Il Sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca intervistato per Comuni-Italiani.it
A giugno dello scorso anno ha assunto la guida della città. Quali battaglie sarà fondamentale vincere?
Credo che il risanamento urbano sia uno dei problemi da definire in maniera vera, ma occorrerà per questo arrivare ad una semplificazione amministrativa e ad un coinvolgimento dei privati. E’ certo che il problema, pur con l’impegno che verrà perseguito a livello regionale per il recupero di risorse finanziare, ha rilevante portata e se si pensa che le aree di risanamento della città sono complessivamente 783 ettari, il pubblico non potrà da solo definire il problema del risanamento urbano.
Le altre sfide importanti sono il risanamento finanziario dell’Ente, in tema di mobilità e viabilità, far attribuire a Messina la connotazione di città “frontiera”, per fronteggiare con adeguate risorse le emergenze del traffico di attraversamento Sicilia - continente e per la tipologia propria di area metropolitana.
Qualche primo passo in questi primi mesi di sindacatura?
Si può affermare che si è avviata concretamente una programmazione di ampio respiro per il futuro di Messina, di una città da tempo mortificata dall’assenza di una guida amministrativa costante.
Vi è comunque un risveglio dell’impegno costruttivo per la nostra città che, storicamente, ha coinciso anche con la ricorrenza del centenario del sisma del 1908, non vissuto esclusivamente come momento commemorativo, ma indirizzato ad un progetto di sviluppo per il territorio. Memoria e prospettiva sono quindi le componenti che oggi abbiamo dinanzi e che ispireranno, ne sono certo, il lavoro non facile dei prossimi mesi.
Che tracce resistono di quel tragico evento sismico nella Messina di oggi?
Abbiamo ricordato quella immane tragedia grazie alle memorie e al recupero del ricco materiale d’archivio, facente parte del patrimonio documentale, utile all’avvio di una stagione d’integrazione economica, culturale e sociale, per meglio programmare lo sviluppo sostenibile della comunità messinese. Le città dell’area dello Stretto possono infatti, con un nuovo sistema infrastrutturale, valorizzare i collegamenti marittimi, diportistici, ferroviari ed aero portuali, innescando il disegno di un vasto distretto turistico-commerciale, con futuro verso l’Europa e i Paesi del bacino del Mediterraneo.
La lettura della catastrofe sotto l’ottica della tragedia ha assunto un significato più che attuale, quale patrimonio culturale per costruire sui non luoghi di un tempo, un territorio configurato alle aspettative delle comunità di oggi.
Le memorie di cento anni fa, di quella Ricostruzione e non distruzione, ci offrono la possibilità di dimostrare di essere noi stessi all’altezza delle responsabilità che la storia ci pone dinanzi. L’odierna stagione di ricostruzione dei valori della città, del progetto di sviluppo, avanza combinando saldezza di ispirazione ideale e pragmatismo, lucidità di visione circa gli obiettivi da perseguire e fervida immaginazione, quanto agli strumenti da adottare. Dalla voglia di “Ricostruire”, possiamo trarre gli auspici per far ripartire un progetto comune di sviluppo con ancora maggior convinzione e forza che nel passato.
Un punto di partenza per la ricostruzione è la cultura. Quali momenti consegnano, a parer suo, l’identità culturale messinese?
Tra gli elementi che maggiormente hanno concorso a delineare l’identità della città, va annoverato senza dubbio l’aspetto connesso alla particolare fruizione popolare delle festività di mezz’agosto dalla Vara ai giganti Mata e Grifone.
Al di là delle analisi storiche ed etnoantropoligiche è importante mettere in luce di questo evento centrale dell’estate, la grande carica emozionale che riesce a trasmettere: il grande senso di appartenenza che emerge da parte di una comunità stretta attorno al simbolo della Vara, che più di ogni altro coniuga fede e tradizione, memorie e futuro. L’amministrazione comunale, in un clima di recupero e valorizzazione della storia della città, è oltremodo attenta al suo patrimonio etno-storico, consapevole della ricchezza di questo settore, scandito da secolari tradizioni e potenzialità attrattive di flussi turistici.
Oltre a quest’ultimo aspetto, su cos’altro puntate per il rilancio del settore turistico?
Questa amministrazione punta a recuperare il ruolo di città metropolitana, fornitrice di servizi, secondo una strategia che guarda alla qualità della sua vita ma non solo: all’intera provincia, con le sue proiezioni verso il Tirreno, i Nebrodi e le isole Eolie, e verso lo Ionio e l’area di Taormina; all’area integrata dello Stretto ed al rapporto con Reggio e con l’intera Calabria meridionale; al Mediterraneo ed alla scadenza del 2010 con l’istituzione dell’area di libero scambio, pensando al ruolo che l’intera Sicilia potrà svolgere nel nuovo scenario ed in questo quadro al ruolo dell’area integrata dello Stretto.
In questo disegno sarà importante essere pronti al ruolo che Messina potrà assumere nel Corridoio 1 Berlino – Palermo; a riqualificare la sua funzione di città di mare, che recupera il suo doppio waterfront verso il Tirreno e verso lo Ionio e qualificando il talento naturale nello Stretto.
Sul piano economico cosa manca a questa città per poter recitare un ruolo da protagonista nel contesto regionale?
La città ha bisogno di affrontare e risolvere criticità, nate come emergenze e diventate antropizzate, che determinano un serio ostacolo al processo di modernizzazione del territorio. Il riferimento è all’emergenza traffico, alle baracche, alla mancanza di infrastrutture strategiche (completamento svincoli, collegamento porto Tremestieri – Molo Norimberga, riqualificazione del quartiere fieristico, bonifica della Cittadella).
In tal senso abbiamo avviato tavoli operativi con le rappresentanze al Senato ed alla Camera, al Governo regionale ed all’Ars (assemblea regionale siciliana, NdR), per supplire alla mancanza di risorse economiche necessarie allo sviluppo della città. E’ opportuno infatti che ci sia convergenza e sinergia perché in sede Cipe, tra le progettazioni presentate, vengano individuate le priorità per destinare a Messina le somme non utilizzate in fase di ripartizione delle risorse.
Attraverso quali strumenti passa il futuro di Messina?
Dal Ponte sullo Stretto all’ampliamento dei nuovi approdi, al risanamento, ai progetti di sviluppo economico e sociale e, più in generale, per ogni azione connessa al futuro della nostra città; sono necessarie risorse economiche ma anche risorse intellettuali, politiche e imprenditoriali.
Messina può e deve costituire - per esempio per tutti gli imprenditori che saranno, a diverso titolo, coinvolti nella realizzazione del Ponte - non solo una mera occasione di lavoro ma un territorio capace di attivare incubatori di impresa nei settori dei servizi alla cantieristica, dei servizi turistici ed acquisire la centralità di Polo Tecnologico per l’energia sostenibile e per le nuove tecnologie.
In tal senso la città ha avviato una politica di programmazione strategica che necessita di interventi finanziari per la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. E’ necessaria comunque una specifica deroga in favore della città di Messina dall’osservanza del patto di stabilità, attesa l’importanza strategica del territorio e la necessità di attivare l’immediata spendibilità dei finanziamenti.
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