16 Settembre 2008

Un raggio di sole nella terra del vischio

di Marcello Di Sarno (Blog Saint-Denis. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Saint-Denis Guido Theodule intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Saint Denis a chi oggi la vive quotidianamente?
Saint-Denis è un piccolo comune montano di 350 abitanti, situato alla sinistra orografica della Dora Baltea, a 10km da Saint-Vincent.
Il suo assetto urbano si presenta alquanto frammentato, articolandosi in venticinque frazioni dislocate su un territorio che passa dai 500mt della parte più bassa ai 1.600mt. La parte più alta corrisponde al colle San Pantaleo, una splendida balconata che dà direttamente sul monte Cervino.
Il disegno urbano ha conservato la sua veste antica: le venticinque frazioni sono considerate tutte centri storici, per i quali il piano regolatore della Regione Valle d’Aosta ha stabilito la piena conservazione.
La popolazione, tutti valdostani – per metà di origine, per metà di adozione, quest’ultima legata agli emigranti calabresi e veneti del secondo dopoguerra – lavora in gran parte nella pubblica amministrazione, in piccola percentuale nel settore turistico e agricolo. Il comparto industriale è pressoché inesistente se si eccettuano quelle attività legate all’estrazione del marmo.
Guido TheoduleCome tutti i comuni di media montagna, sconta forti disagi riconducibili soprattutto all’assenza di grossi sbocchi turistici e allo spopolamento dei decenni passati. Recentemente su questo versante c’è stato una timida ripresa, con qualche arrivo in più.

Tre validi motivi per visitarla?
Uno dei motivi principali è l’aspetto ambientale, che presenta uno straordinario paesaggio costituito per il 60% da boschi e interessato da un clima mite. L’ideale per immergersi in percorsi naturalistici, a piedi e in mountain bike.
Nella parte alta ci sono piste da fondo e comunque è possibile raggiungere note località sciistiche in poco tempo: Torgnon è vicinissimo, a mezz’ora di macchina ci sono Cervinia, Valtournenche e Chamois.
L’altro motivo è il fascino storico del Castello medievale, location di rappresentazione dal sapore celtico e medievale, tra cui “Il Medioevo alla Corte di Cly” che prevede un’intera giornata in stile medievale conclusa dalla tipica cena itinerante. Il sito è di proprietà del Comune che si è impegnato in un progetto di recupero, in modo da renderlo visitabile tutto l’anno e non soltanto, com’è adesso, nei mesi di luglio e agosto.
Il terzo motivo potrebbe essere la “Festa del vischio”, una manifestazione – celebrata l’8 dicembre –, legata alla storia del castello, che rievoca l’antica tradizione della raccolta del vischio. Questo parassita di cui il nostro territorio abbonda viene venduto insieme ai prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato locale in una sorta di mercatino prenatalizio.

Chi o cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità dei saint-denisots?
Per la sua particolare configurazione urbana, Saint-Denis non può fare appello a un’unica identità: sono tante, quante sono le frazioni in cui è suddiviso il comune. Storicamente il territorio deve molto ai signori di Cly, che inizialmente hanno restaurato e reso abitabile il castello. Lo sviluppo del centro abitato si è avuto con la realizzazione di ruisseau (=ruscelli) che hanno portato l’acqua in quest’area.

Per quale aspetto del suo Comune e della sua gente, Guido Theodule, da cittadino prima ancora che da sindaco, va fiero?
Vado orgoglioso del senso di radicamento, di attaccamento al territorio che manifestano i miei concittadini, pur nelle difficoltà cui vanno incontro nel quotidiano. La gente è disposta a grandi sacrifici, accettando di lavorare in altre realtà senza per questo lasciare la propria terra d’origine.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro di Saint Denis?
Sono moderatamente fiducioso sulle prospettive di Saint-Denis. Nel complesso non si può prescindere da un rilancio socioeconomico e turistico del territorio. E’ necessario attrarre investimenti privati per potenziare la rete di infrastrutture, in particolare sotto l’aspetto ricettivo, e sviluppare una mentalità votata al turismo.
Dal punto di vista della riqualificazione urbana gli sforzi dell’amministrazione comunale, in considerazione della dispersione dei diversi nuclei abitati e della limitata disponibilità di risorse, si sono proiettati sul capoluogo e sulle frazioni maggiori.
Di un certo rilievo è il progetto in corso d’opera che vede Saint-Denis come comune pilota per lo sfruttamento dell’energia solare ed eolica. L’intento è quello di realizzare un parco per la produzione di queste due fonti di energia alternativa, il che consentirebbe di ovviare alla scarsità di fonti idroelettriche. E’ un traguardo di enorme prestigio per una piccola comunità come la nostra. Per il sottoscritto, da vent’anni impegnato nell’amministrazione comunale, sarebbe un insperato regalo d’addio.

Una domanda che per lei è d’obbligo rivolgere su Saint Denis e la risposta che darebbe.
“Per quale motivo gli abitanti non riescono a rilanciare insieme questa meravigliosa terra?”
“Perché si difetta di coraggio, il coraggio di mettere a frutto le proprie potenzialità. C’è una tendenza a impigrirsi, uno scarso spirito di imprenditorialità. Su questo punto mi rivolgo ai nostri giovani, perché trovino gli stimoli per investire sul futuro di Saint-Denis”.

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