Iole Palombo, giornalista per il Corriere del Mezzogiorno ci parla di Battipaglia.
Come è nata la sua vocazione di giornalista?
Negli anni del liceo, quando contestavamo le riforme scolastiche approntate negli anni ’90. Lì ho iniziato a riflettere sull’importanza dell’informazione e della comunicazione e mi è venuta voglia di far parte di questo mondo attivamente. Inoltre sono sempre stata un’appassionata lettrice.
Qual è la cosa che più le piace del suo lavoro?
Il fatto di essere sempre a contatto con tante persone e di potermi confrontare con esse. Fare il giornalista non è mai uguale, ogni giorno è una sfida diversa, tutto ciò comporta ovviamente ritmi molto serrati e nessuna organizzazione dell’orario.
Ci presenti in poche battute la sua città.
Battipaglia è una città ricca di potenzialità, nodo stradale e ferroviario per la Calabria e la Basilicata, ha una vocazione agricola, con prodotti di eccellenza (fragole e carciofi) e zootecnica (allevamenti bufalini per la produzione di mozzarella), ma al contempo anche industriale per la lavorazione della plastica e delle fibre ottiche.
Attualmente la città sta vivendo un momento di recessione dovuto all’instabilità politica, che ha portato più volte al commissariamento del Comune, e a una scarsa tutela delle attività economiche locali (la crisi del comparto caseario a causa dello scandalo della diossina e l’incessante richiesta di case che porta ad una sottrazione di terreni all’agricoltura, in particolare nelle zone Spineta e Santa Lucia). Senza dimenticare la crisi dei produttori agricoli legata al problema della commercializzazione con l’imposizione dei prezzi da parte della grande distribuzione.
Cos’è a tutt’oggi che le manca di Battipaglia?
In primis il contatto quotidiano con i familiari e gli amici e poi, senza dubbio, il mare non solo in estate, ma anche in inverno. Trovo, infatti, che non ci sia niente di più rilassante di una passeggiata sulla spiaggia.
Ci racconti un aneddoto di cronaca che riguarda la sua città
Sono due i fatti che hanno segnato la storia della città: uno è lo sciopero del ’69, quando la popolazione insorse per la minacciata chiusura di due stabilimenti che davano lavoro a migliaia di persone (lo zuccherificio e il tabacchificio). Negli scontri morirono 2 persone. E l’altro e la sparizione del sindaco Lorenzo Rago di cui ancora non si è ritrovato il corpo.
Ci racconti un aneddoto della sua vita legato a Battipaglia
Sicuramente la cosa che mi capita più spesso è ritrovare la mia città nelle etichette delle mozzarelle in vendita su tutto il territorio nazionale. Infatti, non appena dico la mia provenienza, c’è sempre qualcuno che mi chiede: “Quando ci porti le mozzarelle?”
Cosa le piacerebbe fare per la sua città se ne avesse la possibilità?
Sicuramente mi piacerebbe che fosse riservata una maggiore attenzione all’ambiente. Per prima cosa farei delle piste ciclabili visto che la città è tutta pianeggiante e spingerei tutti i cittadini all’uso della bici come accade nelle città del Nord Italia e Europa. Magari si riuscirebbe a eliminare il problema del traffico che da anni non trova una soluzione.
Com’è il suo rapporto con essa?
E’ un rapporto molto conflittuale. Da una parte c’è la spinta a ritornare e a impegnarmi per migliorarla, dall’altra la coscienza della difficoltà oggettiva di vivere e lavorare qui.
Negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti importanti?
Credo che il cambiamento più importante riguardi il forte inurbamento che ha cambiato il volto della città, cambiamento che però è avvenuto senza regole per l’assenza di un piano regolatore e che troppe volte ha tenuto conto più degli interessi dei costruttori che di quelli dei cittadini. E’ cambiato molto anche il modo di fare agricoltura, che si è specializzata nelle colture sotto serra. Mentre l’industria è passata da quella legata alla trasformazione dei prodotti alimentari a quella delle materie plastiche e della tecnologia
Ci dica qual è il posto che le piace di più e perché
La collinetta del “Castelluccio”, come chiamiamo noi battipagliesi il castello che sovrasta la città. Da lì è possibile godere del panorama dal golfo di Salerno fino a Punta Licosa, nel Cilento, il tutto immersi tra i pini mediterranei.
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