16 Aprile 2008

Un corpo italiano, austroungarico nell’anima

di Marcello Di Sarno (Blog Trieste. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Trieste Roberto di Piazza intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua Città a chi oggi la vive quotidianamente?
Siamo da anni ai primi posti nei parametri nazionali come qualità della vita: questo fa di Trieste una città ideale che Roberto Di Piazzarisponde a tutte le aspettative e del singolo e della collettività. Non abbiamo alcun problema riguardo alla sicurezza, al traffico e in generale alla gestione della cosa pubblica. A ciò corrisponde una fruibilità dei servizi da parte dei cittadini che è al pari con gli standard più alti del panorama europeo. Un esempio su tutti, il servizio di trasporto pubblico urbano è un modello che ci invidiano nel resto d’Italia.

Tre validi motivi per visitarla?
Una capitale mitteleuropea, multietnica, multireligiosa – oltre alla seconda sinagoga più importante d’Europa, abbiamo le chiese serba, slovena, greca - e multiculturale come la nostra, di ragioni per visitarla ne offre una miriade. Ai monumenti, ai palazzi e ai tanti luoghi d’interesse storico, si aggiunge il fascino immortale di una città di confine, teatro di eventi, quali le due Guerre Mondiali, che hanno segnato la storia europea e non. Eventi che l’hanno resa una città dal corpo italiano ma con l’anima austroungarica.

Chi ha fatto la storia della sua Città?
Più che di storia, parlerei di identità, di quello spirito che oggi aleggia in ogni aspetto della quotidianità di Trieste e sostanzia il retroterra culturale di ogni triestino. Uno spirito che si è plasmato nella grande letteratura di James Joyce, Umberto Saba, Italo Svevo, Claudio Magris, tanto per citare gli esempi illustri.

Per quale aspetto della sua Città va personalmente fiero?
Il senso civico e la cultura che contraddistingue la vita della nostra comunità in ogni sua espressione. Valori universali come la civiltà, l’educazione, la tolleranza, il rispetto per l’ambiente e per gli animali, qui presenti come in nessun’altra città, mi rendono più che orgoglioso di poterla rappresentare istituzionalmente.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua Città?
Il 21 dicembre dello scorso anno sono cadute le frontiere con la Slovenia. E’ un’opportunità unica che proietta Trieste verso il ruolo di capitale internazionale dei collegamenti con l’Europa centrale e orientale. In questa direzione procedono i progetti di potenziamento della viabilità triestina e di riqualificazione del Porto Vecchio, due obiettivi da cui dipende buona parte del futuro della città.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua Città e la risposta che darebbe.
Che cosa ha rappresentato il passato nella crescita di Trieste? Ha rappresentato qualcosa di tragico, di drammatico, ma anche l’humus su cui è fiorito quel senso di alta civiltà e di tolleranza, grazie al quale è stato possibile ricostruire la normalità e consegnare la città a quel ruolo internazionale che in pochi possono vantare.

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