25 Luglio 2008

Oltre le antiche porte del Colle del Sole… bibbidi bobbidi boo!

di Marcello Di Sarno (Blog Perugia. Interviste Giornalisti)

La giornalista e scrittrice di Perugia Federica Federici intervistata per Comuni-Italiani.it. Attualmente lavora come telegiornalista presso la redazione del TG4 a Roma e come inviata per la rubrica di spettacolo “Sipario”. In passato ha collaborato tra gli altri per “La Nazione” e “Il Messaggero” da Perugia, curando rubriche di cinema e musica. E’ nota al pubblico anche per la sua attività di scrittrice, improntata per lo più al genere della fiaba e alla letteratura per ragazzi. Sua ultima pubblicazione è il romanzo storico “Volto di Rosa” edito da Midgard. Di prossima uscita un volume sulle leggende di Perugia e una trilogia fantasy.

Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Mia zia, Flavia Marchionni, sorella di mia madre e caposervizio Raitre Umbria, mi faceva da baby-sitter, e poi scappava a condurre il telegiornale. A 3 anni dissi che volevo farlo anch’io…

Che ruolo ha avuto Perugia nella crescita professionale della “cinderella” del giornalismo?
Cominciai a 16 anni a collaborare per “La Nazione” che si trovava all’epoca sopra il teatro Turreno, in pieno centro storico. Federica FedericiScrivevo pezzi di colore e costume, rubriche di musica e spettacolo, continuai poi al “Messaggero”.
Ho lavorato sia all’estero che in Italia come giornalista televisiva, ma Perugia è certamente stata la cornice del mio primo innamoramento per questo mestiere, al quale poi è seguito un vero e proprio amore che dura ancora.

Attualità. Come vive Perugia l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
Mi sono trasferita a Roma da qualche tempo, per lavorare alla redazione del TG4 e quindi conosco meno di prima la situazione della sicurezza. Trovo comunque che le telecamere installate in punti strategici della città, siano un’ottima cosa (non mi riferisco a quelle ai semafori che hanno mietuto troppe vittime innocenti!!!), anche se ricordo – forse nel frattempo la situazione è migliorata – che i cittadini, specie i pochi residenti rimasti nel centro storico, si lamentavano della limitata presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine durante le ore notturne.

Cos’è che le dà la fiaba che il giornalismo non riesce a darle?
Il giornalismo è la mia passione e trovo che sia un lavoro meraviglioso, pieno di stimoli nuovi ogni giorno, forti, tristi, profondi o allegri: i colori della cronaca rispecchiano la vita intera, così come le fiabe che considero vere e proprie metafore di vita (chi conosce le “fiabe italiane” raccolte da Italo Calvino, sa che ci sono fiabe per tutti i gusti che raccontano anche gli aspetti più neri dell’esistenza).
Le fiabe “preparano” alla vita, raccontando coraggio, paure, raggiungimento dei goals, esaltando caratteristiche positive del carattere umano, condannando quelle negative e dando speranza… Cenerentola è una meravigliosa metafora di chiunque, da una condizione di disagio, assurge a un importante miglioramento della propria esistenza.
Devo dire però che il giornalismo ti abitua a un “mordi e fuggi” continuo. La notizia del minuto precedente, per quanto tragica o coinvolgente, sfiorisce dopo la successiva. Le fiabe invece, specie nell’aspetto della ricerca delle loro origini storiche che mi appassiona, rende possibile approfondimenti che non trovo sempre possibili nella professione che svolgo.

Quanto c’è di fiabesco nel DNA di Perugia?
Perugia, è una città che si trova a circa 600 metri di altitudine, racchiusa da mura, con antiche porte di accesso dai nomi affascinanti (come la “porta della mandorla” o lo stesso “arco etrusco”). Sto preparando un libro sulle leggende di Perugia in collaborazione con la Provincia – non posso dunque svelare troppo – ma certamente l’antica Perusia, va raccontata, anche nei suoi aspetti più fiabeschi, anche perché la cornice si presta moltissimo…

Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
Come ho spiegato, non vivo più a Perugia, mi è dunque difficile, rispondere in modo esaustivo a questo quesito.
Ma tentando…prenderei spunto per il titolo, da una sua considerazione (presentazione dell’intervista al Sindaco di Montepulciano N.d.R.):
“Architettura, qualità di vita e intelligenza umana non sono virtù ad orologeria”
Alla sicurezza da incrementare specie in centro storico sia di notte che di giorno, aggiungerei il “problema” dell’integrazione; si dice che Perugia sia una città molto chiusa, che difficilmente i perugini doc conoscano gli studenti stranieri, di qualunque nazionalità, che si trovano a studiare all’Università per Stranieri. Credo sia meno vero di un tempo, ma che questa convinzione resista, specie dopo gli ultimi tragici fatti (l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher N.d.R.).
Il Minimetrò è un capitolo a parte per il quale non basterebbero 30 righe, spero venga utilizzato abbastanza da giustificarne la presenza. In questo caso, può essere una moderna attrazione oltre che un mezzo di trasporto rapido.
Il centro storico andrebbe reso più appetibile per i cittadini con orari Z.T.L (zona a traffico limitato N.d.R.) più flessibili; è un peccato che si riempia in occasioni sporadiche, quali Umbria Jazz e Eurochocolate, durante la quale tra l’altro, molte strade vengono, a mio avviso, inutilmente bloccate.
Comunque, se vivessi a Perugia, vorrei vivere in centro, vicino alla Fontana Maggiore – ideata da San Bevignate, insigne templare e genio eclettico, e realizzata anche dai fratelli Pisano – e vicino alle meraviglie comprese nella Galleria Nazionale dell’Umbria e al Corso dedicato al Grande Pietro Vannucci…
L’ospedale di Monteluce copriva una parte davvero importante del bisogno sanitario della città, avrei sperato che non lo avessero smantellato, lasciando, magari, un pronto soccorso e qualche reparto specifico. Peccato!
Un altro capitoletto meriterebbe la viabilità di Corciano, ma credo abbiano già provveduto almeno in  parte.
Spero che qualunque sia la destinazione del “mercato coperto”, sia rispettato quel romanticismo tra l’ “archeologico-industriale” e il “panoramico-segreto”, che, trovo, quel luogo abbia sempre avuto…
Appello a chi ne ha potere: “Mettete degli aspiratori e dei ripetitori radio nella galleria Kennedy!”
Il “campaccio” fuori della galleria Kennedy andrebbe attrezzato meglio per i bambini! E un bel parco giochi fisso con strutture in legno in piazza Italia?
Bello il nuovo tribunale!

Tra tecnologia digitale e giornalismo partecipativo, come sarà il domani della sua professione?
Amo molto le nuove tecnologie e ritengo che rappresentino il futuro anche per la nostra professione; certo, ho versato una lacrimuccia quando il Times ha annunciato la sua scelta telematica, sulla carta… Ma mi pare quasi inevitabile. Io stessa possiedo pc ultrapiatto, chiavette internet da usare in treno o in barca, chiavette usb, i-pod etc…
Ho una folle passione per i libri antichi, specie quelli di fiabe naturalmente… ma riconosco l’ineluttabilità della modernizzazione e allora, tanto vale provare a diventare dei draghi… he he!
Ci sarò riuscita? Mah…

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