Circa tre anni fa mi trovavo per lavoro nei dintorni del Lago Trasimeno. Allo scopo di riempire due ore di buco, mi diressi verso Castiglione del Lago, incuriosito dal nome e dal fatto che ne avevano ben parlato. Lo ammetto, anche nella speranza di incontrare Laura Chiatti, la mia attrice preferita e originaria di questa città.
Ricordo perfettamente l’attimo in cui trovai parcheggio, una piccola piazzola sottostante all’ingresso del centro storico. Pochi passi in salita ed eccomi alle porte della Castiglione antica. La parte storica si conserva perfettamente, protetta gelosamente dalle sue mura. Ad un lato dell’entrata notai una scritta che recitava:”Castiglione del Lago, uno dei borghi più belli d’Italia”. Subito pensai maliziosamente ad uno spiccato, nonché comprensibile, tentativo di valorizzare il borgo.
Con crescente curiosità proseguii lungo la via principale. Era tutto un pullulare di negozi, piccoli laboratori, che producevano e vendevano souvenir ed oggetti caratteristici. Mi sorprese la cura, fin nei particolari, con cui le case e i palazzi sono stati conservati e restaurati. Tutto all’insegna del glorioso tempo passato, come riportano le storiografie locali.
In cerca di scorci indimenticabili, ed anche allo scopo di testare la fotocamera nuova di zecca, mi diressi verso il promontorio più estremo che dà sul Lago Trasimeno: uno spettacolo davvero mozzafiato. Immortalare la linea piatta dell’acqua, tra le feritoie delle mura è stato un virtuosismo artistico stimolante. Tale era la suggestione che quasi ho creduto di essere un grande fotografo (quando mai!). Con crescente soddisfazione per ciò che stavo vivendo e vedendo, andai verso la prima grande attrazione di Castiglione del Lago, ossia il Palazzo della Corgna, dal nome del Marchese che a lungo lo abitò. Molto suggestivo, se si pensa che inizialmente era un agglomerato di case singole e castelli, poi unificate. Ho provato un brivido nell’apprendere che vi soggiornarono nientemeno che Niccolò Machivelli e Leonardo da Vinci!
La seconda attrazione, che ho trovato magnifica nel suo genere, è la cosiddetta Fortezza, ossia un complesso a pianta pentagonale, eretta a partire dal Duecento con funzioni militari e di difesa. È ricca di torri di avvistamento dalle quali, immagino, si possa godere un’ottima visuale sul circostante lago.
Soddisfatto di tutto ciò, ma con ancora la speranza di un mitico incontro con la bella Chiatti, andai verso l’altra parte del borgo, quella abitata. Devo ammettere una certa maleducazione che mostrai verso alcuni castiglionesi, uno in particolare. Poiché lungo le strade, quel giorno, usavano offrire degli ottimi spuntini a base di formaggi e insaccati, allo scopo di venderli, rifiutai nettamente all’ennesimo invito (era il terzo!).
Ormai ero conquistato dal borgo che quasi mi stavo dimenticando del motivo per cui ci ero andato, la mia amata Laura Chiatti. Tanto che entrai in un info point per requisire quanto più materiale possibile per futuri weekend da trascorrere in tutta tranquillità. Scoprii che ogni due anni si celebra una famosa manifestazione in cui i protagonisti sono gli aquiloni: si chiama Coloriamo i Cieli. Oppure che qui risiede una prestigiosa scuola di musica per artisti in erba. Infine, c’è un tragitto pedonabile, chiamato Percorso Vita, che circoscrive tutto il promontorio fin sotto alla Fortezza. Sicuro obiettivo per un prossimo viaggio.
Ormai era giunta l’ora di partire, di lasciare quel mondo a parte, quell’atmosfera che ti separa dal resto del mondo e ti cala in una fiaba. Non incontrai la Chiatti (seppi successivamente che era in giro per l’Italia a girare film), ma scoprii un borgo che meritava di essere annoverato, ad onor della verità, come tra i più belli d’Italia.
(Foto 1 e 2 di Sonietta46 in Licenza Creative Common)
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