Un’associazione dai molteplici intenti, che pone al centro della sua opera la valorizzazione dell’uomo, dall’infanzia alla terza età. Così diventano trainanti iniziative sociali che coinvolgono la popolazione triestina e che hanno il duplice intento di aggregazione, ma anche di conoscenza di un territorio dalle infinite risorse, naturali, culturali, culinarie ed enogastronomiche. Un viaggio tra i volontari della Pro Loco di Trieste per conoscere le iniziative messe in campo.
Maddalena Mayneri ha passato gran parte della sua vita a Trieste, città della quale è ancora innamorata nonostante desideri vederla cambiare in alcuni dei suoi aspetti. Nel suo racconto, si aprono scorci sul paesaggio triestino e finestre sull’attività cinematografica che della città ha premiato i suoi innumerevoli e affascinanti luoghi.
Se non rifletti e guardi solamente la città, hai l’impressione di camminare in un paese del nord Europa. La sua aria seria, austera in alcuni momenti, spiega perché la chiamano Vienna. I suoi palazzi ricordano momenti di enorme importanza storica e architettonica.
Lo sapete chi ha inventato gli agriturismi, così tanto di moda? Parliamo di dispotismo illuminato, di Vittorio Emanuele, Maria Teresa d’Austria e presidenti della Repubblica. Scopriamo gli osmitza, la cucina triestina e un’ufficiale anagrafico scontroso. Incontriamo Vlada del Ristorante Ai Fiori di Trieste e viaggiamo nelle Mitteleuropa, fra kren, saor, Terrano, fin giù le Bocche di Cattaro.
Valori universali come la civiltà, la tolleranza, il rispetto per l’ambiente e per gli animali, sono, per il Sindaco, qui presenti come in nessun’altra città. Una capitale multietnica, multireligiosa e multiculturale che conserva limpida la memoria di un passato tragico, ma su cui impernia il suo prestigio internazionale. L’ambizione? Recitare un ruolo da protagonista nei collegamenti con l’Europa centrale e orientale.