Non esiste tamburello uguale all’altro perché dalle mani di un artigiano, per quanto abile sia, non possono esseri creati due oggetti identici.
Tanti i modelli, numerose le varianti, ognuno decorato con incisioni fatte a fuoco che richiamano le tradizioni popolari di Napoli che ancora incantano ed emozionano.
Peppe Nappi, creatore per passione, intervistato per Comuni-Italiani.it
Il tamburello, un oggetto la cui storia si perde nella notte dei tempi.
Le sue origini sono antichissime e risalgono alle civiltà antiche degli Egizi, dei Fenici, dei Sumeri e degli Ittiti che ci hanno tramandato la tradizione di usare questi strumenti per accompagnare alcune ritualità sacre e festività popolari. Sono state ritrovate, infatti, visibili nei musei inerenti le civiltà remote, statuine di sacerdotesse fenicie mentre suonano il tamburello nei riti legati ai culti lunari.
Questo era uno strumento esclusivamente femminile, come testimoniano anche le opere di grandi pittori medievali.
La sua forma circolare con i sonagli attorno richiama quella del Sole, simbolo di fertilità e anche per questo spesso nei dipinti è rappresentato con la corona di legno rosso e delle fiamme dipinte sopra.
Quali le tradizioni partenopee.
Il tamburello napoletano ha peculiari caratteristiche perché è molto più piccolo, con i cembali di ottone.
In realtà ve ne sono di due tipi: il primo costituito da una fascia di legno ornata di ciuffi e nastrini colorati, con cimbali inseriti in cavità ricavate nella circonferenza, mentre l’altro è ricoperto da un lato con pelle animale.
Questa può essere dipinta con scene ludico danzanti o con tipici paesaggi napoletani, per esempio il Vesuvio o il Golfo di Napoli.
Quando nasce la sua passione?
Nel momento in cui ho cominciato a sentire dentro di me una forza che mi spingeva a ricercare qualcosa che potesse darmi la consapevolezza di essere parte integrante del mio territorio e in cui sono vissuti i miei avi.
Così, dapprima ho imparato a suonarlo e di seguito a costruirlo, seguendo l’esempio di abili artigiani che si erano dedicati a questa attività da molto tempo.
Solo tamburelli?
Mi diverto a costruire anche putipù e oggetti della tradizione popolare del Sud Italia, perché ciò che anima le mie creazioni è soprattutto la passione profonda per il territorio e per le radici della mia terra.
Il Tamburello ieri e oggi.
Solo da qualche anno è in atto una rivalutazione delle tradizioni popolari locali, che fino a qualche anno fa rischiavano di scomparire quasi del tutto.
Nonostante non ci siano strutture espositive permanenti per uno strumento che ha segnato la cultura napoletana, ultimamente, stanno crescendo gli eventi inerenti la tradizione popolare. Vien da se che anche il patrimonio musicale popolare e gli strumenti utilizzati stanno riconquistando il valore che avevano un tempo.
Come valorizzare di più la sua attività?
Considerando le piccole attività come parte integrante del sistema economico che completano, in coda, quello delle grandi imprese. Per fare ciò occorrerebbe l’interesse delle Istituzioni il quale, purtroppo, è rivolto altrove.
Perciò non rimane che affidarsi alla coscienza di ognuno di noi e al desiderio di promuovere i prodotti tipici di un territorio per permetterne la sopravvivenza.
Riferimenti:
I Tamburelli di Peppe Nappi
Recapito Cellulare: 329-6758970
Sito web: www.alfonsotoscano.it/peppenappi.htm
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.