Qual è il posto più bello d’Italia?
Capita sovente di sentirsi rivolgere questa domanda o di porsela in prima persona, scoprendosi immediatamente in difficoltà nel trovare una risposta. Vuoi per esperienze personali, per racconti di amici e conoscenti o per immagini viste nei libri e alla TV risulta impossibile identificare un unico luogo degno di tale appellativo. Quel che è certo, tuttavia, è che nell’elenco delle località papabili trova spazio la piccola frazione del comune di Riomaggiore nota come Manarola.
Appartenente all’area spezzina delle rinomate Cinque Terre, Manarola si contraddistingue per la particolarità del paesaggio che fonde il fascino del mare a quello delle colline. Grappoli di abitazioni arroccate su un promontorio roccioso danno vita ad un silente borgo che sembra affacciarsi con timida riverenza sulle sottostanti acque liguri. La presenza delle caratteristiche case torri, tipiche degli agglomerati urbani della Liguria, è all’origine dei numerosi carrugi, come vengono definiti in dialetto locale gli strettissimi vicoli e gli angusti portici propri della regione.
Per raggiungere il centro di Manarola occorre abbandonare l’auto ed affidarsi alle meno inquinanti gambe. La zona, difatti, appartiene ad un sito UNESCO in quanto ritenuta ufficialmente “patrimonio mondiale dell’umanità”. La sottile lingua d’asfalto che scenda dal poggio verso la costa si mostra a tratti ripidissima. Procedendo a valle, il catrame cede il posto ad un più grazioso selciato che abbellisce, quasi fosse un prezioso mosaico, la graziosa chiesetta che sorge nello slargo principale dell’abitato. Da qui è possibile ammirare uno scorcio di natura tanto suggestivo da sembrare irreale. Ci vuole qualche istante prima di scorgere le increspature del mare, le movenze sinuose delle verdeggianti chiome degli alberi e le poetiche danze delle nubi, ed accorgersi che non si tratta di una cartolina.
Proseguendo nella camminata si raggiunge, attraverso una stretta scalinata, uno sperone di roccia che rappresenta il porto. Lo spettacolo delle bianche creste delle onde che si infrangono con le grigie pareti di pietra, da’ vita ad un concerto orchestrato con ritmo dal genio sapiente di madre natura.
Dopo qualche attimo di meditazione con lo sguardo perso nell’infinita lucentezza dell’orizzonte si torna indietro, verso un bivio precedentemente superato, per prendere la strada opposta. “Punta Bonfiglio” si legge sul cartello che indica la direzione e si avanza poi verso l’ultimo tratto della cosiddetta via Belvedere che, come si può intuire dal nome, costituisce un’incantevole terrazza dalla quale è possibile godere del paesaggio attraverso una differente angolazione.
Gettando il guardo sulle colline si notano infine delle insolite sagome e si viene subito colti da un certo stupore. Solo chiedendo agli abitanti del luogo o ai turisti più informati si riesce a svelare il mistero: si tratta dei personaggi di un presepe a cielo aperto che ogni anno, a Dicembre, vengono illuminati mediante apposite luci collocate lungo il loro perimetro e danno vita ad una rappresentazione che coinvolge l’intero poggio.
Una manifestazione, quindi, che aggiunge un tocco di magia ad una terra magnifica, cara soprattutto agli amanti che possono consolidare il legame affettivo tra i romantici sentieri che formano la cosiddetta “via dell’amore”.
(Foto di Casey Muller in Licenza Creative Commons)
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