Posta all’interno di un agglomerato urbano che comprende anche Pompei e Castellamare di Stabia, Scafati rappresenta il primo comune dell’agro nocerino-sarnese, in Provincia di Salerno.
Visitando la cittadina è impossibile non ritornare con la mente al secolo scorso, quando il 28 settembre del 1943, all’indomani del famoso sbarco di Salerno, un gruppo di patrioti impugnò le armi contro l’oppressione nazi-fascista e riuscirono ad evitare che fosse distrutto il ponte sul fiume Sarno.
Oggi su quel ponte, che divide Scafati quasi a metà, sorge una lapide commemorativa, a perenne ricordo dei suoi eroi.
Passeggiando per Scafati, comunque, ci sono anche altre cose su cui soffermarsi. Nella piazza principale del paese, piazza Vittorio Veneto, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Vergini.
L’edificio ha una tradizione antichissima: secondo i ritrovamenti storici esso fu eretto prima del 1524 dai membri del reggimento universale.
Si racconta che a quei tempi il cappellano venisse scelto fra quelli più idonei della zona e potesse essere rimosso dagli amministratori ad natum, cioè con un semplice cenno. Il sacerdote svolgeva un vero e proprio lavoro, retribuito mensilmente dal Comune.
Da un punto di vista architettonico la chiesa era fiancheggiata all’esterno da un campanile con quattro campane, mentre all’interno le pareti erano coperte da cappelle: a destra c’erano quelle dedicate a Santa Maria del Parto e a Santa Maria delle Grazie, a sinistra invece si venerava la Beata Vergine e gli altri santi.
Nonostante i numerosi rifacimenti successivi, tra cui uno nel 1785 in cui fu aggiunto l’altare maggiore in marmo, ancora oggi questo monumento mantiene le caratteristiche di allora e svetta maestosa all’interno del territorio.
Poco più in là gli scafatesi hanno anche la possibilità di vivere il proprio tempo libero all’aria aperta, grazie ad una bella villa comunale che al suo interno ospita tra l’altro un centro per anziani polivalente.
Chiamata anche Parco Wenner, la villa deve il suo nome a Roberto Wenner, figlio di Alberto, socio dell’industria tessile della Valle dell’Irno.
Non tutti, infatti, sanno che il comparto tessile di Scafati era uno dei più noti del Sud Italia: le industrie che sorgevano nella zona producevano filati di pregiata qualità che venivano esportati in ogni angolo della Campania e della penisola.
Tuttavia, fu soprattutto grazie alle intuizioni di Wenner che sul finire dell’Ottocento la produzione triplicò. L’imprenditore pose fine alla crisi che aveva colpito l’industria meridionale di quegli anni con uno stratagemma brillante: egli, con l’aiuto dei suoi uomini, perfezionò un prodotto molto simile a quello inglese e lo esportò in Turchia con l’etichetta “Scafati near Glasgow”. Qui l’etichetta veniva tolta e il prodotto passava per autentico filato anglosassone.
Grazie a questo espediente che gli consentì di incrementare notevolmente le entrate, qualche anno dopo Wenner fondò la Società Anonima Manifatture Cotoniere Meridionali, in cui confluirono le industrie di Scafati, Castellamare e il cotonificio di Poggioreale.
Oggi il paese ha subito degli ammodernamenti. Tra gli altri, la città vanta un corso principale ricco di negozi, un municipio molto curato (Palazzo Mayer) e la nuovissima Biblioteca Civica di via Galilei.
Spesso Scafati viene considerata una città “di passaggio”: i turisti, attratti dalle bellezze naturali della vicina penisola sorrentina o dai reperti archeologici di Pompei, trascurano questo lembo di terra.
Invece racchiude in sé un mondo bellissimo e in parte dimenticato!
1 commento a “I luoghi della memoria sulle sponde del Sarno”
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NON SI PUO’ DIMENTICARE DI CITARE UNA DELLE PIU’ BELLE CHIESE DI SCAFATI E CIOE’ LA CHIESA DI SAN VINCENZO………HO LASCIATO MOLTI RICORDI IN QUELLA CHIESA ED ANCHE IN QUELLA VIA !!!! E’ STATO MEGLIO LASCIARSI CHE NON ESSERCI MAI INCONTRATI (ADA) Fabrizio De Andrè