Il sindaco di Eboli Martino Melchionda intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Eboli è una città che vive le contraddizioni di tante altre aree popolose, specie nel Meridione. Ma è anche una città che sta facendo passi da gigante sul fronte della vivibilità. Chi vive su questo territorio si confronta con una città impegnata nello sforzo di garantire una nuova mobilità, attraverso infrastrutture finalizzate a garantire sicurezza e una migliore percorribilità. I cittadini hanno la percezione quotidiana degli sforzi tesi ad assicurare strade pulite e servizi concreti, pur in momento di grave emergenza quale quello che viviamo in Campania.
Le difficoltà economico-finanziarie non hanno inciso sui livelli dei servizi garantiti, specie alle fasce più deboli della popolazione, a partire dai servizi degli asili nido e quelli connessi con le attività didattiche. C’è ancora tanto da fare, ma abbiamo avuto risultati sia sul piano della sicurezza pubblica, che della vivibilità degli spazi in generale.
Tre validi motivi per visitarla?
Innanzitutto penso alla storia della città e del suo territorio, già Municipio romano in tempi antichissimi. Il centro storico di Eboli è un autentico gioiello, non a caso la stessa Sovrintendenza ha sempre considerato questo borgo antico il vero riferimento in tutta la provincia di Salerno. Oggi, a conclusione del lungo sforzo per ricreare condizioni di vivibilità, registriamo anche il ritorno dei residenti, circostanza che pesava fin dai tempi del sisma del 1980.
L’antico sistema dei mulini ad acqua, dislocati lungo una dorsale che attraversa l’intero territorio urbano, è un’esperienza difficilmente riscontrabile in altre aree del Paese e che vale la pena visitare. E poi il Museo Archeologico, il castello Colonna, il sistema dei conventi monastici oggi riconvertiti in parte, diversi palazzi antichi che trasudano storia e cultura.
Sul piano del turismo estivo e balneare, il territorio vanta chilometri di costa che in questi mesi stiamo provvedendo a rimettere nel circuito dell’offerta turistica, dopo tante difficoltà negli anni scorsi legate alle programmazioni di sviluppo.
Infine, ma non ultimo, segnalo il settore della cultura. Eboli è una città che ha dato i natali a tanti personaggi illustri dei quali ancora conserviamo tracce e, in alcuni casi, le dimore perfettamente visibili. Gherardo degli Angioli, annualmente ricordato dagli ebolitani e da tanti accademici, è stato un fine letterato, per alcuni studiosi il vero ispiratore di Giacomo Leopardi. Matteo Ripa, la cui casa natale è nel cuore del centro storico, è conosciuto nel mondo non solo come un grande evangelizzatore, ma soprattutto come uno dei maggiori comunicatori della storia, grazie alla sua intuizione di riportare le differenze tra Oriente ed Occidente attraverso una tecnica di raffigurazione su lastre, in un periodo in cui non esistevano immagini fotografiche. Senza considerare il grande merito di avere istituito, in Italia, l’Istituto Orientale di Napoli, ancora oggi riferimento mondiale di cultura e scambio di pensiero tra gli uomini.
E poi le manifestazioni culturali, più che mai vive sull’intero territorio comunale.
Chi ne ha fatto la storia?
Potrei citare tanti personaggi, ma la mia idea è che la storia di questa città l’abbiano fatta soprattutto i suoi abitanti, sempre impegnati nel tentativo di dare impulso al vivere civile, allo sviluppo dell’economia in qualsiasi epoca. Se penso a come Eboli fosse Municipio Romano, pur trovandosi vicinissima a Paestum, zona simbolo in quest’area degli interessi degli antichi Romani, devo ricavare che nella antica Eboli si muovevano tensioni e sensibilità tali da imporre il territorio e la sua popolazione ai massimi livelli di quello che era, all’epoca, il potere costituito.
Nel corso dei secoli, poi, la storia ci indica nel popolo ebolitano un autentico protagonista del territorio. Nelle lotte per la conquista di Salerno, ad esempio, gli ebolitani seppero trovare il modo per affrancarsi dal giogo insopportabile delle influenze di città vicine, garantendosi piena autonomia. Le battaglie contadine sono state, in questa area, vere battaglie di popolo che ancora oggi si ricordano. I moti del 1974, quando il tentativo di impedire la delocalizzazione di progetti industriali ed occupazionali portò al blocco stradale ed autostradale, videro protagonisti tanti ebolitani, soprattutto i più giovani.
Per quale aspetto ne va personalmente fiero?
Sicuramente per la capacità del popolo ebolitano di guardare al futuro con l’ottimismo della ragione, con posizioni non estremistiche e puntando alla crescita complessiva. Questo è un territorio dove, pur nelle difficoltà contingenti, si registrano tentativi vincenti di imprenditori moderni che guardano allo sviluppo aziendale ed occupazionale.
E’ un territorio dove le tecniche dell’agricoltura moderna trovano puntale applicazione, dove gli sforzi della programmazione amministrativa sono guardati con interesse da parte di tutti, anche se non si può essere d’accordo su tutto. E’ il senso di una comunità che cresce, che basa la sua speranza nel futuro sulla capacità di innovare e programmare.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Sono ottimista, ma non per dovere istituzionale. I progetti messi in piedi da tempo finalmente trovano concretizzazione. Abbiamo ottenuto il via libera per la realizzazione del Polo Agroalimentare sul nostro territorio. Significa che Eboli sarà l’avamposto economico, finanziario e commerciale per il comparto agroalimentare, una notizia importante in un periodo in cui si riparla di centralità del mediterraneo nello sviluppo economico internazionale. Significa anche nuovi posti di lavoro per il territorio. Il Piano Urbanistico Comunale ridisegnerà le possibilità di gestione del territorio, finalmente tenendo nel giusto conto le vocazioni della zona, la capacità di assorbire investimenti e le esigenze del cittadini.
Gli interventi per consentire la realizzazione di strutture ricettive e turistiche lungo la fascia costiera daranno nuovo impulso al settore turistico e all’importante indotto.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Mi piacerebbe che ci si concentrasse sulla capacità di questa comunità di affrontare i problemi senza l’affanno del risolvere tutto e subito, ma programmando gli interventi. Ed anche sulla disponibilità dei miei concittadini a guardare al futuro con serenità, anche nei momenti più delicati. C’è un rifiorire di iniziative culturali ed aggregative, a cominciare dai comitati di quartiere che funzionano bene, fanno ampia aggregazione ed hanno capacità di proposta. Ecco, mi piacerebbe che mi si rivolgesse la domanda sulla “nuova primavera” di Eboli che, tutti insieme, riusciremo a far sbocciare.
1 commento a “La “primavera” di Eboli”
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Non è passato moltissimo tempo dall’epoca in cui si parlava di “Primavera di Eboli”.
Eppure sembra trascorso un secolo. Non vedo all’orizzonte le basi solide di un vero, autentico, durevole rilancio della città. La cosa mi dispiace e mi preoccupa poiché c’erano le premesse e l’unità dello spirito da parte di molti.
Che l’aria di primavera, quella della natura, realizzi nuove intese e convergenze solide?
Speriamo.