12 Maggio 2008

Un “cuore d’aquila” tra le gole del Raganello

di Marcello Di Sarno (Blog Civita. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Civita Vittorio Blois intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Civita è un paese che esprime un forte bisogno di crescita e riconoscimento culturale, altresì dimostrata dalla presenza e Vittorio Bloisdall’attivismo di Associazioni, comitati popolari e Pro loco. Tutti si fanno promotori e custodi di un paesaggio naturale tra i più belli della Calabria oltre che portatori dei valori culturali di origine storica italo-albanese.

Tre validi motivi per visitarla?
In primo luogo la sua cultura viva rappresentata da tradizioni, lingua madre e folklore italo-albanese, mirabilmente conservati e valorizzati dall’opera puntuale e instancabile del museo etnico “Arbresh”, cui si aggiunge il rito religioso greco-bizantino e le sue preziose icone.
In secondo luogo il suo ambiente naturale caratterizzato dalle imponenti gole del Canyon del torrente Raganello che conferisce al paesaggio una bellezza straordinaria, con le sue rocce secolari e il borgo armoniosamente incastonato nella valle, cui il ponte del diavolo fa da custode.
In terzo luogo “l’ospitalità” rappresentata dalla comunità civitese, dalla gastronomia tradizionale (ben 5 ristoranti ne propongono riti e sapori), dalla possibilità di soggiornare presso le strutture ricettive (un agriturismo, un ostello, un affittacamere e circa 6 Bed end breakfast).
Civita è il luogo ideale per chi ama camminare in un paesaggio incontaminato, offre numerose opportunità di escursione grazie anche alla presenza di guide locali, e per chi ama fare esperienza della cultura del luogo. Non ultimo il progetto in fase di realizzazione di un Ecomuseo del Paesaggio della Valle del Raganello.

Chi ne ha fatto la storia?
La storia di Civita l’hanno fatta gli appassionati e gli amanti della propria terra; gente comune che ha investito e investe tuttora le proprie energie nel custodire i valori identitari di una comunità che si è insediata in questa valle nel 1400 a seguito degli attacchi ottomani contro la patria albanese. Per fuggire alle violenze dell’impero turco, difesi dal loro eroe albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, il simbolo ancora oggi della liberazione contro i turchi, si sono rifugiati in una terra straniera portando con loro i valori, le tradizioni e la lingua madre storica che ancora oggi si parla.

Per quale aspetto ne va personalmente fiero?
Per la sua bellezza e la cura con cui la comunità ne tutela l’aspetto estetico. Per il lavoro che svolge il mio gruppo consiliare nel rispondere alle esigenze di un territorio che merita tutte le attenzioni e la visibilità e che non ha nulla da invidiare alle grandi città d’arte. Qui l’arte è ovunque ti giri, è scolpita sulle rocce, sui tetti delle case e nel cuore della gente.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Ci stiamo muovendo verso l’approvazione di alcune scelte importanti che riguardano il futuro di questo territorio. Anzitutto la risoluzione del problema “rifiuti”: siamo uno dei tanti piccoli borghi che stanno attivando la raccolta differenziata porta a porta che condurrà all’eliminazione totale dei cassonetti e alla responsabilizzazione della tutela dell’ambiente. E’ prevista la formazione di animatori ecomuseali, ovvero giovani che attraverso un percorso intensivo di sensibilizzazione e formazione sul patrimonio culturale e naturalistico si facciano per primi promotori di cultura e interpreti per i numerosi turisti che visitano Civita.
Non meno importante sarà l’approvazione di un Piano paesaggistico che prenda in considerazione le vocazioni del territorio e le faccia emergere in un processo di valorizzazione che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, pubblici e privati. Non a caso siamo nell’area protetta del Parco nazionale del Pollino e con l’ente abbiamo in itinere sia l’ambizioso progetto di ecomuseo del paesaggio della Valle del Raganello che l’allestimento di un centro operativo che fungerà da laboratorio, centro visite e informazioni. Non ultima l’idea di istituire presso la struttura anche una scuola di alta formazione sul paesaggio.
Devo tutto questo anche all’assessore alla Cultura e al Turismo, Maria Stefania Emmanuele che oltre ad amare il proprio paese, ha messo in campo numerose iniziative per la valorizzazione del territorio.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Qualsiasi, purché ci siano le sollecitazioni e le domande in maniera aperta e civile. Quando una comunità fa domande è segno che vuole delle risposte ed è segno che c’è una cittadinanza attiva. Io credo che la gente voglia soprattutto vivere in un ambiente sano, pulito, godibile sotto tutti gli aspetti e soprattutto avere la possibilità di esprimersi e stare insieme.

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