16 Ottobre 2009

Una Bologna tutta siciliana

di Maria Salerno (Blog Bolognetta. Alla Scoperta della nostra Italia)

Bolognetta

Chiesa Madre a Bolognetta

Anche la Sicilia ha la sua piccola Bologna: si chiama Bolognetta e sorge tra le vallate di due fiumi l’Eleuterio e il Milicia in una zona collinare interna, a 25 chilometri da Palermo. In realtà il comune non si è sempre chiamato così, in origine era Santa Maria d’Ogliastro, per via di un’immagine della madonna posta vicino ad un olivo selvatico, “Agghiastru” in siciliano. Fu solo nel 1882 che prese la denominazione odierna come omaggio al suo signore Vincenzo Bologna. “Prima Agghiastru, Bolognetta da cent’anni ma lu tò nnomu è lu stessu sulenni e granni” amano recitare gli abitanti del paese, vale a dire “prima eri Ogliastru, solo da cent’anni sei Bolognetta, ma il tuo nome rimane ugualmente solenne”!

A fare la fortuna di questo piccolo comune di poco più di 3000 abitanti è stata nei secoli la sua particolare posizione di crocevia per chi, dovendo recarsi a Palermo, trovava proprio lì riposo e ristoro. Bolognetta, infatti, è attraversata da due strade statali che collegano rispettivamente il capoluogo siciliano con Catania e Agrigento ragion per cui non è insolito - ancora oggi - che chi proviene da queste due località faccia una breve sosta a Bolognetta, magari per un caffè o un dolcino in uno dei famosi bar del centro. Persino la piazza, che continua a rappresentare il fulcro della vita cittadina, è situata sull’ex trazzera, oggi corso Vittorio Emanuele, un tempo snodo del traffico di uomini e merci. A dominare la piazza sorge su un’ampia scalinata la seicentesca chiesa madre che custodisce al suo interno due preziosi tesori architettonici della scuola del Bagnasco.

Ma la cosa più bella di Bolognetta è certamente il gusto e il sapore per le tradizioni di una volta che rivivono non solo nelle numerose celebrazioni religiose, quali ad esempio i festeggiamenti in onore del patrono Sant’Antonio, la festa della Candelora, l’Epifania nella Bolognetta contadina, ecc., ma anche nella riproposizione - pressoché in qualsiasi periodo dell’anno - di giochi popolareschi depositari della memoria collettiva di un popolo. E’ il caso del cosiddetto busaccheddu che indica un piccolo pezzo di legno che si colpisce con una mazza. Una sorta di baseball nostrano che coinvolge soprattutto i ragazzi. Lu piduzzu è un gioco femminile, invece, che consiste nel disegnare una serie di quadrati con un gessetto sulla strada e di far muovere al loro interno una pietruzza chiamata giammarita e poi ancora a pezza, l’aneddu passa (passa l’anello), vidi ca ti vegno (bada che ti salto in groppa), frammenti di un divertimento che apparteneva a tanti anni fa e che rivive nelle strade del paese a tutela di un patrimonio inestimabile rappresentato dalla memoria. A questo scopo è nata la casa museo, depositaria della cultura e della storia bolognettese ricostruita attraverso oggetti artigianali e antichi manufatti.

Ma i gusti e i sapori a Bolognetta non sono solo metaforici, potendo vantare il paese una tradizione gastronomica di tutto rispetto che trova i suoi più alti rappresentanti nella famigerata “pasta con le sarde” e in una pregevolissima “salsiccia aromatizzata” con spezie del luogo. E non trascuriamo di dire che arrivando a Bolognetta, la sosta obbligata è al bar Delizia, dove una cassatella siciliana o un cannolo alla ricotta o un dolcino di pasta reale o magari tutti e tre insieme ci attendono per sedurre il nostro palato!

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