Le cime delle Dolomiti Lucane emergono imponenti e incontrastate nel turchese cielo di questa meravigliosa giornata di agosto. L’austerità di queste montagne è in netto contrasto con le dolci forme dei rilievi circostanti. Una vegetazione arsa dal torrido sole di agosto colora il paesaggio di un giallo intenso che si alterna al verde di alberi e arbusti sempreverdi.
Il viaggio in macchina per raggiungere Pietrapertosa consente di vedere l’affascinante scenario da diverse prospettive. Ecco il piccolo paese abbarbicato sulle Dolomiti, come un bambino avvinghiato tra le braccia della mamma.
Lasciamo la macchina nello slargo che consente l’accesso al paese e ci soffermiamo a guardare ciò che ci aspetta, la presenza delle alte cime conferisce al paesaggio un aspetto maestoso e protettivo. Inizia la nostra gita: in modo casuale scegliamo una delle strade che si dirige verso il lato alto del paese.
Case in pietra, stradine, scalini e piccoli balconcini ci accompagnano nel percorso. Man mano che ci addentriamo nel cuore del paese le strade diventano viottoli acciottolati e aumenta la pendenza del percorso.
Signore anziane, quasi sempre vestite di nero, si riuniscono fuori le abitazioni a parlare o semplicemente a guardare le persone che passano. Saluto tutte queste bellissime vecchiette ed un sorriso cordiale trasforma il loro viso in una ragnatela di rughe.
I raggi ardenti del sole non riescono a raggiungere le strette stradine che percorriamo rendendo la passeggiata ancora più gradevole. Alzo lo sguardo e vedo le guglie delle imperatrici lucane, le Dolomiti, quasi un richiamo ci spinge ad andare verso di loro.
Il nostro scopo è raggiungere la fortezza Saracena, chiediamo informazioni ad un signore che, con forte accento locale, ci indica la giusta direzione. Percorriamo una stradina lastricata che attraversa il paese e ci conduce direttamente alla fortezza, gradini in pietra consentono di raggiungere l’arco d’ingresso.
Nicchie scavate nella roccia e feritoie attirano la nostra attenzione. Dalla Torre di Guardia diverse aperture consentono di vedere un paesaggio entusiasmante e capire la vera peculiarità di questo paese e degli abitanti “una completa simbiosi tra uomo e natura”.
Altre scalinate, ricavate nella parete rocciosa, consentono di proseguire per raggiungere la cima, la mia paura del vuoto però sconfigge la curiosità! Gli amici che mi accompagnano proseguono e mi hanno descritto un panorama esaltante che domina tutta la vallata.
Torniamo nel paese, sono circa le 12, nonostante le nostre abitudini tipicamente meridionali, l’aria frizzante e la scarpinata hanno fatto venire fame. Nel paese incontriamo nuovamente il signore che ci ha indicato la strada per raggiungere la fortezza, questa volta, confermando la disponibilità e accoglienza della gente locale, ci accompagna alla trattoria di suo cugino. Affamati e un po’ stanchi, ma sicuramente entusiasti, assaggiamo le prelibatezze locali e il proprietario della trattoria ci racconta la sua storia di emigrante in Belgio, dopo 20 anni tornato alle sue amate montagne.
Rifocillati riprendiamo la nostra gita nel paese godendoci le stradine semideserte e la tranquilla atmosfera insonnolita di un pomeriggio estivo. In un piccolo vicolo un mulo trasporta legna da ardere questa scena mi trasporta ad un’epoca passata che in città è impossibile assaporare.
In mattinata i miei compagni di viaggio hanno acquistato i biglietti per il volo dell’angelo. Raggiungiamo il posto dove si intraprende il magnifico volo, un cavo d’acciaio unisce i paesi di Pietrapertosa e Castelmezzano, regalando agli impavidi un’emozione che difficilmente dimenticheranno. Personalmente mi accontento delle emozioni visive, guardo i miei amici che intraprendono la fantastica avventura, li imbracano e poi li assicurano saldamente al cavo d’acciaio, sono pronti per partire… resto con il fiato sospeso, mi accontenterò di assaporare le loro emozioni tramite i racconti. Il paesaggio, il gracchiare dei grilli, la maestosità delle cime rendono la mia attesa breve. Tornano entusiasti ed emozionati, una navetta li ha accompagnati fino al punto di partenza.
Purtroppo il viaggio di ritorno è piuttosto lungo, è ora di andare via. Rientriamo in macchina, ciao Pietrapertosa, ciao Dolomiti Lucane, ci avete regalato colori, sapori, emozioni. A presto.
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