25 Gennaio 2009

“Nessuna insenatura al mondo risplende più dell’amena Baia”

di Ornella d Anna (Blog Bacoli. Alla Scoperta della nostra Italia)

Rocce vulcaniche, coste sinuose, colline che sembrano cadere nel mare.
Baia, piccola frazione di Bacoli, si presenta così agli occhi di chi la visita: un Eden incantato, in cui il passato e il presente convivono perfettamente.
Una terra frutto di secoli di storia, parte del più ampio complesso dei Campi Flegrei, che si estende nell’area compresa tra il promontorio di Miseno e il lago Lucrino.

Castello

Castello di Baia

Secondo la leggenda, il nome della città è legato addirittura a Ulisse, che qui seppellì il suo compagno di viaggio Bajos. In epoca romana, poi, l’intera zona divenne meta preferita degli imperatori, che vi si trasferivano sia per il periodo estivo sia, grazie al clima mite, nel corso dell’anno.
In particolare si narra che Nerone, innamorato delle sue coste e proprietario dell’edificio che oggi ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, lo avesse fatto erigere a somiglianza della Domus Aurea romana, allestendo perfino un lago artificiale all’interno, copia perfetta del Lacum Misenum.

Nel corso dei secoli la struttura originaria del palazzo baiano fu modificata più volte: prima nel 1495 a opera degli Aragonesi; successivamente, attorno al 1535, durante il progetto di rinnovamento urbanistico voluto dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo.

Agli inizi del novecento, infine, lo Stato ne dispose  la concessione con diritto di godimento perpetuo al Reale Orfanotrofio Militare, in cui ricordo oggi, all’ingresso del castello, è posto lo stemma marmoreo della famiglia dei Borbone.

Passerella delle prime donne dell’antica Roma, la cittadina era spesso scenario di amori ed intrighi, che si diceva fossero stimolati dall’intensità del paesaggio.
Lesbia, donna amata da Catullo, intesseva qui la sua relazione con Celio, discepolo di Cicerone, mentre Messalina dopo aver sposato l’imperatore Claudio incominciò a circuire Valerio Asiatico.
Non per amore, ma per impossessarsi della sua villa, un tempo appartenuta a Lucullo!

A causa del bradisismo, la maggior parte dei favolosi edifici di Baia sono stati sommersi dalle acque e ora si trovano sotto il livello del mare: visitando il Parco Archeologico Marino si scorgono ancora i resti delle imponenti costruzioni, i preziosi mosaici pavimentali e le piccole anfore.
Stando a quanto raccontano gli abitanti, queste ultime sarebbero una sorta di primitivi “souvenir” che i cittadini, diversi secoli fa, vendevano ai turisti.

Lago Lucrino

Lago di Lucrino

Sul promontorio posto al di sopra del centro abitato si estende il Parco Archeologico con i quattro templi: Mercurio, Venere, Diana e Venere Sosandra. Le diverse sezioni corrispondevano ad altrettanti edifici termali, utilizzati dai patrizi e dalla nobiltà romana per la cura del corpo.
I templi, in particolare quello di Mercurio, sono costituiti da aule termali a cupola che, grazie ai suggestivi giochi d’acqua e di luce, creano al loro interno un’atmosfera irreale.

Atmosfera che rimane anche attraversando a piedi le ripide stradine della città, osservando le insenature, oltrepassando il lembo di terra che costeggia il lago.
Non è davvero difficile capire perché il poeta latino Orazio di questa terra disse: “Nessuna insenatura al mondo risplende più dell’amena Baia”.

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