La guerra ovunque porta con se distruzione e sofferenza; in Sicilia ha contribuito a minare le solide fondamenta dell’arte della lavorazione del cuoio, consolidata nel tempo da abili artigiani che avevano dato impulso allo sviluppo e alla crescita della terra palermitana.
Ad anni di distanza, c’è chi rispolvera il vecchio mestiere di lavorare e intagliare finemente questo materiale per creare oggetti di uso quotidiano che richiamano le essenze delle più antiche tradizioni.
Angelo Pernice, della Ciprillo Artigiano Cuoieria, intervistato per Comuni-Italiani.it
A quando risalgono le origini di questa antica professione nel suo territorio?
Il cuoio e il legno sono due materie prime naturali che accompagnano l’umanità da sempre. Tutti quanti, nessuno escluso, nell’arco della propria vita hanno provato a costruire da soli un oggetto in cuoio o legno.
In Sicilia, e nella fattispecie a Palermo e provincia, sino al secolo scorso, vi erano molte concerie specializzate nel trattamento del cuoio; combinando una sostanza presente nei vegetali capace di reagire con gli elementi della pelle animale, il tannino, ne prevenivano la putrefazione e la trasformavano in cuoio.
Gli artigiani e i commercianti nel capoluogo siciliano si concentravano nel centro storico, nella zona di piazza Rivoluzione e via Paternostro; in quest’ultima ancora oggi sono presenti negozi specializzati nella vendita di valigie.
Le botteghe rifornivano non solo la città, ma anche tante altre zone, di ottime calzature, borse e svariati oggetti in pelle: piccoli laboratori dove i mastri si tramandavano l’arte, con gesti antichi e sapienti, da padre in figlio da svariate generazioni, rinnovando una tradizione con almeno due secoli di storia.
Quando è nata in lei la passione per questa antica arte?
Tutto cominciò per gioco ai tempi in cui andavo alle elementari. Tornando a casa passavo davanti al laboratorio di un artigiano che costruiva borse, cinture, custodie di ogni tipo, giberne e altro.
Affascinato dai movimenti di quel demiurgo feci amicizia con lui e finii col trascorrere in sua compagnia tutto il mio tempo libero.
Imparai così a conoscere gli attrezzi, i pellami, le varie tecniche di lavorazione, ma tutto solo in teoria perché il mio amico non mi faceva mai toccare nulla. Rispondeva alle mie domande con piacere e massima disponibilità ; mi diceva che io ero predisposto per fare quel mestiere, ma dalla teoria non si passò mai alla pratica.
Trascorsero molti anni, almeno quindici, e l’amore per quel lavoro e il cuoio lo avevo accantonato: non faceva più parte dei miei programmi, del mio presente e del mio futuro.
Nella primavera dell’85 trovai una cagnetta e per non perderla decisi di fare inciderne il nome e il mio numero di telefono sul collare. Praticamente non trovai nessuno in città capace di fare un collare con guinzaglio coordinato come lo volevo io e fui costretto a fare da solo. Quel completo ebbe un successone tale che, da quel momento, fui sommerso dalle ordinazioni.
Allora, mi tornarono in mente le parole del mio mastro quando chiedevo di utilizzare gli attrezzi: “C’è tempo per quelli, verrà il momento in cui dovrai usarli perché lui ti chiamerà”, riferendosi con quel lui al mestiere di artigiano. Io, in quel momento, stavo rispondendo a quella chiamata e da un quarto di secolo sto ad ascoltare ed imparare.
Quali sono i prodotti o gli oggetti sui quali puntate maggiormente?
La mia produzione è molto variegata, dal braccialetto al casco da moto ricoperto in cuoio, dalle cinture alle cartucciere, dalle borse manager alle fondine per armi: praticamente si fa di tutto a esclusione delle calzature.
Ovviamente ci sono alcuni articoli che mandano avanti la baracca: tra questi le cinture per uomo e donna, i portafogli, le borse e borsellini, i marsupi e gli spallari, la piccola pelletteria quale i portachiavi, i portasigarette, portacellulari, portaocchiali.
Ma il vero fiore all’occhiello è la realizzazione di oggetti su commissione partendo da idee del cliente oppure elaborando un modello con la possibilità di personalizzarlo per rispondere alle esigenze più disparate.
Il mio motto è infatti: “Ciprillo Artigiano Cuoieria realizza quello che non c’è, le tue idee realizzate come le hai immaginate”.
Per quali caratteristiche secondo lei i vostri manufatti sono unici e inimitabili?
I miei manufatti sono il risultato di venticinque anni di ricerca e di creatività, di passione e di prove: esperienze personali che hanno formato e plasmato il mio stile.
Chi acquista un mio oggetto sa di aver comprato un prodotto in vero cuoio italiano, un pezzo unico destinato a durare nel tempo.
Il mestiere, la passione e la materia naturale, miscelate tra loro, sono il valore aggiunto che fanno percepire l’artigianalità del prodotto che, con il suo odore intenso, la naturale morbidezza del cuoio e la sua robustezza, riesce a coinvolgere armoniosamente i sensi.
Quanto e come il tempo e il progresso hanno segnato l’evoluzione dei vostri prodotti artigiani?
Al contrario di altre categorie di artigiani le quali hanno beneficiato dell’enorme progresso tecnologico dell’ultimo ventennio, nel settore della pelletteria e specialmente in quello della cuoieria, le attrezzature sono praticamente le stesse dalla fine del 1800.
