1 Ottobre 2008

La via “barocca” tra Occidente e Islam

di Marcello Di Sarno (Blog Noto. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Noto Corrado Valvo intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Noto a chi oggi la vive quotidianamente?
Siamo persone estremamente fortunate in quanto beneficiari di un’eredità dal valore incommensurabile – oggi patrimonio dell’umanità – lasciataci dai nostri avi. Questi ultimi, a seguito del disastroso sisma del 1693, fecero risorgere la città dalle sue ceneri, consegnandola a noi nella splendida veste nobiliare dei suoi palazzi e delle sue chiese. Una capacità di reazione che si è avuta anche dopo l’ultimo sisma del 1990, passato alla storia come Terremoto di Santa Lucia, testimoniata dall’alta percentuale di beni culturali ristrutturati: circa l’80%.
L’ultimo grande passo compiuto in tal senso è il restauro dello splendido Palazzo Nicolaci, la cui iCorrado Valvonaugurazione è prevista per il prossimo 25 ottobre. A distanza soltanto di un anno dall’inaugurazione della nuova Cattedrale di San Nicolò – esempio insuperabile di architettura barocca –, un lavoro durato 10 anni e passato attraverso l’impegno di quattro governi.
Ambiente e beni culturali: questi i confini entro cui si disegna il disegno urbano della Noto moderna e al contempo i binari su cui procede la nostra azione amministrativa. I ritmi della quotidianità consegnano un clima di tranquillità e di vivibilità secondo gli standard più alti.
La nostra economia rispecchia fedelmente le caratteristiche regionali. Si vive soprattutto di agricoltura e di turismo. Per dare l’idea della solidità del nostro comparto turistico cito gli ultimi dati: le presenze di quest’estate, in controtendenza rispetto al dato nazionale, hanno fatto registrare una crescita del 4%.
Accanto a questo c’è un altro dato significativo che tiene conto dell’arrivo di nuovi residenti, originari della provincia di Milano e di Malta, i quali hanno rilevato antiche masserie, ristrutturandole per uso abitativo e in alcuni casi – vedi la nuova tenuta del gruppo vinicolo toscano dei Moretti – insediandovi attività produttive.

Tre validi motivi per visitarla?
La qualità di vita innanzitutto legata al clima mite, al ricco patrimonio naturalistico e allo spirito d’accoglienza della gente.
Le eccellenze del nostro comparto agricolo che vanta la produzione tra gli altri di un olio dop, l’Ibleo, di vini doc – il Nero d’Avola, il Moscato di Noto e l’Eloro – il pomodoro e la Mandorla di Noto che si può gustare in tutto il suo sapore al celebre Caffè Sicilia, premiato da Gambero Rosso come miglior caffè d’Italia.
E poi siamo la capitale del barocco, a parer mio, ben oltre i confini della Sicilia. Una cornice più unica che rara in occasione di eventi come l’Infiorata della terza domenica di maggio, che vede via Nicolaci trasformata in un tappeto di petali, che di anno in anno propone soggetti e colori sempre nuovi.
Sul fronte dei collegamenti siamo messi bene e dopo il completamento del tratto autostradale Siracusa-Catania saremo ancora meglio: la nuova infrastruttura, di prossima inaugurazione, consentirà spostamenti più rapidi con lo scalo aeroportuale.

Chi o cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità dei notinesi?
Vi sono più passaggi che hanno costruito l’identità culturale dei notinesi.
Se devo indicarne uno su tutti, senza dubbio la distruzione dell’antica città nel 1693 e la ricostruzione del nuovo nucleo nella valle dei Meti ha forgiato la tempra degli abitanti di Noto.
Qui va ricercato quello spirito di rinascita che contraddistingue il nostro Dna storico, non disgiunto dalla capacità da parte delle diverse amministrazioni succedutesi nel tempo di promuovere il territorio oltre i confini regionali e nazionali. N’è una prova l’annuncio dell’ultimazione del restauro della cattedrale dato a Palazzo Chigi.

Per quale aspetto del suo Comune e della sua gente Corrado Valvo, da cittadino prima ancora che da sindaco, va fiero?
La prima cosa che mi viene spontanea è l’Oasi di Vendicari. Pensi ci vado a correre di notte. Un crogiolo di colori, essenze e suoni. Un luogo magico che la saggezza dei miei predecessori è riuscita a sottrarre a un folle progetto industriale (negli anni ’70 si ipotizzava di farne un centro petrolchimico).

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro di Noto?
Lo vedo positivo non fosse altro che per la consapevolezza che hanno i miei concittadini delle loro possibilità di sviluppo. Un fattore positivo che sta mietendo ottimi risultati è la felice sinergia di pubblico e privato, che consente di non stravolgere l’aspetto di città “bene culturale e ambientale”.
Il modello che perseguiamo non è quello di città museo, ma di “città dei musei”, in grado cioè di ricavare dai tesori del passato nuovi impulsi per investire nel futuro.
Tra questi merita una menzione particolare il concorso letterario che stiamo portando avanti con la valente collaborazione del giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco. L’ambizione è quella di fare di Noto un caposaldo della cultura mediterranea, alla luce del rapporto tra occidente e Islam. Su questa strada del resto si è sempre indirizzata l’azione pastorale del nostro vescovo monsignor Mariano Crociata, recentemente nominato segretario della Cei da papa Benedetto XVI.
Altre opere che stiamo portando avanti vanno nella direzione di promuovere un turismo di qualità, un turismo slow che guarda più alla qualità che ai numeri.

Una domanda che per lei è d’obbligo rivolgere su Noto e la risposta che darebbe.
“Cosa si aspetta dalla comunità?”
“Mi aspetto un maggiore coinvolgimento da parte di tutti, dal commerciante al consigliere comunale e così via. I sindaci passano, così come le maggioranze di governo. Ciò che sopravvive al tempo sono i progetti unitari, concepiti per il bene della comunità e che fanno inorgoglire”.

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