3 Marzo 2009

Vino, guerra fredda e Pasolini

di Alessandro Mascia (Blog Casarsa della Delizia. Alla Scoperta della nostra Italia)

I vigneti a San Giovanni di Casarsa

I vigneti a San Giovanni di Casarsa

Casarsa della Delizia – o molto più semplicemente, com’è consuetudine tra gli abitanti del luogo, Casarsa – è un centro di oltre ottomila anime a est di Pordenone, sulla strada per Udine.
Il paese nasce nell’epoca romana e, per conoscerlo, bisogna partire da un preambolo.

Poco distante da Casarsa, passava l’antica via che congiungeva Aquileia e Genova, la via Postumia, mentre a nord del paese la via incrociava un’altra strada romana, la via Giulia. In questa maniera, era inevitabile che nascesse un nucleo di ristoro tra queste due importanti rotte. In breve tempo, quel punto di sosta si è trasformato in villaggio. Tuttavia, notizie di insediamenti nei pressi di Casarsa, possono essere trovate (ma non datate con esattezza) anche in tempi più antichi.

Se una prima panoramica sugli albori cittadini è stata fatta, ora è il momento di fare luce sul suo nome.
Nel cartello comunale, all’entrata di essa, c’è scritto Casarsa della Delizia, e sotto, a mo’ di sommario giornalistico, “Città del Vino“.
Casarsa, come la parola stessa suggerisce, indica una casa che brucia, una casam arsam, che è per l’appunto l’antico nome del paese. Si narra, infatti, che ci fu un devastante incendio a un grande capannone in epoca latina e da qui l’origine della prima parte del nome.

Sul “Della Delizia”, invece, ci sono differenti versioni, una certa, l’altra più romantica (a cui sono legati gli abitanti del luogo). Quella certificata storicamente è datata 1867, quando era appena nata l’Italia, anche se ancora enormemente frastagliata. Nel 1866, Casarsa, come il Friuli orientale e il Veneto, è annessa al Regno grazie alle conseguenze della Terza Guerra d’Indipendenza e un Regio Decreto l’anno successivo le conferisce l’appellativo. Come detto, però, il nome ha anche riscontri che si perdono nell’alone della leggenda. Infatti, narrazioni popolari tramandate di generazione in generazione, vogliono che sia stato nientedimeno che Napoleone Bonaparte ad appioppare l’appellativo al paese. Ma, ripetiamo, non c’è nulla di riscontrato.

Per quanto concerne il “Città del Vino”, ci sono due ipotesi, entrambe plausibili e valide. Bisogna dire che i vini “La Delizia” di Casarsa sono rinomati in tutto il mondo e la cantina è di fondamentale importanza per l’economia locale. Questo è un primo dato. Il secondo, che ancora una volta sconfina nella favola, è che in tempi non troppo lontani uno dei silos delle cantine sia esploso, spargendo vino in tutta la città e colorando i canali. Anche qui, però, di riscontrato c’è ben poco.

Il ruolo storico di Casarsa è sempre stato di primo piano. Lasciando perdere i tempi più antichi, in anni più recenti il paese ha prima di tutto vissuto l’occupazione nazista dal 1943 – con conseguente bombardamento della ferrovia, nodo nevralgico – e successivamente ha svolto un ruolo fondamentale come sentinella nel corso di tutta la guerra fredda, tramite la sua caserma. Non si dimentichi che la Jugoslavia comunista titina (ora Slovenia), quella del Patto di Varsavia, dista non più di 100 chilometri.
Con la distensione dovuta al crollo del Blocco Sovietico, la caserma ha perso d’importanza ma resta.

Obbligatorio parlare della personalità più grande che Casarsa ha avuto l’onore di veder crescere: Pier Paolo Pasolini. Il letterato italiano si trasferì in paese all’età di sette anni, a causa di alcuni malanni del padre. Alla città il poeta dedicò le famose “Poesie a Casarsa”, e iniziò a dar vita allo studio e la rinascita della lingua friulana, con la creazione dell’Academiuta di Lenga Furlana (piccola accademia della lingua friulana).

Qualche anno prima, con piccoli letterati del luogo, diede vita allo “Stroligut”, un rivista per contrastare l’egemonia del friulano udinese a dispetto di quello casarsese (che lui definiva di cà da l’aga, ossia al di qua dell’acqua, cioè la riva destra del fiume Tagliamento, che divide in due il Friuli, separando Pordenone da Udine). Oggi Villa Colussi, casa nativa della madre e abitazione del poeta, è stata acquistata dalla Provincia di Pordenone ed è base di partenza di un itinerario turistico che ripercorre i luoghi pasoliniani. Da non perdere, davvero!

Uno degli appuntamenti fissi che la città regala è la Sagra del Vino, che si tiene in primavera. Questa sagra è di enorme importanza nel territorio e richiama persone da tutto il nord est. L’anno scorso la sessantesima edizione si è tenuta a cavallo tra i mesi di aprile e maggio.
La manifestazione nacque nel 1948, nell’immediato dopoguerra, per valorizzare ulteriormente il già rinomato vino dei viticultori casarsesi. Con il passare degli anni, la sagra ha assunto connotati via via più ampi e oggi è un mix di luna park, chioschi enogastronomici, spettacoli e folklore.

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