15 Maggio 2009

L’espressione irripetibile della Granda

di Marcello Di Sarno (Blog Provincia di Cuneo. Interviste Province)

Il Presidente della Provincia di Cuneo Raffaele Costa intervistato per Comuni-Italiani.it

Dalle Langhe alle terre del Marchesato, quali luoghi disegnano il volto storico della provincia cuneese?
Con i suoi 6.902 chilometri quadrati la Granda (chiamata così in quanto prima provincia piemontese per estensione, nda) è una delle più estese province italiane: proprio questa dilatazione territoriale, che spesso rappresenta un limite in termini di comunicazione, è allo stesso tempo fonte di grande ricchezza culturale.
Innumerevoli le testimonianze storiche presenti nei piccoli centri come nelle grandi città: dal complesso architettonico del marchesato di Saluzzo agli itinerari napoleonici, dalle residenze sabaude quali i castelli di Racconigi e Casotto fino alle chiese, una fra tutte la basilica di Vicoforte con la cupola ellittica più grande del mondo. Numerosi sono gli edifici storici che abbelliscono le città della Granda e per valorizzarli la Provincia partecipa, con altre amministrazioni del sud Piemonte, alla rassegna “Castelli Aperti” proponendo visite gratuite in oltre 50 siti tra torri, manieri e ville.
Grandi edifici o piccoli monumenti rappresentano l’ennesima dimostrazione dell’importanza della salvaguardia dei beni architettonici, quale espressione irripetibile della ricchezza della nostra realtà locale e bene comune a tutti.

Raffaele Costa

Una terra “granda” nelle risorse storico-paesaggistiche. Come si è cercato di valorizzarle in questi anni?
La valorizzazione delle risorse territoriali e culturali è da sempre una priorità, mia personale e della comunità provinciale che ho l’onore di rappresentare. Non a caso negli ultimi mesi è stato avviato l’iter di candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco per Langhe, Monferrato e Roero.
Il dossier, realizzato in stretta collaborazione con gli attori locali, punta alla tutela delle zone di produzione dei grandi vini come Barolo, Barbaresco, Moscato, Dolcetto ed Arneis. Occasione di salvaguardia di un sistema paesaggistico e produttivo irripetibile, vuole però anche essere garanzia di crescita a livello turistico, economico e produttivo.
In quest’ottica la Provincia ha operato negli anni su fronti diversi, quali la promozione delle risorse enogastronomiche illustrate in un’apposita sezione del portale internet dell’ente. O la tutela delle aree montane, al centro di un festival annuale che punta alla salvaguardia di vallate dal grande valore ambientale e naturalistico, ma spesso sottoposte allo spopolamento.

Da Scrittorincittà al festival dei Saraceni, cos’è che distingue il patrimonio culturale cuneese?
Il patrimonio culturale locale è caratterizzato da una grande varietà e diversificazione di saperi, motivate probabilmente dalla stessa conformazione territoriale della Granda. La provincia costituisce da sempre zona di frontiera ed ospita, nelle sue vallate, numerose minoranze linguistiche.
Tradizioni e conoscenze locali vengono poi tramandate da numerosi eventi e manifestazioni, molti sostenuti dal patrocino della Provincia: arte, rievocazione storica, tradizioni hanno con gli anni sposato appuntamenti a forte valenza turistica, con il duplice beneficio della promozione territoriale e della divulgazione culturale.

Lei è anche uno scrittore prolifico: in tal senso che ispirazione ha trovato nella produzione letteraria cuneese da Benvenuto Revelli a Giorgio Bocca?
La tradizione letteraria cuneese è servita da stimolo alla mia attività. Oltre a quelli citati, la provincia ha avuto grandi maestri come Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, per citare solo alcuni degli esponenti più illustri. La loro opera di testimonianza e divulgazione di fatti ed episodi vissuti anche dalla provincia di Cuneo, ha contribuito alla ricostruzione del patrimonio storico nazionale e dello spirito che ha animato un’intera epoca.

Dagli albori del XX secolo ad oggi, c’è, secondo lei, una pagina indelebile nella storia dell’Ente di “Corso Nizza”?
Numerose sono le date degne di menzione, che hanno negli anni ribadito il ruolo di supporto e promozione del territorio svolto dall’Ente provinciale. Tra tutte, mi sembra particolarmente significativo il conferimento della medaglia d’oro al valor civile al gonfalone della Provincia, quale riconoscimento per i tanti gesti di eroismo e le sofferenze patite dalla popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale e nel corso della successiva lotta di Liberazione.
Il tributo ha rappresentato e rappresenta per l’intera Granda un richiamo forte ai valori di pace, giustizia, solidarietà sociale che caratterizzano il territorio e che questa istituzione incarna.

