Un laboratorio artigiano per la produzione di vetrate artistiche piombate, dipinte a fuoco e in vetro fusione, per l’arredamento d’interni e per gli ambienti sacri nel capoluogo siciliano.
Vetrate d’Arte è un vero e proprio atelier di armonie di colori e luci che incantano e stupiscono, e conducono l’osservatore lungo linee morbide di vibranti fantasie cromatiche. E mentre lo sguardo si inebria di bagliori colorati, piacevoli sensazioni pervadono la mente e stuzzicano la fantasia.
L’artista Roberto Alabiso intervistato per Comuni-Italiani.it
A quando risalgono le origini di questa antica professione nel suo territorio?
C’è un bellissimo testo di Angelo Pantina “Vetrate siciliane”, pubblicato nel 2001 edizioni L’Epos, che dedica alcuni capitoli all’attività di due artisti operanti sopratutto a Palermo, nei primi decenni del secolo scorso che sono Salvatore Gregorietti e Pietro Bevilacqua.
A quest’ultimo, per intenderci, si deve il velario in ferro e vetro che decora tutt’ora, oltre che illuminare, l’aula del Parlamento a Montecitorio, progettata dall’architetto Ernesto Basile.
Molte erano le vetrate, realizzate dai due studi, che abbellivano i villini in stile Liberty di Palermo e in località Mondello. Purtroppo la speculazione edilizia a cavallo degli anni Sessanta e Ottanta ha demolito molte di queste residenze, cancellando gran parte delle testimonianze artistiche, frutto della stretta e proficua collaborazione tra architetti artisti e artigiani nel capoluogo siciliano che in quel sorprendente periodo storico si trovava ad essere punto di riferimento della cultura europea.
Quando è nata in lei la passione per questa antica arte?
Devo dire che è stata proprio la bellezza del materiale che mi ha subito affascinato, sin dalla prima volta che ho visitato nel 1983, appena laureato, uno dei rari laboratori di vetratisti esistenti a Palermo. Con la guerra, infatti, e di più con l’avvento del razionalismo in architettura e quindi con la scomparsa di qualsiasi forma di decorazione, l’artigianato artistico subì un forte arretramento e molte botteghe artigiane scomparvero. Ciò che mi ha spinto ad intraprendere questa attività è stata anche l’intuizione che la vetrata artistica avrebbe potuto tornare ad abbellire le case dei palermitani e non solo, dopo un periodo di “astinenza” dalla decorazione imposta dal modernismo.
Quali sono i prodotti sui quali puntate maggiormente?
Oltre che alle vetrate per l’arredamento d’interni, soprattutto per porte, finestre, lucernari, controsoffitti, applique e lampade, realizziamo vetrate istoriate per le chiese raffiguranti santi o fatti del Vangelo, con la tecnica tradizionale della pittura a fuoco o con la più moderna della vetrofusione.
Per quali caratteristiche secondo lei i vostri manufatti sono unici e inimitabili?
I nostri manufatti sono unici e inimitabili proprio perché realizzati interamente a mano. Inoltre ogni lavoro dell’artigiano è sempre destinato a una persona con un volto preciso, con un desiderio da realizzare. Ed è soprattutto da questo rapporto che in qualche modo ogni opera viene generata e che quindi, a causa di circostanze sempre diverse, risulta sempre un “fatto” unico e irripetibile.
Quanto e come il tempo e il progresso hanno segnato l’evoluzione dei vostri prodotti?
Il nostro lavoro è ancora basato per buona parte su tecniche artigianali antiche: il vetro è ancora tagliato a mano, come la tessitura in piombo delle tarsie di vetro, e le grisaglie sono stese a pennello.
Disponiamo oggi però di macchinari, come ad esempio i forni controllati da processori, che mantenendo costante la temperatura in tutta la camera di cottura, ci consentono la decorazione a caldo di grandi lastre di vetro. Cosa che non era possibile qualche anno fa, con i forni a muffola in cui le lastre si sarebbero rotte per lo “stress” dovuto ad una distribuzione del calore non uniforme o ad un raffreddamento non controllato. Siamo in grado così di realizzare anche grandi pannelli in vetrofusione (fusing glass), dove i vari elementi vitrei non sono legati dai trafilati di piombo, ma dal forte calore (circa 800°) che li fonde tra loro.
Quanto le tradizioni locali hanno influito sulla diffusione di questo mestiere?
Sicuramente molto sino ad ora. Oggi le nuove generazioni non hanno tanta memoria del periodo artistico di cui parlavo sopra, pertanto un po’ di “bellezza” va scomparendo per fare posto a prodotti e manufatti in cui la mano dell’uomo incide meno, prodotti che non costano molto, ma che non tramandano più questa bellezza.
Sicuramente la crisi economica di oggi incide su tutto questo, ma non quanto la perdita del gusto per il bello.
Ci sono nella sua città strutture espositive e momenti di promozione?
Purtroppo, saloni, gallerie non ce ne sono e le poche manifestazioni che vengono organizzate sono di scarsissimo profilo.
In che modo la sua attività potrebbe essere maggiormente valorizzata?
Bella domanda, in questo periodo!
Penso che i media dovrebbero intervenire di più nel rendere visibile il lavoro di tanti artigiani che ogni giorno provano a costruire ancora qualcosa di interessante per le nuove generazioni. Queste vedono il loro futuro lavorativo, e anche a ragione purtroppo, sempre meno in un mestiere di questo tipo.
Riferimenti:
Vetreria d’Arte Alabiso
Via Guglielmo Marconi, 69 - 90141 Palermo
Telefono: 091-321.545
Indirizzo email: roberto1@alabiso.org
Sito internet: www.alabiso.org
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