3 Febbraio 2009

L’eredità del “santo medico” nella Valle del Sabato

di Marcello Di Sarno (Blog Santa Lucia di Serino. Interviste Sindaci)

Sabino Oliva

Sabino Oliva

Il Sindaco di Santa Lucia di Serino Sabino Oliva intervistato per Comuni-Italiani.it

Un buon modo per conoscere Santa Lucia e le sue tradizioni è vivere il suo caratteristico Carnevale. E’ d’accordo?
Senza dubbio nel nostro Carnevale sopravvivono alcuni dei caratteri identitari dell’antica civiltà contadina della Valle del Sabato. E’ noto come la Mascherata coinvolga diverse figure allegoriche della tradizione locale e di quella napoletana. Nel corteo ci sono pulcinella e uomini travestiti da donna, con costumi d’epoca fedelmente riprodotti, guidati dal cosiddetto Ommo, personaggio pittoresco che veste un giubbotto dorato e gioielli vistosi.
Altra maschera caratteristica è quella dei cosiddetti impacchiatori, che armati di una sorta di cerbottana soffiano polvere colorata addosso alla gente. Un’usanza, devo ammettere, conservata tra mille polemiche visto che una parte della popolazione non gradiva questa simpatica “aggressione”.
Ballando sulle note della tarantella e di altre danze popolari, il corteo fa il giro del paese prima di raccogliersi nella principale piazza Moscati.

Una piazza che ricorda il profondo vincolo che lega la comunità luciana a San Giuseppe Moscati.
San Giuseppe Moscati stesso definiva Santa Lucia di Serino il suo “borgo natio“. Un intero rione porta il nome della sua famiglia che con questi luoghi ha una storia secolare. Il simbolo di questa presenza è la splendida residenza del cinquecento con annessa cappella dove vissero, tra gli altri, il padre e lo zio del Santo.
Accanto c’è il seicentesco Monastero di Santa Maria della Sanità, dove l’amato medico era solito recarsi nel periodo estivo.
La mia opinione è che ci è mancato un po’ di sano campanilismo nel valorizzare fin dall’inizio questo legame. Hanno fatto da ostacolo anche le diatribe tra noi e il comune di Serino che rivendica anch’esso un ruolo centrale nella vita del Santo. Ma stiamo cercando di recuperare.

In che modo?
Abbiamo un progetto in itinere, la ristrutturazione di tutto il rione Moscati. Un intervento finanziato con i fondi P.O.R. della Comunità Europea che ci consentirà di ripristinare l’antica veste degli edifici. E’ la zona storica del paese, che raccoglie, tra gli altri, la Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, le antiche residenze dei Moscati e dei Cioppa di Atripalda – questi ultimi subentrati ai De Filippis – e un convento di frati caracciolini.
L’altro grande progetto è l’istituzione di un museo dedicato a Giuseppe Moscati che vorremmo dislocare in un’ala del palazzo Moscati. L’acquisto è abbastanza complicato, ma in alternativa abbiamo pensato ai locali del monastero di clausura che stiamo ristrutturando con fondi regionali.

Insomma il giusto epilogo della grande opera di Padre Alfredo Marranzini, altro luciano illuminato.
Venuto a mancare l’estate scorsa, è stato lui il postulatore della causa di santificazione di Giuseppe Moscati. Ci ha lasciato tanto e la sua opera meritoria è stata ricordata dal cardinale Crescenzio Sepe ai funerali tenutesi a Napoli. Ero sindaco nel periodo in cui fu avviata la causa di santificazione e ho seguito da vicino il suo costante impegno nel supportarla.

Questa marcata fede cristiana in quali manifestazioni culturali si afferma?
Oltre alle numerose processioni religiose che si tengono durante l’anno, credo che la più suggestiva sia la rappresentazione della via Crucis. La particolarità è data dalla presenza di statue di cartapesta del ‘500 che riproducono l’arresto di Gesù fino alla Crocifissione sul Golgota, mentre tre predicatori raccontano la storia delle 14 stazioni della Passione.
La difficoltà di reclutare partecipanti – in particolare tra i giovani, poco interessati a queste tradizioni – tra la popolazione ci costringe a ripeterla ogni due-tre anni. Quest’anno dovremmo riuscire ad organizzarla.

Turismo. Il ruolo di Santa Lucia nella comunità del Parco dei Monti Picentini e della Valle del Sabato.
Al momento, nel Parco è inclusa solamente la parte montana del territorio. Mentre, secondo me, andrebbero considerate e sottoposte a tutela anche le zone più alte del paese. In tal senso ci stiamo muovendo per richiedere una riperimetrazione del parco, almeno per la parte che riguarda il nostro territorio.
I rapporti con gli altri paesi della Valle del Sabato sono ottimi. Con Serino, in particolare, che per noi comuni più piccoli -  insieme con San Michele di Serino, Santo Stefano del Sole – assume un ruolo trainante.
E’ Serino che catalizza il grosso delle presenze del Parco. In quest’ottica vorremmo allargare i nostri itinerari turistici, coinvolgendo le nostre numerose emergenze architettoniche.

Storia recente. Il sisma del 1980 e la ricostruzione. Che ricordo ha di quegli anni?
Ho vissuto da sindaco i giorni del sisma e tutta la fase successiva, avendo guidato l’amministrazione dal ‘75 al ‘91. Ricordo le scene di panico della popolazione e le case crepate.
Il paese è stato uno dei primi esempi di ricostruzione. A curare il piano di ricostruzione fu l’architetto Sormani, originario della Provincia di Como con cui eravamo gemellati. Il nostro merito è stato quello di riuscire a conservare in gran parte il vecchio disegno urbano, di mantenere quindi l’identità di borgo montano a differenza di altri comuni che hanno optato per una veste più moderna.
C’era una bella squadra che lavorava con passione e abnegazione. Poi ci sono ricordi meno felici, legati al clima di sospetti e allusioni che si creò sull’utilizzo dei finanziamenti. E’ questa l’unica cosa che mi ha amareggiato del periodo post terremoto: veder svanire con l’arrivo dei finanziamenti il clima di affratellamento, vissuto nei giorni immediatamente successivi al terremoto.

Elezioni in primavera. I traguardi raggiunti e le priorità da presentare ai cittadini in caso di rielezione.
Tra i progetti raggiunti, il completamento di piazza Moscati con criteri diversi dalla piazza tradizionale, a metà tra l’anfiteatro e la piazza.
In fase di esecuzione un centro polivalente, che risulterà di gran lunga più utile del vecchio campo sportivo, che per 1600 abitanti è un lusso gestire.
Le priorità riguardano opere che sono già state progettate, su tutti la ristrutturazione della fonte pubblica, per riportarla così com’era in passato, e la riqualificazione del rione Moscati.
Sono indeciso se ricandidarmi alle prossime elezioni, anche perché credo che, alla luce della mia lunga esperienza di amministratore, sia arrivato il momento di lasciar spazio ai giovani. Premesso ciò, credo che in cima agli obiettivi del futuro primo cittadino debba esserci il recupero di un rapporto con la popolazione, che ponga fine al clima di diffidenza e di conflittualità vissuto in questi anni.

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