6 Febbraio 2009

Un paese antico come la manna piovuta dal cielo

di Maria Salerno (Blog Castelbuono. Alla Scoperta della nostra Italia)

Piazza Castello dall'alto

Piazza Castello dall'alto

E’ passeggiando lungo lussureggianti sentieri boscosi, fitti di querce, castagni, ciliegi e frassini che arriviamo alle pendici del Colle Milocca, lì dove sorge Castelbuono, il paese della manna.

Attendere la manna dal cielo”, come per dire confidare in una sorta di aiuto provvidenziale è un’espressione ormai di uso comune. La sua origine è biblica, come riferisce il libro dell’Esodo. Gli Ebrei, ormai rassegnati a dover morire di fame nel deserto, si videro piovere dal cielo una enorme quantità di manna di cui si nutrirono a sazietà. Quello che non tutti sanno, però, è che la manna esiste per davvero e si tratta di un dolcificante naturale molto nutriente e dalle numerose proprietà benefiche che, esattamente come si narra nella Bibbia, è in grado di apparire all’improvviso.

Attualmente Castelbuono e Pollina, in Provincia di Palermo, sono tra i pochissimi comuni nel mondo a produrre la manna, che non piove dal cielo ma bensì viene estratta dal tronco dei frassini, mediante un arnese che si chiama “rasulala”o “cutieddu”.

E proprio attraverso la manna riscopriamo le origini e la cultura di un popolo dalle tradizioni antichissime - qualcuno fa risalire la coltivazione dei frassini da manna addirittura alla dominazione araba (IX-XI sec. d.C).
I segreti per la sua coltivazione non sono scritti in nessun libro, ma vengono tramandati dalla tradizione contadina e appresi per imitazione dei padri da parte dei figli.

In un mondo che ha troppa fretta di andare avanti, spesso facendo crudelmente incetta di quello che è stato il suo passato, a Castelbuono il tempo sembra invece essersi fermato in tanti piccoli frammenti che sono le sue tradizioni.

Così potrebbe capitare di passeggiare per le sue stradine medievali e imbattersi in dame e cavalieri in abiti ottocenteschi. Se li seguiremo ci porteranno a piazza Castello dove faranno rivivere suggestioni di un’epoca ormai conclusa, ma che ancora vive nel folclore del paese che mette in scena la sua storia più recente, quella del casato Ventimiglia, principi di Castelbuono, in una pantomima denominata “Arruccata dei Ventimiglia”.

Il castello è un sublime esempio di architettura angioina, impreziosito al suo interno da splendidi stucchi dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta.

E sempre a proposito di tradizioni, parlando di Castelbuono non si può non citare la corsa su strada più antica d’Italia: un giro podistico internazionale nato nel 1912 col nome di “La maratonina dei dieci giri di Castelbuono” che, fatta eccezione per le parentesi delle due guerre mondiali, si è ripetuta ogni anno per quasi un secolo. Il percorso, gara di fondo su strada, infatti, si ripete per ben 10 volte fra sali e scendi di discreta difficoltà per un totale di 11 km che prende il via e si conclude a piazza Margherita, nel cuore del paese.

Si tratta di una manifestazione molto sentita che raccoglie oltre ai paesani numerosi visitatori.
Alla fine della gara chi ha corso e chi ha entusiasticamente partecipato potrà deliziarsi con la notevole tradizione gastronomica castelbuonese di cui possiamo annoverare i famosi maccarruna, bucatini all’uovo realizzati a mano, con la testa di turcu, pasta sfoglia in crema pasticcera che si gusta soprattutto nel periodo di Carnevale, durante il quale si può assaggiare anche il dolcissimo riso ‘nteanu, cioè in tegame fatto di zucchero, zafferano, formaggio fresco e cannella.

(Foto di Giuseppe Troncale, per gentile concessione)

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