Sono migliaia le persone che ogni anno visitano Calvanico, comune della provincia di Salerno, nota in particolare agli storici per la presenza della casa natale del filosofo e giurista Antonio Genovesi.
In effetti, aver dato i natali ad un così illustre cittadino non è l’unica peculiarità di questo graziosissimo borgo.
La città è circondata, infatti, da magnifici esemplari di faggi e castagneti, attrazione principale, per lo più in autunno, del Parco dei Monti Picentini, parte della catena montuosa dell’ Appennino campano. Una natura ampiamente estesa e incontaminata che da alcuni anni è posta sotto la tutela e la salvaguardia di svariate associazioni locali.
Queste sorsero nei lontani anni ottanta, subito dopo il terremoto d’inizio decade che distrusse l’Irpinia e parte dei paesi confinanti. Le organizzazioni di volontariato si assunsero l’onere, assieme ovviamente alle istituzioni locali, di rimettere in piedi edifici e strade tragicamente distrutti dal sisma. Terminata l’emergenza urbanistica e artistica, la popolazione ebbe tempo e modo di riscoprire tesori cittadini impegnandosi, di lì a poco, a sostenerne e pubblicizzarne il valore.
Da questo impegno nacquero idee per fiere, sagre, concerti e tantissimi altri eventi dal grande appeal turistico soprattutto per quello di stampo giovanile.
Tra queste manifestazioni, quella che riscuote maggior successo, e per questo va avanti da 17 anni, è la “Festa del Boscaiolo” che si svolge a metà estate e attira gente da Napoli, Avellino e Salerno.
Il programma è davvero unico; e si perché all’interno dello scenario naturale dei boschi dei Monti Picentini vengono organizzate escursioni sui sentieri più ripidi e visite agli antichi mulini ad acqua.
Le attività vengono sapientemente gestite da uno staff di 100 persone, preparate ad istruire tutti i forestieri sulla storia e la natura della catena montuosa. Ma ciò che crea ancor di più l’atmosfera delle favole, sono le enormi tavolate in legno predisposte nelle piazze boschive. E’ proprio in questi momenti che i visitatori vengono stregati o per meglio dire incatenati a tavoli colmi di gustosi piatti locali a base di funghi porcini e prosciutti locali. E nessuno si sognerebbe mai di negare la regina dell’enogastronomia calvanese, ovvero, la macedonia ai frutti di bosco. I concerti di musica etnica e popolare completano il quadro di giornate incredibilmente magiche e coinvolgenti.
Abbiamo appena descritto momenti e iniziative incredibili e soprattutto imperdibili. Ma Calvanico è molto altro ancora. In autunno tutti i visitatori, oltre a far gran scorta di castagne e nocciole, possono ammirare, durante le fiere, i maestri artigiani alle prese con pregiati manufatti in legno. Per i bambini del paese sono loro i veri boscaioli; ed è vero in un certo senso.
Inoltre passeggiando lungo il dedalo di viuzze e piazze si scopre quanto la storia, romana, medievale e soprattutto settecentesca, abbia impresso su Calvanico il suo blasonato marchio.
Abbiamo già accennato alla casa di Antonio Genovesi, ebbene, al suo interno è ancora possibile ammirare i documenti redatti dal grande Abate e giurista, ora punto di riferimento per storici ed economisti.
Oltre la dimora del Genovesi vale la pena soffermarsi e ammirare le case di stampo gentilizio agli angoli delle piazze principali. Due sono gli edifici di maggior richiamo: Palazzo Leone costruito tra il ‘500 e ‘600, al cui interno, vi ritroviamo una piccola Chiesa e un pozzo d’epoca che rende il cortile interno ancora più caratteristico e Palazzo Conforti, anch’esso eretto a cavallo tra il XVI e XVII secolo. Quest’ultimo è custode di ampie scuderie ed un bel giardino.
Non è possibile elencare e raccontare di più. A questo punto non ci resta che metterci in viaggio per vivere da vicino tutto ciò, che qui è stato, indegnamente e maldestramente, descritto.
(Foto 1 di Istvánka in licenza Creative Commons, foto 2 di Freed73 rilasciata in pubblico dominio)
1 commento a “La casa nel bosco”
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Apprezzo molto la descrizione di Calvanico, ma devo segnalare un errore in questo blog:
a Calvanico non c’è la casa del filosofo Antonio Genovesi, essa si trova nel comune confinante Castiglione de’ Genovesi.
Calvanico ha dato i natali ad un altro martire della rivoluzione partenopea, l’Abate Giovan Francesco Conforti, nato nel 1743. Teologo, canonista, oratore, ministro dell’Interno della Repubblica Napoletana, giustiziato a Napoli il 7 dicembre 1799.
La sua casa a Calvanico fu bruciata dai reazionari e i suoi familiari furono arrestati.