonio da scoprire”
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