15 Dicembre 2008

Emilio Lussu che fece la storia di un piccolo borgo dell’isola sarda

di Monia Melis (Blog Armungia. Alla Scoperta della nostra Italia)

Ricovero dei pastori nelle campagne di Armungia

Nella Sardegna sud Orientale, su un altipiano tra boschi di macchia mediterranea, il piccolo paese di Armungia si propone al visitatore come un museo diffuso.

Il centro, caso quasi unico nell’isola, è stato costruito attorno a un nuraghe: struttura tronca conica costituita da pietre di dimensioni più piccole man mano che si sale verso l’alto.

Il nuraghe risale all’età del bronzo medio e risale al XV e XVI secolo avanti Cristo. È la testimonianza archeologica più rilevante del paese e particolarmente suggestivo di notte, anche grazie al sistema di illuminazione: all’esterno appare come un’unica torre, dalla cui base parte una scala sempre di pietre che sale fin sulla sommità; all’interno presenta un corridoio e una stanza centrale circolare, larga qualche metro.

Tra le case semplici del paese, ci sono dei luoghi e degli spazi che raccolgono le testimonianze della vita agropastorale di un tempo. I circa seicento oggetti conservati nel museo etnografico “Sa domu de ainas” raccontano il fare quotidiano e custodiscono l’identità antropologica del paese e della zona del Gerrei.
Nella “Bottega del fabbro”, invece, si possono ammirare gli arnesi di un mestiere quasi scomparso: quello del forgiatore ferraio. L’edificio ben conservato risale ai primi dell’Ottocento.

Oltre ad essere un “museo diffuso”, il piccolo centro offre la possibilità di dormire per qualche notte nei bed & breakfast del posto e di gustare le spartane, ma saporite, pietanze della cucina locale: il pistoccu, il pane tipico dei pastori, il casu axedu formaggio fresco e gli arrosti di pecora, capra e maiale.

Ad Armungia è nato Emilio Lussu, intellettuale, politico, comandante della Brigata Sassari e antifascista.
Nel 1919 diede un contributo fondamentale alla formazione del Partito sardo d’azione. Al suo paese, alla sua gente e alle sue trazioni, Lussu era molto legato anche se la sua storia lo portò lontano dall’isola e dall’Italia. Dal microcosmo del Gerrei e di Armungia da cui è partito Lussu è sempre tornato, nonostante la sua vita avventurosa e piena e i lunghi anni di esilio. Tra i suoi scritti “Il cinghiale del diavolo”, un racconto del 1938 ambientato proprio nell’altipiano tra Armungia e Villasalto.

Racconta la vita di Lussu in questo angolo di Sardegna, una narrazione evocativa e della memoria in cui il quotidiano è intriso di soprannaturale. Così Lussu descrisse il contenuto del suo libro:
«Questo mondo arcaico di cui io parlo, patriarcale e barbarico, aveva una sua civiltà e una sua cultura … Esso è scomparso e non è stato ancora sostituito da una nuova civiltà».
È possibile ritrovare ad Armungia le radici dell’intellettuale europeo e del politico coraggioso, radici sarde e agropastorali.

Nel centro di Armungia, si può visitare la sua casa natale: un’abitazione rurale dalla struttura tipica. Il portone si apre su un ampio cortile; da qui si può accedere alla casa o ai ricoveri per il bestiame.
La cucina ha ancora le travi in legno e il tipico soffitto in canne.

Questo e altro è la Sardegna, non solo spiagge bianche e acqua cristallina. L’interno dell’isola offre paesaggi, atmosfere uniche, interessanti percorsi storico-antropologici tutti da scoprire.

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1 commento a “Emilio Lussu che fece la storia di un piccolo borgo dell’isola sarda”

  1. simoneutzeri scrive:

    Complimenti!

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