5 Dicembre 2008

Non le solite quattro mura. Il cuore caldo di Lucca

di Luciano Salvati (Blog Lucca. Racconti di Viaggio)

Me la riservai come ultima tappa di quel mio viaggio in Toscana,  dopo aver girato la Versilia (e pure un po’ oltre) a inzupparmi di quegli angoli di provincia non ancora patinati di già visto in televisione, riviste generaliste e specializzate,  diari scolastici, cartelloni stradali, guide turistiche, cartoni di pizza e roba del genere.
Avevo però ancora l’ultimo giorno di vacanza da vivere ed immaginando la fatica che mi sarebbe costato spiegare perché non ci ero poi andato a Lucca,  riconsiderai la faccenda. A chiunque torni da un viaggio toccherà subire il confronto con i sedicenti “Uomini che hanno visto tutto il mondo” di turno.
Ma sì, mi dissi, visitare il capoluogo è un po’ come rendere omaggio alla padrona di casa: “Signora Città, siete troppo bella e accogliente ed il tè come lo fate voi non ha paragoni”.

Comunque sono sulla Viareggio-Lucca a finestrini spalancati in pieno novembre, per dimostrare al mondo quanto una mattinata di piscina nella vicina Massarosa mi avesse reso invulnerabile.
La strada scorre liscia ed in breve mi trovo nell’abitato di Lucca. Al centro addirittura.
E lì iniziai il primo vergognoso confronto con la mia ignoranza ed il mio pregiudizio: le mura.
Io non sapevo che Lucca avesse un centro storico completamente circondato da mura.
Ancora completamente intatte, per giunta.

Parcheggio vicino alla stazione e vado incontro alla mia avventura, con la mente sgombra e abbagliata dalla sorpresa. Attacco le mura da Viale Della Repubblica, ormai proiettato verso quello che alberi e mattoni nascondono così bene. Infilo la maestosa Porta San Pietro ed ora non resta che perdersi. All’inizio percorro le stradine un po’ di corsa e mi riempio gli occhi di torri e chiese e ancora torri e poi campanili e ancora chiese (“la città delle cento chiese”, mi dirà poi qualcuno).

Mi fermo all’improvviso, anche perché senza accorgermene mi sono trovato di fronte al Duomo.
La facciata del Duomo di San Martino è un tripudio di colonnine bianche sui tre enormi archi del porticato. Ed anche il campanile non è da meno. Più avanti, ben piantata nell’omonima piazza, come un deja vù mi sorprende la chiesa di San Michele in Foro.

La statua di San Michele

La statua di San Michele

Stilisticamente è molto vicina al Duomo, ma c’è dell’altro: una sensazione. Una sensazione che, rafforzata anche da una fiera statua di San Michele lì in cima, riesco ora a focalizzare: le chiese di Lucca non comunicano pace, comunicano battaglia! La fantasia me li associa a fulgidi guerrieri, con la facciata a mo’ di scudo intarsiato ed un campanile come lancia.

Preso da questa epifania mi sento elettrico come un soldato in piazza d’armi, il che mi dà la carica giusta per arrampicarmi sui ripidi scalini della Torre delle Ore, la più alta della città, per vedere la schiena rossa di Lucca a 360° nella luce del tramonto. Raggiungo finalmente il castello delle campane e mi accascio sul parapetto, affannato & felice.
Poco lontano c’è un’altra torre (Torre Guinigi) molto curiosa: in cima ha un giardino con degli alberi!
E guarda le persone là sopra come se la godono, praticamente è piena.
Mi sbraccio e urlo saluti per attirare la loro attenzione quando all’improvviso la campana batte secca l’ora, quasi a rimproverarmi di fare tutto quel chiasso. Ma dalle mie parti “Lucca” con “al” davanti significa proprio “grida!” e quindi… un’altra epifania!

Lucca vista dalla Torre delle Ore

Lucca vista dalla Torre delle Ore

Se non fosse stato per il treno che mi aspettava in serata a Viareggio avrei visitato anche l’altra metà di Lucca che ho tralasciato, ma ho preferito un altro percorso: il viale sulle mura.
Faccio una passeggiata per più di quattro km, in questo tiepido pomeriggio di sole, circondando Lucca sulla sua borderline: il centro storico è dentro, la città moderna è fuori, io sono in mezzo. Beh, non solo io. C’è gente che porta a spasso il cane, qualcuno fa jogging, giovani che si scambiano tenerezze addossati ai muretti, moltissimi fotografano: tutti che hanno scelto di fare qualcosa di normale in un posto che lo renderà speciale.

Il sole è tramontato e la cinta muraria sembra stringersi ancora di più attorno Lucca antica, come a volerla proteggere dal freddo della notte. Speriamo si ricordi anche di me, che tornato al parcheggio mi accorgo di aver lasciato la macchina con i finestrini aperti.

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