5 Aprile 2010

La città delle bandiere

di Daria Castaldo (Blog Cori. Alla Scoperta della nostra Italia)

Tempio di Ercole

Tempio di Ercole

Nell’area sud di Roma, appena fuori dal caos e dal cemento della capitale, gli ampi spazi aperti tra le floride colline Lepine accolgono l’antico centro di Cori, forgiato dal mito e dalla storia di una immagine importante e solida: Dardano, in fuga con Enea da Troia, e Corace – da cui sarebbe disceso il nome alla città – avrebbero fondato Cori tra le colline romane;  la sua origine quindi risalirebbe ad un’epoca pre-romana, come testimonia d’altronde la cinta di mura ancora visibile intorno all’area di Cori.

Questa zona, per le immense aree boschive e per la vegetazione spontanea e rigogliosa, è stata sempre fonte di attrazione soprattutto per i nobili romani, che nel periodo tardo repubblicano vi costruirono ville sontuose, le cosidette “domus cultae”, attorno alle quali iniziarono ad apparire i primi nuclei urbani del contado.

Ma la storia vuole che Cori, prima di diventare del tutto territorio romano, abbia vissuto periodi floridissimi di autonomia e crescita culturale ed urbana; nel tempo divenne città di edifici, monumenti e templi prestigiosi, all’interno di cinte murarie imponenti costruite seguendo il profilo delle colline, che ancora oggi sembrano proteggere la città dall’incuria del tempo e dell’uomo.

Le mura lunghe 2 Km, un tempo accoglievano tre porte di ingresso alla città, Porta Romana, Ninfina, e Signina (che era giunta intatta fino alla distruzione durante la seconda guerra mondiale, per poi essere ricostruita nel 1984, in occasione del Palio dei Rioni di Cori). Dall’acropoli una serie di terrazzamenti sostenevano l’intera struttura urbanistica della città, compreso il Foro, corrispondente all’attuale zona di via delle Colonne, ancora ricchissima di reperti archeologici, mosaici e blocchi di mura poligonali.

Proprio sull’Acropoli dell’antica Cora, in quella parte della città che oggi è Cori alto, rimangono i resti del Tempio di Ercole, risalente al I secolo a.C.: da questo punto si può godere del panorama più suggestivo di tutta Cori, che va dall’area del Circeo, con Ponza e Ventotene in lontananza, fino alle pendici dei colli albani, dove cielo, terra e mare si fondono lungo la linea ambigua dell’orizzonte.

Dalla zona più alta, scendendo verso valle, il centro antico di Cori ci appare un’istantanea dell’epoca rinascimentale: le abitazioni storiche con portoncini piccoli e affusolati, i vicoletti caratteristici, le stradine in pietra antica, gli edifici ed i palazzi prestigiosi come il Palazzetto Luciani in Piazza S. Oliva e il relativo complesso monastico di Sant’Oliva, la straordinaria cappella dell’Annunziata, o il Chiostro Agostiniano (che oggi ospita il Museo archeologico) e il suggestivo Santuario della Madonna del Soccorso (a cui, fin dal 1521, è legata la festa religiosa più importante della città).

E proprio agli splendori rinascimentali è connessa una delle tradizioni più belle e ricche del territorio di Cori, quella degli sbandieratori: i cosidetti bandierai, durante tutto il Rinascimento partecipavano per volontà del comune ai Ludi che si tenevano presso il rione Testaccio a Roma, secondo gli accordi stabiliti tra il Senato romano ed il Comune di Cori a partire dal 1512; ogni bandiera agitata in questa occasione rappresentava i blasoni della città di Roma. Nel tempo il folklore legato alla bandiera e alla città di Cori si è radicato nella cultura popolare locale e si è esteso oltre i confini nazionali, fino a divenire il simbolo della città stessa in tutto il mondo. Oggi, infatti, grazie all’associazione “Gli sbandieratori del Rione di Cori”, esiste una vera e propria scuola di sbandieramento, che ha portato e continua a portare in tutto il mondo spettacoli suggestivi e lunghi cortei con coreografie e lanci di bandiere.

La dedizione a questa tradizione folkloristica fin dal 1938 si coniuga con la celebrazione delle feste in onore della Madonna del Soccorso e di Sant’Oliva: in queste occasioni Cori vive il suggestivo Carosello Storico dei Rioni, il palio di Cori, in cui i bandierai di ogni rione – tre, corrispondenti alle tre porte cittadine – si sfidano tra cortei, sfilate ed esibizioni di giochi e coreografie di bandiere.

A colpo d’occhio, per quanto piccolo possa essere, il centro di Cori sorprende per la ricchezza degli spunti storici e popolari che offre, per l’imponenza del suo patrimonio artistico, per i paesaggi idilliaci, per il calore della sua gente, per la goduria della sua tradizione culinaria. Se vi trovate da queste parti non potete mancare una sosta alla “Trattoria da Checco”, in pieno centro storico, dove gli uomini politici più importanti di tutti i tempi si sono fermati ad assaggiare cucina e vini coresi, e che da più di 100 anni tiene alto il nome di Cori tra i golosi di ogni generazione.

(Foto di Harlock2003 in Pubblico Dominio)

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