L’estate scorsa ho trascorso tre fantastici giorni nella provincia di Bolzano e una delle mete fu Castelrotto. A dispetto delle altre cittadine visitate questa mi sembrò diversa dai paesini visti per arrivare a tale meta. Anche la storia è un po’ differente e prima di tutto devo dire che il comune possiede la bellezza di dodici frazioni e il suo territorio è talmente vasto che spazia dai 720 metri sul livello del mare di San Vigilio ai 1800 metri dell’Alpe di Siusi. Quest’ultima una meraviglia da non perdere!
Castelrotto si trova ai piedi dello Sciliar ed è il capoluogo dell’Altipiano. Come faccio a sapere tutte queste cose? Bene, mi sono informata appena giunta in comune.
Parcheggiata la macchina negli appositi spazi, mi sono trovata davanti al Municipio del paese, un edificio importante e rappresentativo per la cittadina perché simbolo di potere nel passato, un trascorso che si può leggere tutt’oggi sulla facciata ornata e dallo stemma che lo contraddistingue dagli altri edifici adiacenti.
Poco distante dal Municipio vi era posizionato l’ufficio informazioni. Sono entrata ed ho chiesto tutte le dovute indicazioni sul luogo.
Il nome stesso del comune dice molto, infatti anche qui – come in molti comuni antichi che visitiamo - vi era un castello, oggi ne rimane ben poco a causa delle varie lotte susseguitesi nel tempo che hanno fatto sì che si conservassero solo poche parti del castello, da qui appunto il nome di Castelrotto.
Passeggiando per il centro cittadino non ho potuto, anzi direi che mi fu impossibile non notare, la bellezza delle case, tutte affrescate, una più bella dell’altra. E la chiesa mi si presentò imponente e spettacolare, la notai prima di entrare in città ma esserci sotto fu esilarante. Il nome della chiesa è San Pietro e Paolo ed ha origini medievali nonostante fu ricostruita durante il Settecento, per via di un incendio che distrusse una grossa fetta del paese.
Il paese stesso è uno spettacolo, i gerani in fiore rendono ancora più belle le case e l’aria che si respira, anche in questo momento, mi trasporta con la mente in un paese straniero. Le influenze germaniche si sentono anche qui a Castelrotto.
Ma non mi fermai solo nel centro del comune, andai a visitare anche alcune delle sue frazioni, come Siusi allo Sciliar.
Il suo centro è molto carino e caratteristico ed è ben organizzato, tanto che ero convinta che fosse un comune a sé.
Il centro ti accoglie con una scultura di ciclisti in bicicletta poste in una rotonda recante il nome della frazione, inutile dire che tale rotonda era ricca di fiori colorati. Altre sculture percorrevano il centro tutto fatto in pavè e tra due alberi ve ne era una particolarissima. Era una cerniera in legno. Non potei trattenermi dal farmi fotografare accanto alla mamma di tutte le cerniere!
Che bellezza; e non parlo solo delle case affrescate o dei gerani curati ma mi riferisco al paesaggio, alle colline di un verde brillante, quasi finto. Il mio giro per Castelrotto non poteva concludersi in città o tra le sue frazioni bensì doveva andare oltre. Dovevo visitare anche l’Alpe di Siusi. Un vastissimo altipiano, non andarci sarebbe un sacrilegio.
Degli spazi immensi, l’indescrivibile bellezza dello scenario delle Dolomiti, il Sassolungo, il Sassopiatto, i vari rifugi.
Zaino in spalla e sono partita con tanta voglia di vedere il tutto dall’alto. Ho seguito i sentieri, fatto amicizia con gente simpatica e una volta giunta in cima il panorama fu mozzafiato!
C’è anche una funivia che porta in vetta ma consiglio vivamente a tutti coloro che sono amanti delle camminate di andare a piedi o, ai più temerari, in bicicletta. Ne ho visti parecchi salire e scendere con le bici. Per me fu sufficiente andarci a piedi e che bello!!!
La giornata si concluse in bellezza, sembrava di essere in un film. Era tutto così bello che quasi non mi sembrava vero!
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