12 Aprile 2010

La città scaligera vista con gli occhi di un siciliano

di Maria Salerno (Blog Verona. Interviste Giornalisti)

Salvo Ingargiola

Salvo Ingargiola

Siciliano di nascita, veneto d’adozione. Salvo Ingargiola, giornalista e spirito inquieto, dopo avere peregrinato in lungo e in largo attraverso lo stivale (ha lavorato a Palermo, Genova, Roma e non solo: è arrivato fino a Turku e Helsinki, in Finlandia), attualmente pare avere fissato la sua residenza nella città degli Scaligeri, dove lavora come coordinatore editoriale di alcune riviste e pubblicazioni per la casa editrice Noema e come redattore per il mensile “Veneto&Veneti”, rivista specializzata nel raccontare il territorio ed i suoi protagonisti.

Com’è nata in lei la passione per il giornalismo?
Per caso. Un corso di giornalismo a scuola, l’istituto tecnico che frequentavo quando ero teenager, nella piccola Mazara del Vallo, paesino di 50 mila anime nella costa a Sud-Ovest della Sicilia. Paese che già allora guardava alla Tunisia e che, a scuola, abbiamo voluto raccontare realizzando un docu-film amatoriale, senza grandi pretese, sulla vita dei marinai nel porto mazarese sempre più nordafricano. Il corso è stato uno stimolo. Pensavo di essere negato e, ancora oggi, a volte lo penso perché, avendo studiato ragioneria, ho il complesso di tante lacune da colmare. Ma, come al solito, a ogni problema c’è un rimedio: basta leggere, leggere e lasciarsi stimolare sempre.

Com’è Verona vista con gli occhi di un siciliano?
Verona è una città elegante, storicamente importante. Adoro tutto ciò che riconduce all’Antica Roma e, pertanto, non può non piacermi Verona. La prima cosa che ho visitato di Verona sono state le mura di Gallieno, datate I-II secolo d. C., ricorderò sempre la faccia dei veronesi, seduti al tavolo di un bar, mentre io ammiravo delle vecchie mura addossate a un altro vecchio edifico vicino alla Bra. Mi avranno preso per pazzo…

… e com’è, invece, Verona vista con gli occhi di un veneto?
Domanda da un milione di dollari! Ecco come un ‘terrone’ percepisce l’immagine di Verona che i veronesi gli rimandano: Verona è al top, su tutto. “Verona ha il miglior Comando della Polizia municipale d’Europa”, “il Veneto è la regione con il più alto tasso di associazioni di volontariato in Italia” e, ancora, “Verona è al top su turismo, quarta città turistica d’Italia”. I virgolettati non sono miei ma di amici e colleghi veronesi che prendo costantemente in giro.
Da loro arriva senza ombra di dubbio una “bella” verità che nessuno mette in discussione.
In compenso, a differenza di noi siciliani, i veneti hanno un grande pregio: si chiama amor proprio. Guai però a degenerare: chi non ha spirito critico, a mio avviso, ferma il progresso della società. In Sicilia, da questo punto di vista, ci sono “cellule di coraggio” in perenne movimento. Penso a magistrati, gente comune, insegnanti che lottano tutti i giorni contro il Sistema.

Verona è davvero la città degli innamorati o piuttosto del love business? (mi riferisco ai lucrosi matrimoni sul balcone di giulietta e romeo).
Assolutamente, la seconda. Love business! Detto questo, è una città che, come tutto il Veneto, sa “vendersi bene”.

Che profumo ha questa città? Di cosa odorano le sue strade?
Direi… che le strade sono pulite, i balconi sono sempre fioriti, colorati. Le vetrine dei negozi estremamente curate e attraenti. Ma fortunatamente c’è un’altra Verona, quella popolare. Che scopri, in un lunedì di Pasquetta, quando, preso dalla noia ti rifugi in un parco e vedi una compagnia di signori (media 50-60 anni) e ti invitano a mangiare polenta alla brace e soppressa. E ovviamente un goto de vin (bicchiere di vino ndr). Questa è la Verona che si vede di meno. E che io adoro.

Qual è il suo ricordo più bello legato a questa città?
Tanti ricordi. Di quelli che posso raccontarLe, vediamo… sì direi il concerto di Antonella Ruggiero in Arena. Scenario suggestivo, quell’arena è meravigliosa quando si abbassano le luci e regna solo la musica.

Cosa un turista non dovrebbe assolutamente perdersi di Verona?
Dipende da dove arrivi. E soprattutto “chi sei”. Un terrone non si deve perdere le osterie dove mangiare bene (vi consiglio la pastissada de caval) e bere fiumi di buon vino, magari il rosso della Valpolicella.
Se sei altoatesino beh…la grappa la bevi meglio su, alle osterie sei abituato e forse diventa imperdibile una serata in Arena durante il festival di musica lirica, in estate. Ma, anche in questo caso, dipende sempre dagli interessi del turista in questione.

Cosa cambierebbe di Verona?
Credo che uno dei problemi principali per il nostro Paese (non solo per Verona) sia ciò che io chiamo “propaganda”. Manca un’informazione giornalistica seria, autenticamente libera da poteri politici ed economici soprattutto. Le istituzioni, i partiti politici, le imprese. Sono “loro” che hanno in mano l’informazione che, pertanto, non è al servizio della gente comune. Facile farsi manipolare dai media, in assenza di strumenti di conoscenza alternativi e validi.
Tornando a Verona, credo che la legalità e il lavoro siano due aspetti straordinariamente positivi nel processo di integrazione da parte degli extracomunitari ma tutto ciò, da solo, non basta. Serve avvicinare le persone, non creare paura che, a sua volta, genera la sfiducia nell’altro.

Qual è il futuro di Verona? Verso dove sta andando la città?
Premetto che non ritengo che Verona sia razzista e che, per certi aspetti, ritengo il processo di integrazione nella Città scaligera a un livello più avanzato che al Sud, nella mia Mazara del Vallo ad esempio. Tuttavia, credo che Verona sia bigotta e ancora troppo conservatrice.
Tanto è cambiato nel corso degli anni. Qui nessuno mi ha mai discriminato in quanto “terrone”, anzi è un valore aggiunto (RIDE, ndr). Credo sia da sprovveduti chiudersi in un recinto o, peggio ancora, a farsi chiudere. Meglio tenere più di una porta aperta. “L’altro” – è la mia filosofia di vita – è arricchimento. Non è un caso che è qui, in questa bellissima terra, nel 1995, neanche tanto tempo fa, con un voto assembleare, il Consiglio comunale della Città rifiutava la risoluzione dell’Ue sulle pari opportunità delle persone omosessuali. Insomma, credo che Verona, come l’Italia, e il mondo intero non appartengano a nessuno.
Il Veneto non è dei veneti così come la mia Isola non è solo mia ma di tutti coloro che la amano. Ma questa ovviamente è solo la mia filosofia di vita.

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