3 Giugno 2008

Raccontare l’arte come antidoto all’horror vacui

di Marcello Di Sarno (Blog Pescara. Interviste Giornalisti)

Il giornalista di “Tutto Abruzzo Oggi e Molise” Ivan D’Alberto* intervistato per Comuni-Italiani.it

Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Come spesso accade ci si trova a fare un lavoro per caso, senza che qualcosa o qualcuno determini tale scelta.
Dopo una formazione artistico-umanistica ho iniziato a lavorare nel campo dell’arte contemporanea come recensore e Ivan D’Albertocuratore di eventi. Da queste prime esperienze ho imparato a conoscere meglio le realtà editoriali che si muovono nel campo della cultura e delle arti; da lì è nata la passione per le riviste specializzate e il desiderio di lavorare in tale ambito.
Premesso che in Abruzzo esiste un solo prodotto editoriale che si occupa di arte contemporanea (Segno), e premessa la difficoltà da parte mia di potermi trasferire in altra sede, ho iniziato a guardarmi “intorno” nella speranza di trovare una collocazione professionale che potesse darmi la possibilità di scrivere anche di questi temi.
Dopo un lungo “peregrinare” sono “approdato” ad Abruzzo Oggi come collaboratore ed inviato di cronaca della provincia pescarese. Contemporaneamente ho iniziato a collaborare per un quotidiano on-line (www.primadanoi.it). Oggi, dopo aver tanto scritto di cronaca, politica e altro mi occupo principalmente delle pagine di Cultura, Arte e Spettacolo del quotidiano Tutto Abruzzo Oggi e Molise.

Che ruolo ha avuto Pescara nel suo percorso professionale?
La città di Pescara è il centro urbano più dinamico d’Abruzzo. Rappresenta, secondo alcuni intellettuali, economisti e politici locali, e non solo, una sorta di “Milano del Sud”. E’ l’unica città, da Santa Maria di Leuca (Puglia) a Venezia, ad avere una serie di peculiarità capaci di renderla unica nel suo genere e di stimolare un giovane che si avvicina al mondo del lavoro. Da sempre votata al commercio e al turismo, Pescara è diventata negli ultimi decenni un polo attrattivo per chi decide di avviare qualsiasi attività: dai servizi più disparati alle piccole e medie imprese. Lo shopping è l’attività predominante, a cui si aggiunge la passione dei giovani locali per la moda, il fitness e per la bella vita in genere.
Questa descrizione, che all’apparenza potrebbe raccontare il “capoluogo Adriatico” superficiale e privo di stimoli culturali, non centra a pieno il carattere della città; Pescara, infatti, sta tentando di scrollarsi di dosso quell’immagine di centro “povero di contenuti” proponendo alla popolazione e ai suoi turisti diverse attività culturali (concerti, mostre, spettacoli, progetti editoriali, ecc.) innovative e dall’alto valore creativo. Quest’ambiente e queste dinamiche hanno sicuramente alimentato la mia passione per l’arte e per lo scrivere, oggi diventata indispensabile per il mio vivere quotidiano.

Attualità. Come vive Pescara l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
Pescara, come tutte le città giovani, è una “terra di conquista”, piazza e mercato che attrae non solo gli individui dai buoni propositi, ma anche quelli che alimentano attività illecite. Il benessere apparente che si vive in questi anni ha portato nel “capoluogo Adriatico”, e in tutta l’area metropolitana e provinciale, diverse problematiche legate allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla prostituzione (tutto il litorale abruzzese soffre di questa “piaga”), all’aumento della microcriminalità e a uno scarso controllo degli interventi edilizi, che stanno massacrando l’assetto urbanistico di Pescara e delle aree limitrofe. Quando si parla di scarso controllo di questo “folle” processo di cementificazione, ci si riferisce principalmente alla grande corruzione che a volte entra in contatto con gli ambienti dirigenziali e politici della città e di tutto il territorio regionale. Tutto ciò rientra in quel calderone che oggi si fa chiamare emergenza sicurezza a cui anche Pescara appartiene e che diventa sempre più difficile allontanare dalla vita dei cittadini. La cosa che più spaventa è che Pescara vive questa condizione nella piena superficialità e noncuranza, ritenendo l’emergenza sicurezza come qualcosa che non gli appartiene e che in città si esprime in maniera innocua.
La pseudo “belle epoque” che Pescara sta vivendo può tramutarsi da un momento all’altro, se non si tiene alta la guardia, in qualcosa di tremendamente drammatico e irreversibile.

Tra tecnologia digitale e giornalismo partecipativo, come sarà il domani della sua professione?
Sono sempre più convinto che il futuro del giornalismo sarà gratuito e on-line, dove le risorse economiche arriveranno esclusivamente dalla pubblicità e dove solo i più meritevoli e i più capaci troveranno la giusta ricompensa per il lavoro svolto. La Rete non dà via di scampo ed elabora una scrematura così capillare da rendere il sistema giornalistico più fluido e “puro”. Ciò nonostante l’Italia ha un forte spirito nostalgico e la carta stampata non sarà eliminata facilmente; solo le testate più note continueranno a vivere e solo i giornalisti più “fortunati” continueranno a lavorare; le pubblicazioni apparterranno sempre più ad un pubblico di nicchia mentre la gente per conoscere “le mezze verità” del nostro Paese sceglierà di farlo con un clik.
In questo contesto credo che se la mia professionalità e il mio lavoro saranno all’altezza della nuova generazione giornalistica, allora continuerò a lavorare in questo campo altrimenti sarà la stessa evoluzione del “sistema” ad avviare una “selezione naturale”.