L’unica vera differenza consiste nel fatto che le macchine da cucire non sono più a pedale come nei secoli scorsi, ma elettriche. Nella mia bottega si utilizzano ancora tecniche vecchie di secoli, come ad esempio la pirografia usata per disegnare le mappe sulle pelli di animali con dei ferri roventi. Dalla creazione del cartamodello alla realizzazione della forma, dal taglio alla colorazione, tutto è rigorosamente fatto a mano.
Quanto le tradizioni locali hanno influito sulla diffusione di questo mestiere?
Purtroppo i comparti del cuoio e della pelletteria a Palermo, una volta molto fiorenti, hanno avuto una crisi dovuta al degrado del centro storico. La zona dove sorgevano le botteghe fu, infatti, duramente bombardata dagli anglo-americani e mai ricostruita e gli artigiani sono andati via facendo perdere una tradizione antichissima.
Ultimamente l’interesse dei giovani verso questa forma di artigianato è aumentato in maniera esponenziale, sicuramente anche per la mancanza di prospettive di lavoro, e perciò la speranza è che quest’arte ritorni ai suoi antichi fasti.
Ci sono nella sua città strutture permanenti - quali musei, gallerie, saloni - per l’esposizione di questi manufatti?
Malgrado il fiorente passato del settore, non esiste a Palermo nessuna struttura pubblica o privata che si occupi dell’esposizione di manufatti in cuoio o di artigianato in genere. La Pubblica Amministrazione è completamente assente e io partecipo alle poche mostre che qualche privato di tanto in tanto organizza.
La Regione Sicilia ogni tanto prova a organizzare qualche evento ma, nella maggior parte dei casi, sono manifestazioni che nulla hanno a che fare con l’artigianato vero e proprio. Niente stand espositivi, niente mostre estemporanee con i mastri al lavoro, ma solo depliant e volantini su agevolazioni e vantaggi vari dedicati al settore che praticamente sono inaccessibili per un piccolo artigiano.
Vengono organizzati eventi, fiere, mostre mercato per la loro commercializzazione e promozione turistica?
Anche sotto questo aspetto, la situazione non è delle migliori. Le rare manifestazioni che dovrebbero promuovere il settore, in realtà, si riducono a mercati o fiere di commercianti in cui la percentuale di veri artigiani è molto ridotta. Da queste parti, inoltre, è difficilissimo ottenere in concessione il suolo pubblico per vendere i manufatti prodotti in loco. I Comuni, infatti, invece di incentivarne la diffusione con mostre mercato fanno di tutto per scoraggiare chi prova ad organizzarle.
Da qualche anno, per ovviare a questi disagi, sono presente sul web con un sito aziendale che, tra gli altri servizi, offre anche una consulenza gratuita per gli hobbisti che vogliono dilettarsi con questa antica arte e consigli utili per la manutenzione degli oggetti in cuoio e in pelle.
In che modo la sua attività potrebbe essere maggiormente valorizzata?
Basterebbe creare degli appositi spazi dove poter metter in vendita i manufatti creati anche in loco e gli artigiani interessati per accedervi potrebbero pagare un’equa tassa giornaliera. Queste aree potrebbero essere poi autogestite dagli artigiani stessi, che avrebbero anche il compito di garantire i prodotti venduti e di vigilare sulla loro qualità, ed essere inserite tra le tappe dei tour turistici della città di Palermo.
Riferimenti:
Ciprillo Artigiano Cuoieria di Angelo Pernice
Via San Lorenzo, 109 - 90146 Palermo
Telefono: 320-1567593
Indirizzo email: ciprillo@gmail.com
Sito web: www.ciprillo.it
3 commenti a “Il Cuoio, l’arte che rivive nelle tradizioni cancellate dalla guerra”
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.
Mi complimento con Angelo per cio che dettagliatamente riporta su questo sito.
Sono anche io un Artigiano Palermitano e con Angelo ci conosciamo da tanti anni. Per la verità a pure lavorato presso il mio laboratorio.
Devo dare atto ad angelo che questa città da poco spazio agli artigiani del cuoio e predilige altri settori dell’artigianato. Io ad esempio, per sopravvivere ho dovuto portare il mio prodotto al nord Italia ed anche all’estero, altrimenti avrei perso tutto quello che mi sono costruito in circa 20 anni.
Francesco La Russa
http://www.francocuoio.it
Il vero artigiano e’ colui che crea un oggetto dalla propria fantasia,non colui che copia i modelli delle grandi case,un vero artigiano e’ colui che pur servendosi dell’ausilio delle macchine usa ancora riga e squadretta,non solo fustelle e operai…si rovina le mani per via dei colori e della pesantezza del cuoio e non si sente mai arrivato…be’,inquanto a cultore del cuoio da una vita,avendo conosciuto la realta’ palermitana da questo punto di vista,posso dire che a Palermo i veri artigiani in questo ambito si contano sulle dita di una mano:Ciprillo,bravo artigiano rifinito e dai prezzi modesti;una signora che lavora a Mondello con grande tenacia e simpatia;un altro signore che ha un piccolo laboratorio;i ragazzi vicino l’universita’ di giurisprudenza e un altra coppia di giovani che hanno un atelier in casa e che espongono nelle fiere…il resto,credo che siano solo abili riproduttori che lavorano con bei macchinari che fanno gran parte del lavoro…insomma,fabbriche di lavori seriali che vengono spacciati per artigianali…daltronde come come si fanno a vendere 100 borsoni in soli 3 giorni se non attraverso un lavoro seriale?
ciao!!
Sono francese
e devo fare delle ricerche sullo sviluppo del settore del cuoio in Italia, ma non so da dove cominciare così volevo sapere se fosse posibile darmi alcune idee delle site web. il mio indirizzo è cryptic-sheen@hotmail.fr
grazie mille.