Tra i numerosi paesini che inevitabilmente assumono il toponimo di “poggio”, non poteva certo mancare una località che richiama l’idea di “monte”. Ecco infatti che nel girovagare tra le dolci colline della Val d’Orcia, nel suo limite settentrionale e quasi a ridotto dell’altra toscanissima Provincia di Grosseto, si incontra Montalcino. Il borgo si nota da lontano, la strada da intraprendere per arrivarci pure. Nel salire quel breve tratto non si può ignorare la larga distesa di vigneti, capolavoro di bellezza e perfettamente inseriti nel panorama circostante.
Giunti alle soglie di Montalcino, ci accoglierà la splendida cinta muraria, antico modo per difendersi dagli attacchi; oltre alla saggia decisione di arroccarsi su questa collina. Imponenti sono le due torri agli angoli del lato corto della cinta. Sarebbe un torto verso la città e i suoi abitanti limitarci a comprare bottiglie di vino alla prima enoteca, senza ammirare tutto il resto. Non meritano un simile trattamento, parola di chi ci è già stato con simili intenzioni! Sarebbe un’ottima idea, invece, “inventarvi” un vostro percorso. Io sarò lieto di farvi da suggeritore.
Per esempio parliamo dell’arte: sapevate che a Montalcino risiede uno tra i più importanti musei d’arte moderna del comprensorio senese? Tra le numerose opere conservate, potrete ammirare alcuni dipinti di Simone Martini. Il museo è ospitato nell’ex-convento di Sant’Agostino, proprio nel centro storico.
Continuiamo la missione “non solo vino a Montalcino”; del resto, la sua pregiatezza non sfugge ai più. Altrettanta cura e dedizione i montalcinesi dedicano alla produzione dell’olio extravergine d’oliva, del miele, e dei salumi e latticini che sovente riempiono i negozi in centro. La locale Proloco non manca di ricordarlo, organizzando opere di divulgazione a 360 gradi.
Da buona popolazione del centro Italia che non dimentica il proprio passato, i montalcinesi non disdegnano la caccia. Anzi, le dedicano ben due manifestazioni. La Sagra del Tordo, a fine ottobre, in concomitanza col periodo in cui questi strani uccelli sono in via di migrazione. E il Torneo delle cacce, che invece si svolge nel mese di agosto.
Gli amanti del Medioevo finora si sono sentiti trascurati. Eccomi qui da voi: non vi annoierete se deciderete di rincorrere le numerose chiese, conventi e luoghi di culto che si annidano nel borgo storico come nelle vicine frazioni. Ecco alcuni esempi. C’è il Duomo “ufficiale” di Montalcino, che vede la sua origine addirittura nell’anno Mille, anche se l’attuale architettura è di recente costruzione. Nella località di Castelnuovo dell’Abate c’è la Pieve dei Santi Filippo e Giacomo, deliziosa costruzione del Basso Medioevo. Potrei continuare per ore, ma non voglio sottrarvi al gusto di scoprirvele da soli, magari rivolgendovi agli info point presenti nella cittadina.
A questo punto lancio un’ipotesi del tutto realistica: resovi conto di tutto quello che c’è da vedere e scoprire, sarete tentati di allungare il soggiorno a Montalcino. La cosa è perfettamente realizzabile, data l’enorme disponibilità di alloggi che pullulano nei dintorni. Mi limito soltanto a ricordare gli agriturismi.
Presa la decisione? Ok, allora proseguiamo. Non vi rimane che la parte più naturalistica del soggiorno. Gli itinerari da intraprendere non mancano. Gli aiuti necessari neanche, visto che la già citata Proloco mette a disposizione ogni mezzo per scoprire gli scorci di natura di Montalcino.
Ora un bel bicchiere di vino Brunello ve lo meritate proprio!
(Foto di O.S in Licenza GFDL)
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