Al principio di giugno mi trovavo a Napoli, una visita di piacere che ogni tanto, nel fine settimana, mi concedo quando trovo qualche buona offerta aerea. Molte zie e cugini abitano giù e così ne approfitto per visitare loro e la città. Quel week end andammo in provincia di Avellino precisamente a Summonte, nella regione Campania. Il tragitto da Napoli al comune di Summonte è costellato ad un certo punto di curvoni che rendono la permanenza in macchina poco piacevole, almeno per il mio stomaco, riscopertosi troppo sensibile negli ultimi anni. Nonostante ciò, il viaggio fu piacevole, mi diverto sempre tanto in compagnia dei miei cari e anche quella volta non furono da meno in quanto ad allegria e buon umore!
Giungemmo a Summonte, il quale si trova ad una altitudine di 738 metri sul livello del mare e dista circa 8 km da Avellino. La cosa che mi colpì, a parte le bellezze del luogo che pian piano ammirammo, fu la storia del comune stesso. Summonte si trova alle pendici di un monte, il Vallatrone ed è proprio da qui che ne trae la sua denominazione, appunto Summonte derivata dall’espressione latina Sub – Monte, sotto il monte, indicando così la sua precisa posizione.
Informandomi, venni a conoscenza che le prime origini della cittadina risalgono all’VIII secolo dove in un documento veniva citato il comune e ancora, grazie ad alcuni scavi si venne a conoscenza di alcune tombe irpinie. Insomma la storia di certo non mancò e noi non tardammo ad affrontare la scoperta del paese.
La prima cosa che ci colpì fu la Chiesa dell’Annunziata, situata nel centro storico e risalente al 1597. In essa vi sono conservate opere che spaziano in un periodo di tempo compreso tra il Quattrocento e il Settecento e la sua facciata semplice e lineare mostra la cura che il comune ha adottato nel conservare le bellezze del luogo.
Camminando camminando ci trovammo di fronte ad un grosso albero di Tiglio che risiede nell’omonima piazza. Viene chiamato Tiglio secolare proprio perché ha 240 anni, da un cartello apposto accanto ad esso, venimmo a conoscenza della sua altezza, 34 metri e della sua circonferenza, 8 metri. Tale albero è uno degli alberi monumentali d’Italia. Non male oserei dire!!
Proseguimmo nella nostra passeggiata alla scoperta di Summonte. Passeggiando per la piazza in pavè ammirammo, alla sinistra del secolare Tiglio, Palazzo De Cristofaro in Piazza Alessio de Vito, risalente al XVII secolo; una palazzina molto semplice e di color bianco. Mentre sul lato destro dell’albero apprezzammo il monumento ai caduti, una sfera divisa in due, forse il simbolo del mondo spaccato dalla guerra.
Ci colpì molto il castello, risalente al XVII secolo, di cui oggi si conservano solo delle parti, mentre una delle tante e affascinanti opere che ci impressionò, fu la Torre Medievale, conosciuta anche come Torre Angioina, un simbolo del comune che lo sovrasta dall’alto dal XI/XIII secolo, circa. Anche alla vista di quest’opera non potemmo fare a meno di dire che il comune ha conservato in modo egregio i suoi monumenti facendo in modo che tutti, ad oggi, possano ammirarne il fascino e lo splendore.
Noi che siamo amanti delle camminate e delle scoperte non potemmo fare a meno di notare uno splendido itinerario proposto dal comune, questo si chiama Percorso Ambientale Summonte-Campo San Giovanni. Leggemmo tutte le spiegazioni per poter fare una bella escursione e scoprimmo che l’itinerario è lungo circa 6 km e dura approssimativamente due ore. Si passa lungo i sentieri del Monte Partenio sino ad arrivare ad Urupreta per ristorarsi, al Castellone per esercitarsi in equitazione e Campo San Giovanni per apprezzare i cibi salutari e l’acqua gelida della fonte.
Insomma, a Summonte non manca praticamente nulla! Verso sera andammo a mangiare e incontrammo il sindaco del comune, un uomo alla mano e di larghe vedute. Dopo aver chiacchierato con lui pensammo che tutte le cose che ci eravamo detti durante il giorno, inerenti alla buona conservazione dei monumenti, erano azzeccate. L’innovazione e il miglioramento del comune sono le carte di presentazione di Summonte.
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