13 Maggio 2010

Un salto di due milioni di anni

di Maria Minopoli (Blog Rovereto. Racconti di Viaggio)

In una bella domenica di metà settembre decidiamo di andare a Rovereto per visitare il MART, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e successivamente la Valle dei Dinosauri. Un salto a ritroso nel tempo di appena duecento milioni di anni!

Panorama di Rovereto

Panorama di Rovereto

Partiamo da Verona, il viaggio non è lungo, in un’ora siamo a Rovereto uno dei primi comuni del Trentino. L’estrema pulizia delle strade, la cura con la quale il suolo pubblico è decorato da piante ornamentali e siepi, i posteggi per bici e posto auto riservati ad invalidi e donne incinte, evidenzia in modo esplicito le differenti realtà italiane.

Parcheggiamo l’auto e ci dirigiamo verso il museo. Il MART si sviluppa intorno ad un’enorme piazza circolare che accoglie i visitatori. La grande cupola di copertura, acciaio e vetro, crea stupefacenti giochi di luce. La struttura del Museo è già un’opera d’arte.

In quasi tutte le azioni quotidiane applico la stessa filosofia, ciò che amo di più lo riservo al momento finale, coerentemente a questo, stabilisco di vedere l’esposizione “da Goya a Manet, da Van Gogh a Picasso”  alla fine della mia visita.

Cupola del MART

Cupola del MART

Ci dirigiamo verso la rassegna sul futurismo, opere di Depero, Carrà e Prampolini ci accolgono. Successivamente i protagonisti degli anni trenta quali de Chirico e Savino ed infine le opere informali di Fontana. Mi soffermo a guardare l’opera che questo artista ha intitolato “Concetto Spaziale”, da profana vedo dei tagli su una tela, la didascalia spiega il dramma dell’artista e tutto ciò che voleva comunicare. La visita prosegue rapiti da opere più o meno note che trascinano in un’alternanza di periodi e stili differenti.

E’ arrivato il momento di visitare la “Mia Mostra”, la collezione Philips, “da Goya a Manet, da Van Gogh a Picasso”. Capolavori di artisti dell’ottocento e del novecento risvegliano stati d’animo a volte assopiti e lasciano galoppare l’immaginazione. A volte le didascalie sono coerenti con le sensazioni che ho provato guardando il quadro, altre volte sono totalmente discordanti con la spiegazione riportata. Opere di Cobert, Delacroix precedono capolavori di fine ottocento di Renoir, Degas, Cèzanne ed infine Van Gogh. Alla fine, a rappresentare il simbolismo, testimonianze di Nabis e Gaugin.

E’ giunta l’ora di pranzo e, appagati visivamente, ci apprestiamo a degustare un pranzetto succulento. Ci allontaniamo da Rovereto per assaporare le prelibatezze di una tipica malga nelle vicinanze della cittadina. Canederli, speck frittata con mirtilli e una piacevole conversazione inerente alle opere viste al museo rendono il pranzo gradevole.

Appagati e soddisfatti prendiamo l’auto per dirigerci verso la Valle dei Dinosauri.
Parcheggiamo nelle vicinanze dell’Ossario di Castel Dante e proseguiamo percorrendo la Strada degli Artiglieri, una stradina asfaltata ai cui bordi più di cento lapidi, infisse nella roccia, ricordano i nomi di altrettanti artiglieri. Le lapidi ed una fitta vegetazione ci accompagnano per circa tre chilometri, fino a quando un cartello ci invita a seguire un sentiero non asfaltato.

Impronte dei dinosauri

Impronte dei dinosauri

Una distesa di blocchi di roccia calcarea appare ai nostri occhi, quasi totalmente assente la vegetazione. Dopo circa dieci minuti di cammino ecco il lastrone sul quale sono impresse le orme dei dinosauri. Diversi punti di osservazione consentono di guardare le impronte dall’alto e seguire l’alternanza dei passi dei rettili.  Proseguiamo nel nostro percorso, superiamo i punti di osservazione e raggiungiamo una mulattiera dove un secondo gruppo di impronte ci attende. Ci soffermiamo lungamente ad analizzare le orme e avidamente leggiamo le spiegazioni riportate sui cartelli antistanti: circa duecento milioni di anni fa il Trentino era una vasta distesa di acqua, costituiva la riva del Mare di Tetide. In questo scenario di acqua e sabbia si muovevano i dinosauri, gli erbivori alla ricerca di pascoli e i carnivori all’inseguimento di questi ultimi. E’ quasi impossibile immaginare il Trentino come un’immensa distesa d’acqua dove enormi rettili vagavano alla ricerca di cibo.

Le emozioni si accumulano e le immagini si sovrappongono, da un lato la struttura moderna del MART con le sue preziose opere, da un altro l’imponenza di questo magnifico museo a cielo aperto. E’ stata una giornata veramente piacevole, abbiamo scoperto scrigni che preservano tesori inestimabili, custodi di emozioni e di epoche storiche.

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