Vicino ad Aosta e seguendo l’autostrada sino all’uscita del Monte Bianco si arriva ad Aymavilles.
Io ci giunsi nel periodo di febbraio: momento propizio per andare a sciare o per svolgere qualsiasi tipo di attività sulla neve e non.
Il paese è situato allo sbocco della Valle di Cogne - per questo motivo passai di lì e lo scoprii - ed è un ottimo punto di partenza per le varie escursioni e traversate nei boschi.
Era mattino e, sopraffatta dalla fame, mi fermai a comprare qualcosa in un piccolo supermercato. La cortesia dei proprietari mi colpì subito e non solo questa: il loro modo di esprimersi era in un dialetto particolare - diciamo pure che per me era particolare!
Suppongo che la lingua sia influenzata dalla vicinanza col confine francese e il loro accento assume aspetti caratteristici. Affascinata da tutto ciò, presi le mie cose, salutai e decisi di andare a fare un giro per il paese.
La prima cosa che potei notare entrando ad Aymavilles fu una chiesa situata su una altura. Mi colpì subito, non solo perché si trovava in cima alla strada, ma perché la facciata era rossiccia e piena di affreschi.
Mi avvicinai e scoprii che era la Chiesa di Saint Léger, risalente all’Ottocento, periodo degli insediamenti dei Benedettini in loco. Un gentile signore, notando la mia curiosità di conoscerne la storia, mi disse che la chiesa possiede anche una delle più antiche cripte della Valle d’Aosta, ma non era sempre possibile accedervi. Dopo avermi raccontato altre cose interessanti, mi resi conto che avrei dovuto proseguire se volevo visitare il paese. Così, lo salutai e lascia il suggestivo luogo per raggiungere il centro cittadino.
Il comune è tutto in salita e in discesa, in quanto è situato in una vallata, ed è ricco di cappelle, raggiungibili sia a piedi che in macchina - l’auto però bisogna lasciarla poco prima e percorrere parte del sentiero a piedi.
Il motivo per cui le visitai non fu tanto per vedere questi luoghi, ma perché ero incuriosita dalle leggende che aleggiano su di esse. Infatti queste cappelle, insieme ad altari e nicchie contenenti santi, vennero costruite per contrastare le forze del male che dicevano infestassero il luogo!
Assorta nel pensiero di tutte queste credenze, senza accorgermene, camminai molto rimanendo estasiata anche dalla bellezza del luogo.
Sulla strada del ritorno, il panorama si apriva sulla Vallata di Cogne, splendida al chiarore della sera. Milioni di luci illuminavano tutto e la neve brillava al riflesso di queste. Visti dall’alto, i bagliori sembravano tante formichine immobili che reggevano delle lucine - un po’ fantasioso, ma è per dare l’idea di quanto tutto sembrasse piccolo dallo spiazzo in cui mi trovavo e nel quale avevo lasciato l’auto per godere di questa meravigliosa visione.
Riprendendo la guida non potei non farmi rapire dalla bellezza del castello. Le luci posizionate tutte intorno alla strada che conduceva a questo, illuminavano ancor più il biancore dell’edificio che si mostrava ai miei occhi lineare e sobrio nelle forme. La base quadrata e le quattro torri ai rispettivi angoli davano un profondo senso di ordine. Questo è l’elemento che caratterizza il comune e tutti ne vanno, giustamente, fieri.
All’ingresso dell’edificio è possibile leggerne le svariate informazioni e da qui venni a conoscenza che sorse, circa, nel XII secolo e che fu ripetutamente restaurato, passando da fortezza difensiva a quella di residenza signorile.
Continuando il percorso che mi avrebbe portato alla meta stabilita, pensavo che il passaggio ad Aymavilles era stato suggestivo e caratteristico, non solo per il castello, ma per il suo dialetto, le sue credenze e la sua religiosità.
Sicuramente una giornata spesa nei migliori dei modi!!
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