3 Marzo 2009

Quel primo contatto “illuminato” all’ombra dell’Etna

di Marcello Di Sarno (Blog Catania. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli intervistato per Comuni-Italiani.it

Capitale della ricchissima Val di Noto. Cos’ha di così speciale la sua città?
Ci sono risorse naturali che fanno della nostra terra un luogo unico. Parlo del sole, del mare e della nostra “montagna”: l’Etna. Tutto questo fa da cornice a un centro storico settecentesco di straordinaria bellezza, dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
La nostra città, inoltre, mantiene intatte le sue tradizioni popolari. Il turismo quindi deve puntare sulla valorizzazione di queste caratteristiche. Senza dimenticare la festa dedicata alla santa patrona, Sant’Agata, che ogni anno richiama un gran numero di visitatori.

Raffaele Stancanelli

Parliamo proprio di questa famosa festa. Che valore ha per la comunità e per lei personalmente?
La festa di Sant’Agata è fortemente sentita dai catanesi, non soltanto da quelli che vivono in questa città. Ogni anno, in occasione di questa ricorrenza, sono numerosissimi i catanesi, tra quelli che vivono all’estero, che fanno ritorno qui. Per non parlare dei turisti.
Per quanto mi riguarda, fin da ragazzino ho seguito in processione la santa Patrona. Vi assicuro che farlo da primo cittadino è stato a dir poco emozionante. Appena insediato avevo avuto un primo “contatto” con i festeggiamenti estivi in onore della santa, nel mese di agosto. Quella breve processione mi aveva commosso. Alla nostra Patrona mi ero affidato fin dall’inizio in questa difficile ma esaltante prova. L’atmosfera che si respira in città da fine gennaio è assolutamente unica.

Quali altri aspetti la fanno sentire orgoglioso della sua Catania?
Catania è una città splendida. Me ne rendo conto ancor di più quando, per motivi di lavoro, sono fuori sede e ascolto i commenti di chi l’ha visitata. Ma a rendermi ancora più orgoglioso sono i catanesi. Gente capace di rimboccarsi le maniche e ripartire.

Oltre alle risorse turistiche, su cosa bisogna puntare per lo sviluppo economico della città?
In un momento di grande difficoltà è importante che Catania rimanga un polo di attrazione produttivo.
Alcuni giorni fa ho ricevuto a Palazzo degli Elefanti la delegazione cinese giunta a Catania per valutare la possibilità di realizzare un aeroporto intercontinentale, un grande porto e un interporto. I sette manager del Gruppo HNA - grossa holding imprenditoriale che si occupa di logistica, trasporti e turismo di élite - sono interessati allo sviluppo delle infrastrutture dell’area ionica, con un occhio particolare all’interporto e agli scali marittimi di Catania e Augusta, senza tralasciare la posizione strategica che ha in tutta l’area l’aeroporto di Fontanarossa.
Solo pochi mesi fa inoltre abbiamo registrato l’intenzione della Sharp, insieme all’Enel, di utilizzare Catania per produrre pannelli fotovoltaici. E poi sono riuscito a rimettere in contatto l’Ikea con Iko2. L’accordo per realizzare l’Ikea a Catania è già stato sancito davanti al notaio.

A quasi un anno dal suo mandato, che quadro si è trovato di fronte?
Voglio innanzitutto ricordare che al nostro insediamento ci siamo trovati davanti a una situazione finanziaria disastrosa. Quindi il primo impegno sul quale ci siamo proiettati è stato quello di dare certezze alla città.
Il Comune avrebbe dovuto dichiarare il dissesto entro il 31 dicembre se non avessimo provveduto a coprire i disavanzi del 2003, 2004 e 2006. Mi sono battuto con forza per evitare che si finisse nel baratro. Ho informato il Presidente del Consiglio Berlusconi, rendendo nota la situazione finanziaria di questa città.
Ho chiesto aiuto al Governo e oggi, grazie alla delibera del Cipe, con i 140 milioni messi a disposizione abbiamo coperto i disavanzi pregressi, iscrivendoli in Bilancio.

Ciò sicuramente ha comportato altri problemi da affrontare.
Ci siamo posti sul tavolo tre emergenze da affrontare. Prima fra tutte è stata la luce. Le strade di Catania da mesi erano completamente al buio. Siamo riusciti, grazie ad un accordo con il raggruppamento di imprese che gestisce il servizio d‘illuminazione pubblica, a iniziare a coprire il grosso debito, garantendo il ripristino dell’illuminazione in città.
La seconda priorità è la pulizia delle strade. A tal proposito, abbiamo bandito la nuova gara d’appalto per l’affidamento quinquennale del servizio e l’installazione di 1600 nuovi cassonetti per la raccolta differenziata che inizierà nelle prossime settimane.
Anche la terza priorità, riuscire a smorzare la tensione sociale, è stata affrontata e risolta. Oggi i dipendenti delle cooperative sociali, hanno ottenuto quanto previsto dagli accordi con i sindacati e la somma erogata finora ammonta a quasi 25 milioni di euro.
Senza dimenticare infine una importante emergenza sfiorata ed evitata: mi riferisco alla discarica che, per i debiti passati, ha rischiato di chiudere, lasciando che Catania finisse come Napoli. Ci siamo riusciti, siglando un piano di rientro.

Quale di queste ha segnato particolarmente il vissuto cittadino?
Senza dubbio la mancanza di illuminazione. Molta gente evitava di uscire la sera. Tanti catanesi mi raccontavano di come la vita di tutti i giorni stava cambiando. Anche scendere in strada a buttare la spazzatura era diventato un serio problema.
Tutte le strade erano al buio. Il quartiere di Librino è rimasto senza illuminazione pubblica per un anno intero. In questo caso, oltre al debito con il consorzio di imprese che si occupa dell’illuminazione pubblica, ci sono stati numerosissimi furti di cavi in rame. Questo ha prolungato i tempi di ripristino dell’illuminazione.

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