L’esperienza amministrativa volge al termine. Quali obiettivi sono stati centrati in questi cinque anni?
E’ stato un quinquennio impegnativo. Molto è stato fatto sul fronte dei collegamenti: penso al traforo del Tenda e all’Asti-Cuneo, ma anche agli innumerevoli interventi sulla viabilità locale con le oltre 140 rotatorie realizzate in altrettante aree a rischio.
Particolare attenzione alla sicurezza stradale, con iniziative volte alla sensibilizzazione della popolazione locale e mirate a limitare il numero delle vittime, purtroppo sempre elevato in Granda. I recenti investimenti hanno permesso di incrementare la sicurezza degli edifici scolastici.
Restano al centro dell’agenda le politiche del lavoro. Stiamo attraversando un periodo non facile dal punto di vista economico: la Provincia ha proseguito il suo ruolo di coordinamento territoriale tramite il sostegno ad aziende e lavoratori in difficoltà. A questo proposito sono finora una novantina le vertenze seguite, a fianco di sindacati ed associazioni di categoria.

Dal settore tessile al comparto edile, qual ruolo assolve oggi il Cuneese nel quadro economico regionale?
Soltanto quattro mesi fa i quotidiani riconoscevano la Granda come prima provincia in Italia per lavoro e produttività: oggi tutti i comparti, dal tessile all’edile, risentono, seppur in misura minore, di una crisi che è mondiale. Nel mese di marzo 2009 l’Inps ha autorizzato ben 1.737.511 ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) per gli operai e gli impiegati di aziende della provincia di Cuneo, a fronte di 138.615 ore registrate nel mese di marzo 2008.
Credo che bastino da soli per chiarire che le sofferenze aziendali sono serie e che la crisi, economica ma anche sociale, potrebbe essere più grave se Governo e Regioni non stessero già lavorando ad un forte reintegro dei fondi destinati agli ammortizzatori sociali a livello nazionale. Anche sul fronte provinciale è attivo il supporto all’economia locale, tramite incontri con le aziende in difficoltà, immediata mobilitazione al segnale di intervenuta crisi, anticipi della cassa integrazione per i lavoratori.

Tra le sue deleghe, le “grandi infrastrutture”. In tale ottica come e attraverso quali progetti può cambiare il futuro prossimo di questa provincia?
La Granda, come sappiamo, vive da anni un isolamento provocato dalla carenza di infrastrutture e collegamenti che non ha però impedito lo sviluppo di un modello economico di grande prestigio. Industria, trasporti, agricoltura e turismo risentono, oggi più di ieri, dell’inadeguata rete viaria per la vicina Francia e per il resto d’Italia. Gli stessi collegamenti interni al territorio sono, in alcuni casi, carenti.
Una condizione che pesa tanto in una provincia, come la nostra, caratterizzata da una notevole estensione territoriale e da una frammentazione abitativa con i principali centri collocati, spesso, a grandi distanze: in Granda più che altrove i residenti devono spostarsi quotidianamente per lavoro, per istruzione, per svago o per motivi sanitari.
Un notevole beneficio alla circolazione locale sarà quindi apportato dal raddoppio del tunnel del Tenda, ma anche dall’ultimazione dell’autostrada Asti-Cuneo. Tra le grandi opere ricordo poi il raddoppio della linea ferroviaria Cuneo-Fossano e l’Armo-Cantarana, a collegamento con la vicina Liguria.

Tra sostenitori e detrattori del ruolo istituzionale della Provincia, rispetto alle Regioni e ai Comuni, come vede il futuro di questo ente?
Promotore di una personale campagna di sburocratizzazione e semplificazione normativa, ho in passato sostenuto in prima persona l’abolizione delle Province. La recente esperienza della presidenza in Granda ha però contribuito a modificare questo punto di vista.
Sono oggi consapevole del ruolo di coordinamento territoriale svolto su numerosi fronti dall’Ente Provincia, quale punto di contatto e mediazione tra le differenti realtà comunali e regionali. Alle Province vengono inoltre delegate sempre più numerose e importanti competenze dalle Regioni, a conferma del ruolo di ente territoriale di vasto respiro.

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