Il Dottor Sergio Saviotti dell’Ufficio Promozione e Attività Culturali della Biblioteca Città di Arezzo, così ce la racconta:
Come è nata la Biblioteca e che ruolo ha ricoperto nella storia del Comune?
La Biblioteca Città di Arezzo, come biblioteca pubblica è nata nel 1952, quando venne costituito il Consorzio per la Gestione della Biblioteca Città di Arezzo fra la Provincia di Arezzo, il Comune di Arezzo, la Fraternita dei Laici e l’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze.
La Fraternita dei Laici mise a disposizione del Consorzio la maggior parte del suo materiale librario, l’Accademia Petrarca la biblioteca circolante, la biblioteca Dantesca Passerini, la cui sede fisica però rimase presso l’Accademia e le biblioteche Occhini e Landucci che le erano state affidate in gestione dal Comune di Arezzo, che ne è il proprietario.
La Provincia e il Comune di Arezzo si impegnarono a garantire al Consorzio le risorse economiche necessarie per la conduzione della Biblioteca. Con la nascita del Consorzio il materiale librario della Biblioteca si accrebbe notevolmente. Negli anni una parte del bilancio venne destinata all’acquisto dei libri in commercio.
Nel 1954 il Comune di Arezzo concesse in affitto il Palazzo Pretorio come sede al Consorzio per l’insediamento della biblioteca.
Nel 1992, a seguito dell’entrata in vigore della L. 142/1990, il Consorzio venne sciolto e per la gestione del servizio bibliotecario fu adottata la forma dell’Istituzione.
In quali occasioni la biblioteca diventa protagonista nelle attività culturali del territorio?
La Biblioteca Città di Arezzo stabilisce rapporti di collaborazione con altri Istituti culturali locali, sia a livello di consulenza sulla gestione dei documenti, sia a livello di contributi per gli acquisti e lo sviluppo delle raccolte oltre che di collaborazione scientifica e didattica. Gli enti con i quali sono già state stipulate convenzioni sono l’Università degli Studi di Siena (Facoltà di Lettere e Filosofia), il Centro di lettura “Primo Levi”, il CEAA (Centro Educazione Ambientale e Alimentare), il Centro di Documentazione Città di Arezzo. Dall’anno 2000 la Biblioteca fa parte del Polo Universitario Aretino e pertanto i rapporti con la sede aretina dell’Università di Siena sono intensi e proficui.
Attualmente la Biblioteca è impegnata a sviluppare forme di collaborazione anche con le circoscrizioni comunali.
Che tipo di esigenze ha chi si rivolge alla sua biblioteca?
In base alla tipologia delle raccolte, che si possono dividere in raccolte storiche e raccolte moderne, la Biblioteca Città di Arezzo svolge il ruolo sia di strumento di ricerca per lo studioso, sia di servizio pubblico di base e primo punto d’accesso del cittadino all’informazione e alla documentazione, rispondendo al bisogno di cultura e di formazione permanente.
Il fiore all’occhiello della biblioteca, la collezione o il volume che la impreziosisce
Il fondo antico della Biblioteca è costituito da 95.656 documenti tra manoscritti, incunaboli, opere a stampa e periodici antichi. In particolare, alcuni manoscritti sono stati oggetto di studio da parte di storici, anche stranieri e hanno dato luogo ad importanti pubblicazioni che hanno contribuito ad illustrare la cultura del nostro territorio nel mondo.
Quali letture consiglierebbe per conoscere a fondo la storia e l’identità del comune?
Purtroppo non disponiamo di una storia di Arezzo che sia frutto di un’indagine rigorosa.
Ci sono compendi di carattere prevalentemente cronachistico, quali le pubblicazioni di Ugo Leoni, La storia di Arezzo dalle più remote epoche ai tempi presenti, Arezzo, Cristelli 1897 e di Massimiliano Falciai, Storia di Arezzo dalle origini alla fine del Granducato Lorenese, Arezzo, Federigo Scheggi 1928, lontane da noi nel tempo e di scarsa affidabilità. Per una prima, generica informazione è forse meglio ricorrere alle più consultate guide turistiche, quali quelle di Angelo Tafi, Arezzo. Guida storico-artistica, Arezzo, Litostampa Sant’Agnese di V. Badiali; Novara, Istituto Geografico De Agostini 1978 e Immagine di Arezzo. La città oltre le mura medicee e il territorio comunale, Cortona, Calosci 1985, ricche di notizie e quella di Matteo Martelli e Filippo Nibbi, Arezzo: guida storica e turistica, Arezzo, Aretia Libri 1982, che ha un’introduzione storica rapida ed essenziale.
Quali concittadini hanno contribuito alla crescita del suo patrimonio documentale?
Il patrimonio storico della Biblioteca Città di Arezzo è costituito in gran parte dai lasciti di vari illustri concittadini, primo fra tutti il medico-filosofo Girolamo Turini che nel 1602 lasciò per testamento alla Fraternita dei Laici 2850 volumi e 15 manoscritti. A questa sono seguite nel corso del tempo altre notevoli donazioni, quali le biblioteche della famiglia di Francesco Redi (1830), illustre scienziato e naturalista, del medico Francesco Sforzi (1874), di Vittorio Fossombroni (1880), uno dei maggiori collaboratori del Granduca Leopoldo e principale artefice delle vaste bonifiche della Val di Chiana e della Maremma, della famiglia di Gregorio Fineschi (1910), prefetto granducale dal 1849 al 1859, dell’archeologo e storico Gian Francesco Gamurrini Arezzo (1920), delle famiglie Burali-Forti (1948) e in epoche più recenti quelle del giurista Lando Landucci e della famiglia Occhini.
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.