La bellezza struggente di Venezia, fra canali, vapore, l’acqua e i cieli blu che rimandano alle suggestione dei grandi maestri della pittura veneta come Tiziano, il Tintoretto e il Veronese, è stata filmata in un catalogo di pellicole interminabili. Dagli albori del cinema, ad oggi, dalla filmografia indipendente al blockbuster hollywoodiano, la Serenissima intrattiene un rapporto privilegiato ed unico con la macchina da presa.
Ma, in realtà, filmare Venezia non è facile; non è facile, cioè non appiattirsi su di una visione oleografica, da cartolina, per la quale, in definitiva, il cuore stesso della pellicola è la città stessa, che schiaccia ogni altro contenuto del film.
Ecco che, non a caso, partiamo da un grande maestro e da un grande film: Luchino Visconti che in Morte a Venezia (1971), tratto dall’omonimo capolavoro di Thomas Mann, ci restituisce la malinconia di una bellezza decadente e rarefatta che fa da contraltare alla senile ricerca del bello del professor Von Aschenbach, interpretato da un formidabile Dirk Bogarde.
Ma Venezia può essere anche la surreale ambientazione di una commedia, come in Yuppi du (1975), una delle rare pellicole di Adriano Celentano, in Venezia, la luna e tu (1958), con Alberto Sordi, in Anima persa (1976) di Dino Risi e con Vittorio Gassman, o dell’acclamatissimo Pane e tulipani (2000) di Silvio Soldini, con Licia Maglietta e Bruno Ganz.
Torniamo ai capolavori e entriamo nella prestigiosa università Ca’ Foscari, dove studia Dominique Sandà ne Il giardino dei Finzi Contini, di Vittorio De Sica, del 1970.
Il meraviglioso Palazzo Ducale, ovviamente, fa da sfondo all’Otello di Orson Welles, del 1952. Mentre piazza San Marco la ritroviamo in Io e …, di Luciano Emmer, con il grande scrittore veneto Goffredo Parise protagonista che la piazza definisce “la più grande opera d’arte della vita”, mentre maneggia un piccolo e squallido souvenir: la prima San Marco che Parise vide bambino, non ancora giunto a Venezia.
Ovviamente la piazza e il campanile li ritroviamo in centinaia di altri film: Tutti dicono I love you (1996) di Woody Allen, Viaggi di nozze (1995) di Carlo Verdone o Italiano per principianti (2000) di Lone Scherfig.
Lasciamo, ora, i canali per i cuori romantici e sfrecciamo sul Canal Grande in Moonraker, dove lo 007 Roger Moore è protagonista di grandi inseguimenti in battello. Fra l’altro già Sean Connery, in Dalla Russia con amore, aveva portato Bond a Venezia. E’ ancora fatale il Canal Grande per Katherine Hepburn in Tempo d’estate (1955), di David Lean, dove la protagonista si innamora di Rossano Brazzi.
Venezia e l’amore, un binomio indissolubile che ritroviamo nel melò Anonimo veneziano, del 1970, diretto da Enrico Maria Salerno con Florinda Bolkan e Tony Musante.
Anche Giulietta e Romeo (1954) di Renato Castellani, il dramma romantico shakespeariano per excellence, è ambientato nella Serenissima.
Lasciamo l’amore per l’eros e ricordiamo La chiave (1983), il film erotico che lanciò Stefania Sandrelli come sex symbol, diretto dal veneziano Tinto Bras che ambientava il film fra la Giudecca e il Lido. Od, ancora, Al di là del bene e del male (1977), di Liliana Cavani, dove la laguna è l’ambientazione delle torbide avventure passionali di Nietzsche.
Esploriamo, infine, i monumenti più belli della città attraverso gli occhi dei registi.
La chiesa della Salute, ad esempio, la ritroviamo in Zelig (1983), dove Woody Allen incontra Susan Sontag sul ponte di fronte alla chiesa; la Salute è anche in Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), la terza puntata della saga di Steven Spielberg, con Harrison Ford e Sean Connery.
Il ghetto, invece, è eternato in Senso (1954) di Visconti. La riva dei sette martiri, invece, la troviamo in Aprile di Nanni Moretti e la Giudecca in Fatto di cronaca (1944) di Piero Ballerini.
Ritorniamo, invece, ai grandi classici ambientati in una Venezia… ricostruita in studio! Come Anna Karenina (1927) di Edmund Goulding con una bellissima Greta Garbo, Mancia competente (1932) di Ernst Lubitsch, e Cappello a cilindro (1935) con Fred e Ginger.
Ci sono, poi, una sfilza di pellicole sempre ambientate a Venezia, ma per motivi fisiologici. E’ il caso dei drammi shakespeariani de Il mercante di Venezia (l’ultimo film, del 2004, è diretto da Michael Radford ed interpretato da Al Pacino), od Otello (oltre la versione di Wells, ricordiamo la trasposizione di Zeffirelli), o di tutte le pellicole che hanno per oggetto il più famoso amante delle città lagunare: Casanova. Come Il cavaliere misterioso (1948), con Vittorio Gassman, Le avventure di Casanova (1955), di Steno o l’omonimo capolavoro (1978) di Federico Fellini.
Anche l’imperatrice Sissi va a Venezia, in Destino di un’imperatrice (1957) con Romy Schneider.
La laguna fa da sfondo, ovviamente, anche a molti thriller: spettacolare è Nikita (1990) di Luc Besson.
Concludiamo questa carrellata fra Venezia e il cinema ricordando, ovviamente, che la Serenissima è la capitale del cinema, in Italia. Non solo, infatti, il Lido è sede della famosa Mostra del cinema dove si assegna l’ambito Leone d’Oro, ma la stessa città lagunare fu scelta da Mussolini per il cinema di regime prima che prendesse corpo l’opzione Cinecittà.
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