29 Luglio 2008

Il paesaggio contemporaneo, il sociale e la ricerca artistica nel Museo di Fotografia Contemporanea

di Marina Greco (Blog Cinisello Balsamo. Interviste Musei)

Roberta Valtortai, direttrice scientifica del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, intervistata dalla redazione di Comuni-Italiani:

Come è nato il museo?
Il Museo di Fotografia Contemporanea nasce da un progetto della Provincia di Milano denominato “Archivio dello spazio”, svoltosi nell’arco di dieci anni, dal 1987 al 1997, dedicato al paesaggio della provincia di Milano in trasformazione.
interno_bookshop.jpgIl progetto aveva portato alla formazione di una collezione di quasi 8.000 fotografie di più di cinquanta autori italiani molto importanti e questo convinse la Provincia a dar vita a una situazione stabile per la fotografia, mancante in Italia: questa decisione generò l’idea di un vero e proprio museo.
Al progetto aderirono subito il Comune di Cinisello Balsamo offrendo la sede, Villa Ghirlanda, e vi fu anche il sostegno della Regione Lombardia e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Un comitato scientifico disegnò il profilo culturale e organizzativo del museo, che inaugurò nel 2004.
Nel 2005 il museo si costituì in fondazione.

Qual è il patrimonio che lo caratterizza?
Il patrimonio fotografico conta più di un milione di immagini, negativi e positivi, di più di trecento autori sia italiani che stranieri, organizzati in venti fondi fotografici, databili dal secondo dopoguerra a oggi, con forte accento sulla contemporaneità.
Temi forti delle collezioni sono il paesaggio contemporaneo, il sociale, la ricerca artistica.
Il patrimonio librario conta 13.000 volumi e molte raccolte di importanti riviste italiane e internazionali.

Cosa attira di più i visitatori?
Abbiamo flussi regolari di visitatori e la presenza di molte scuole, dalle elementari alle università.
Anche seminari e conferenze sono un punto di forza del museo.
Il progetto di arte pubblica “Salviamo la luna”, ideato e coordinato da Jochen Gerz, con quasi 4.000 persone concretamente coinvolte nella costruzione del progetto, ha indubbiamente richiamato un grande pubblico sia di specialisti del mondo dell’arte sia di appassionati e curiosi.

esterno-con-pannelli-per-mostre.jpgQuale opera o collezione le piace personalmente di più?
Non posso fare differenze fra le collezioni che costituiscono il patrimonio del museo. Devo dire che il fondo “Archivio dello spazio” che ha dato l’avvio al museo stesso è simbolicamente quello che guardiamo con particolare affetto.
Ma tutte le collezioni sono tutte molto importanti, ad esse molti studenti hanno dedicato le loro tesi e molti studiosi la loro attenzione di specialisti.

Qual è la valenza didattica del suo patrimonio? Come e con quali risultati si rivolge agli studenti?
Molto elevata. I temi presenti nelle collezioni sono molti e importanti e consentono un lavoro didattico serio e articolato.
Ci rivolgiamo agli studenti in vari modi: attraverso le tradizionali visite guidate e i laboratori, ma anche attraverso progetti speciali scuola-museo che vedono gli studenti impegnati con il museo in progetti annuali o biennali. Quest’anno abbiamo anche realizzato il progetto “The MobileCity”, insieme a Provincia di Milano e Comune di Milano e in collaborazione con la città di Toronto, dedicato agli adolescenti e all’utilizzo della fotografia fatta con il cellulare.

Ci sono appuntamenti clou e rassegne prestigiose da non perdere?
Senz’altro l’importante mostra “Robert Frank. Paris” che aprirà il 20 settembre 2008 e durerà fino a fine anno. E successivamente, in aprile 2009, la mostra delle nuove acquisizioni del museo, con opere acquistate, avute in donazione o ricevute in deposito dal 2004, data della nascita del museo, ad oggi.

Quali sono i servizi che offrite ai visitatori?
Visite guidate per gruppi e famiglie, corsi di aggiornamento su temi vari, consultazione delle collezioni attraverso l’uso di un sensitive wall, consultazione dei video realizzati dal museo e di molti materiali sulla fotografia contemporanea e i suoi autori, biblioteca, assistenza nelle ricerche e nelle tesi. Abbiamo anche un simpatico bar-ristorante.

Quale ruolo assolve, dal punto di vista sociale e culturale, nell’ambito territoriale?
Il museo dialoga con la città di Cinisello Balsamo attraverso le mostre che realizza all’aperto in piazza Gramsci, attraverso il servizio educativo rivolto alle scuole e ai gruppi. Ha realizzato per la città il progetto “Salviamo la luna”, che ha coinvolto anche il territorio del nord Milano, e il progetto “The Mobile City”, con incontri in numerose città dell’hinterland milanese. La cultura è parte della società e della vita delle persone e il museo lavora su proposte culturali da offrire al pubblico come modo per utilizzare il tempo libero.

Come immagina il museo da qui a dieci anni?
Con una sede più grande, un gruppo di lavoro più grande, un collegamento molto forte con la città dopo che si sarà seriamente sviluppata l’area metropolitana e non esisterà più differenza tra Milano e hinterland, con collezioni molto molto grandi e rivolte non solo alla fotografia, ma anche al video, al web, alle esperienze creative virtuali. Immagino anche che il museo rafforzerà la sua funzione educativa e il suo rapporto con l’università e le scuole d’arte, forse fino a inglobarne qualcuna.

Riferimenti:
Museo di Fotografia Contemporanea
Villa Ghirlanda, Via Frova, 10 - Cinisello Balsamo
Telefono: 02-6605661
Indirizzo email: info@museofotografiacontemporanea.org
Sito Web: www.museofotografiacontemporanea.org

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