Lo scoop o la notizia legata a Pescara la cui pubblicazione ricorda con grande orgoglio.
Con molto rammarico credo che lo scoop o la notizia riguardante Pescara da ricordare con grande orgoglio non sia ancora stata scritta. Molte cose sono accadute e molti fatti sono stati raccontati, ma nessuno di queste merita, a mio avviso, di essere citato. Mi auguro che un giorno Pescara possa davvero brillare di luce propria senza dover guardare e copiare, per forza di cose, “il suo vicino di casa”.

Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
“Pescara alla ricerca di un’identità tra mille contraddizioni”
Guardando dall’alto l’assetto urbano di Pescara si scopre che il centro cittadino nasce su una grande H. I due bracci principali sono Corso Vittorio Emanuele e Via Nicola Fabrizi proseguimento Via Regina Margherita, mentre il braccio trasversale è dato da Corso Umberto I con la sua Piazza Salotto. La lettere H sta per Hotel perché Pescara è la città della vacanza e del soggiorno, la città del divertimento, dei servizi, del buon mangiare, degli stabilimenti balneari, delle gallerie d’arte, degli spettacoli e dei concerti. La città dove la gente dimentica dei problemi, del mondo che sta male, delle persone che muoiono e della vita che va a rotoli.
Quell’H sta anche per Happy Hour, perché il “capoluogo Adriatico” è anche la città degli aperitivi, delle ore felici condivise con gli amici e con i propri cari, delle serate passate nelle vie del centro storico a parlare e a discutere di arte, di politica e del niente. Quell’H, infatti, sta anche per Horror vacui, ovvero quella paura del vuoto, della scarsità di idee, di contenuti, di sentimenti e di passioni che a volte caratterizzano il “capoluogo Adriatico” fatto di palazzoni, slarghi, piazze moderne e luci psichedeliche. Quell’H sta anche per Handicap, perché Pescara è menomata, ancora alla ricerca di una sua identità di una sua immagine.
Si costruiscono ponti che uniscono le due sponde della città che si affaccia sul fiume omonimo, si edificano “Chiese sul Mare”, si chiamano architetti orientali per dare un’immagine più internazionale a Pescara, si addobbano strade con aiuole, si posizionano monumenti incomprensibili e il pescarese continua a passeggiare sui marciapiedi con i propri cani, i quali posizionano indisturbati le “proprie sculture organiche”, rendendo le vie intransitabili e dall’odore nauseabondo. L’Handicap di questa città sta nella gente che la vive, ancora troppo barbara ancora impreparata a condividere insieme questo spazio urbano, massacrato da un traffico automobilistico bestiale, da una scarsa attenzione per l’ambiente e per il più debole e dalla flebile spinta nell’essere migliori.
Ma quell’H sta per molte altre cose anche se si preferisce pensare a quell’H come l’iniziale di Homo faber, nella speranza che l’essere umano, in quanto capace di operare sulla realtà, la trasformi secondo la propria interiorità in qualcosa di più elevato ed evoluto.

Attraverso quali sfide o quali strumenti passa il futuro di Pescara?
Così come ho già scritto penso che il futuro di Pescara sia fortemente legato al raggiungimento degli obiettivi che la comunità ha scelto di prefiggersi.
Fondamentale, però, è capire che l’evoluzione di una civiltà avviene attraverso il confronto tra popoli cercando di andare oltre i confini regionali e nazionali. Analizzare come altri Paesi abbiano affrontato problematiche contingenti e crescere ed elevarsi nel rispetto dell’individuo e del pianeta. Capire come alcune città martoriate da guerre storiche siano riuscite a diventare importanti poli economici e culturali e, da centri anonimi, siano riuscite in poco tempo a “brillare di luce propria”.
Formazione delle giovani generazioni, ricerca, scambio continuo con altre comunità, politica eco-sostenibile (utilizzo dell’energia pulita: eolica e solare).
Valorizzazione del territorio attraverso strategie promozionali che tengano come riferimento le dinamiche internazionali.
Sensibilizzazione e crescita culturale della popolazione nel rispetto delle regole, dell’educazione e della pacifica convivenza con “il vicino”.
Per finire, la posizione geografica del “capoluogo Adriatico”, città che guarda all’Est, a poche ore da Roma e a metà strada tra Nord e Sud, può e deve trasformarsi in un punto di forza.
Solo così Pescara, a mio avviso, potrà garantirsi un florido futuro.

*Laureato in Storia della Critica d’Arte, attualmente lavora come giornalista in un quotidiano regionale. E’ direttore responsabile di un periodico d’informazione. Lavora come addetto stampa per il Dipartimento di Studi Medievali e Moderni – Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti. E’ addetto alla comunicazione presso la Provincia di Pescara (settore Ambiente). Autore di diverse pubblicazioni su personaggi illustri abruzzesi operanti in campo artistico è manager culturale nonché promotore di eventi relativi l’arte contemporanea. Di recente ha assunto la carica di Direttore Artistico presso il Museo di Arte Contemporanea – Castello di Nocciano, Pescara.

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