Iglesias è un comune della provincia di Carbonia-Iglesias, a cinquantasei chilometri dal capoluogo e a dieci dalla costa occidentale della Sardegna.
La città è posta nel più ricco bacino minerario d’Italia, l’Iglesiente, nella parte sud-occidentale dell’isola, le cui attrezzature e opere costellano il paesaggio delle alture (come quella del monte Paone dove è situata la miniera di Monteponi, una delle più importanti d’Europa).
Il nome di Iglesias deriva dall’antica Villa Clesia Argentaria, sorta quando le popolazioni rivierasche arretrarono per evitare le scorrerie mussulmane; precedentemente il comune era chiamato Villa di Chiesa, sotto il dominio pisano, per poi tramutarsi nell’attuale sotto il dominio aragonese.
La città s’estende dalle pendici collinari del monte San Pietro alla piana del fiume Cixerri, affluente del Flumendosa; intorno verdeggiano le colture di olivi, cereali, viti, legumi e frutta. La città ha diversi antichi edifici che documentano il periodo di occupazione pisano e alcune belle chiese, fra le quali la cattedrale del secolo XIV-XV, in stile romanico-gotico, la chiesa di San Francesco e quella del cimitero.
Lo sviluppo maggiore della città si è avuto nel secolo XIX, specialmente nella parte meridionale e verso le miniere di Monteponi, attivate allora dai pisani, ma già note ai Punici e ai Romani, ove negli anni recenti sono stati ritrovati piombo, argento, ferro e zinco.
Fu comune podestarile dominato dai conti Donoratico della Gherardesca che la fortificarono (ne resta il castello di Salvaterra), indi fu ancora più munito demanio aragonese e sempre più attivo centro, col subentro dei Savoia. Stazione propria, capolinea della ferrovia secondaria proveniente da Cagliari e della ferrovia secondaria proveniente da Calasetta.
Da Monteponi, alle soglie di Iglesias, situata in pittoresca posizione, si abbraccia il panorama delle principali miniere dell’Iglesiente. Le sue colline, tormentate e sconvolte, appaiono striate dalle scorie rossicce, variegate dagli enormi cumuli delle discariche dei residui delle lavorazioni minerarie antiche e recenti. Sfruttata sin dai tempi dei Fenici, la miniera di Monteponi - oggi una delle più progredite per la modernità delle sue installazioni - continua a dare ancora una notevole quantità di minerali piombiferi. Completa l’attività mineraria di questo centro un grandioso complesso industriale di laverie, di fonderie e di officine per la produzione dell’acido solforico e per l’elettrolisi dello zinco.
Nel complesso, anche se non ridente, il paesaggio di Monteponi è vivace e vario e fissa nel nostro animo un’altra straordinaria immagine dei mille volti della Sardegna.
Diverse sono le ricorrenze davvero sentite nella città. In primis la Settimana Santa, in cui il mistero della Passione di Cristo aleggia in ogni vicolo del centro storico. Una tradizione che riporta ai tempi della dominazione spagnola, col fine di ritrovare coesione sociale e umana nella storia passata: la Resurrezione di Cristo, quella della città.
Poi c’è il Corteo storico medievale, che si tiene il 13 agosto, durante cui si sfila con gli indumenti tipici medievali, a ritmo di tamburi e chiarine. I partecipanti appartengono ai quattro quartieri storici della città. Il Corteo rievoca, invece, la dominazione pisana.
Infine, molto sentita è la festa di Sancta Maria di Mezo di Gosto che si tiene il 15 agosto in onore della Vergine Assunta. Anticamente i momenti salienti della celebrazione erano l’offerta di otto grandi ceri alla Vergine da parte delle Autorità e la scarcerazione di alcuni detenuti, soprattutto donne. Dimenticata e ripresa solo negli anni Novanta grazie al ritrovamento di un grande candeliere, oggi la processione è un momento fondamentale della vita cittadina. Per sorreggere ognuno degli otto candelieri portati in processione sono necessari circa sedici persone. Conclude il corteo religioso il simulacro della Vergine Dormiente.
(Foto di Vittorio Besso)
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