3 Ottobre 2008

Una sera a Trento

di Andrea Bonfiglio (Blog Trento. Racconti di Viaggio)

Per fuggire alla vampa agostana che soffoca la quotidiana routine dei centri urbani della Toscana scelgo – insieme ad un gruppo di buoni amici – di passare una rilassante settimana di vacanza tra le affascinanti e fresche vette del Trentino-Alto Adige.

Il quartiere generale viene individuato nella città di Rovereto, sede di un grazioso ostello ubicato proprio tra gli incantevoli vicoli di un fiabesco centro storico, dalla quale ogni giorno parte una spedizione per una destinazione diversa.
Dopo una giornata spesa a consumare le suole delle scarpe per scoprire ogni angolo remoto del ridente borgo che ci ospita, decidiamo di regalarci una meritata serata di svago “senza programmi” nel comune di Trento.

Frasi come «il divertimento lo trovate a Trento» oppure «andate a Trento che c’è del “movimento”» sono risposte ricorrenti alle nostre richieste di informazioni poste ai Roveretani; come non tenerne conto?

Dopo una pausa ristoratrice tra le mura dell’alloggio, saliamo a bordo della nostra auto e ci mettiamo in marcia verso il capoluogo. Durante il tragitto verso nord non possiamo far altro che ammirare estasiati il panorama mozzafiato che si mostra all’orizzonte in tutta la sua maestosa bellezza. Imponenti catene montuose cingono, come in una sorta di abbraccio, le fiorenti vallate stese ai loro piedi; macchie boschive e coltivazioni di meli adornano le vaste pianure; sfumature rossastre e giallastre di frutti punteggiano di luce la silente tela ove Madre Natura ha composto un affresco verdeggiante.

D’un tratto, a margine d’una strada nei pressi della meta, scorgiamo un venditore ambulante appostato dietro ad una bancarella traboccante di coloratissime mele. E’ quasi pronto ad andarsene poiché il vespro annuncia l’arrivo imminente del buio. Facciamo comunque in tempo ad assaggiare uno dei suoi prodotti e rimaniamo stupefatti: mai una mela ci è parsa tanto squisita. Un sapore intenso, un aroma delicato e un succo delizioso che ad ogni morso ne sgorga spontaneo dai pori. Niente a che vedere con la merce che si è soliti acquistare nei supermercati o dai fruttivendoli sparsi per le metropoli del resto d’Italia. Dopo averne acquistata un’adeguata scorta, ripartiamo quindi alla volta del centro cittadino.

Trento - Cattedrale di San VirgilioParcheggiamo l’auto lungo uno spazioso viale e ci incamminiamo verso la Cattedrale di San Virgilio, la cui sommità svetta in lontananza tra le case. Giunti finalmente in piazza Duomo, ne possiamo osservare la magnificenza. Lo stesso accade con la maestosa fontana del Nettuno (principale opera d’arte della città, risalente al XVIII secolo) e con quella più piccola detta “dell’Aquila”.

Un certo languore, però, disturba la muta contemplazione e ci induce a cercare un ristorante dove potersi rifocillare. Difficile da credere, ma la ricerca si rivela vana. Tutti i locali che ci vengono suggeriti dai passanti sono chiusi per ferie e gli unici due che troviamo aperti hanno dei prezzi che stonano alquanto con il concetto di “economico”, com’è possibile notare dai menù esposti all’esterno. Non resta dunque che accontentarsi di un chiosco che vende pizza al taglio, prima di compiere un ultimo giro tra le vie storiche del suggestivo capoluogo.

(Foto di MRB in Licenza GFDL)

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